Gli americani scelgono Trump ma non penso perché vogliono la pace nel mondo, semmai vogliono protezione per il loro benessere e quell’isolazionismo che è suggestione ricorrente, accompagnata comunque dal sentirsi i primi nello scenario mondiale Per rimanerci malgrado ogni multipolarismo.
Nella mediocrità ha vinto colui che strillava più forte e che si è preso gioco del giustizialismo Made Usa (altra lezione che dalle nostre parti sarà’ ignorata…). Convinto di essere stato salvato da Dio, regnerà come unto del Signore? Lo vedremo, servirà realismo politico e culturale, però; non c’è solo Trump, ma anche interessi enormi che faranno sentire la loro voce, militari, finanziari, culturali.
Il nuovo Presidente ha promesso una pace come se si trattasse della pubblicità di un bene di consumo. Sarà un banco di prova nel e per il mondo, assai meno sentito negli Usa dove si chiedono se davvero riuscirà ad espellere un buon numero di migranti e se finirà di gettare risorse al posto di quegli incapaci europei.
Non potrà dribblare le questioni cruciali: certo l’Ucraina, sacrificabile, ed Israele, utilizzabile in funzione anti-Iran. Ma soprattutto dovrà misurarsi con l’altro gigante del pianeta, che con passi felpati punta all’egemonia mondiale, la Cina, e con quel nucleo di Paesi, i Brics, che sia pure con grandi differenze fanno del multipolarismo l’obiettivo primario per un nuovo ordine planetario.
La sua elezione segue una deriva mondiale nella quale autoritarismi di vario tipo sostituiscono logori sistemi democratici. Ma in questo caso la colpa non è di Trump e di altri, bensì di coloro che si sono impossessati della democrazia per farne oggetto di potere e non di progetto.
Fanno sorridere, però, gli inviti fulminei a casa nostra a dimostrare ora che l’Europa deve esistere. La presidenza Trump sarà pure un’opportunità per il vecchio continente a riprendere in mano il suo destino, ma non vale molto se le classi dirigenti restano quelle di oggi, per lo più arroganti e inette. Ci fu un periodo, nell’antica storia repubblicana di Roma, che il grande storico Mommsen giudicò dominata da personaggi mediocri e corruttibili, il tempo di Silla e delle guerre civili. I migliori furono tre: Sertorio il nuovo Annibale in Spagna, Pompeo magno e Cesare. Ne rimase uno solo, Cesare, la Repubblica subì un tracollo e finì… Cosa penso con questo esempio? Il riscatto dell’Europa lo vedo lontano, il suo declino forse ancora più vicino. A destra e a sinistra mostreranno i muscoli di sicuro i fans inevitabili di Trump: Meloni e Salvini si sfideranno sul Trumpismo delle origini. Conte tornerà all’anagrafe per farsi cambiare il nome: da Giuseppe a Giuseppi. Il Pd biascica delusione, il nulla prosegue.
La storia? Se la ride come al solito, la danno per morta e si vendica puntualmente.