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Maduro nel mirino di Trump: alleanze e scontro globale sul Venezuela

- di: Bruno Legni
 
Maduro nel mirino di Trump: alleanze e scontro globale sul Venezuela

Washington spinge per il cambio di regime, mentre l’America Latina si divide e Russia e Cina blindano Caracas.

(Foto: il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro).

Trump e Venezuela: la strategia dura per Caracas

La tensione tra Stati Uniti e Venezuela ha raggiunto nuovi picchi, con la Casa Bianca decisa a indebolire Nicolás Maduro e spingere per un cambiamento di regime che riformuli l’equilibrio politico in America Latina.

La posta in gioco: cambio di regime o lotta al narcotraffico?

Negli ultimi mesi gli Usa hanno moltiplicato le azioni contro Caracas, sostenendo ufficialmente che l’obiettivo sia la lotta al traffico di stupefacenti, ma molti analisti ritengono che il vero fine sia quello di rimuovere Maduro dal potere e favorire un governo ideologicamente più affine a Washington. Questa interpretazione emerge anche da recenti analisi strategiche pubblicate il 24 dicembre 2025, che indicano come le operazioni militari e sanzionatorie sembrino più orientate a soffocare economicamente il regime chavista che a combattere il narcotraffico in senso stretto.

Donald Trump ha ripetutamente lanciato avvertimenti a Maduro, arrivando a dire che “sarebbe saggio dimettersi” e che se “gioca duro sarà l’ultima sua mossa”, segnalando una determinazione di fondo a ottenere un cambiamento politico a Caracas.

Azioni concrete: dalla marina alla pressione economica

Negli ultimi giorni, la Guardia Costiera statunitense ha intercettato e cercato di sequestrare tre petroliere legate al Venezuela proprio nel Mar dei Caraibi, in un’operazione volta a interrompere i flussi di petrolio che alimentano l’economia venezuelana sotto sanzioni.

Queste azioni fanno parte di una strategia più ampia: oltre all’azione militare diretta, la Casa Bianca sta intensificando le sanzioni economiche per colpire le esportazioni di petrolio venezuelano, considerato vitale per le finanze del regime. Secondo un funzionario statunitense anonimo, l’amministrazione punta a esercitare pressione economica piuttosto che opzioni militari immediate per ottenere i propri obiettivi.

Una crisi che si allarga: alleanze e opposizioni

In America Latina la reazione alle mosse di Trump è variegata: paesi come Argentina e Cile hanno espresso sostegno alle critiche verso Caracas, mentre Brasilia e Messico si propongono come mediatori in una situazione sempre più tesa. La Colombia, pur cercando di restare neutrale, è stata coinvolta nelle dinamiche da pressioni esterne.

Nel frattempo, Russia e Cina hanno ribadito il loro appoggio al governo di Maduro, denunciando le azioni statunitensi come destabilizzanti. Il 25 dicembre 2025 il ministero degli Esteri russo ha paragonato alla pirateria la blockade Usa contro navi venezuelane, sottolineando l’auspicio di de-escalation e di soluzioni pacifiche.

Il fronte interno venezuelano

La pressione esterna ha avuto un impatto interno significativo. Secondo fonti giornalistiche del 25 dicembre 2025, il governo di Maduro ha intensificato le misure repressive sotto il pretesto della difesa nazionale, con arresti arbitrari e dure leggi contro attività considerate favorevoli agli Stati Uniti.

In risposta alle recenti operazioni navali e alle pressioni esterne, l’Assemblea Nazionale venezuelana ha approvato una legge che prevede pene fino a 20 anni di carcere per attività ritenute come blocchi o sostegno alle azioni straniere.

Vie legali e diplomatiche

A livello internazionale, Caracas ha denunciato di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite le azioni statunitensi, definendole aggressione con obiettivi “continentali” piuttosto che limitati alla lotta contro il crimine.

La disputa coinvolge anche questioni di diritto marittimo e sovranità, con accuse incrociate di violazioni della legge internazionale da parte sia degli Stati Uniti che del governo venezuelano.

Impatto sociale

Oltre alla sfera geopolitica, la crisi ha ricadute profonde sulle persone. Fotogallery e reportage pubblicati il 26 dicembre 2025 mostrano famiglie venezuelane che, scoraggiate dalle difficoltà e dalle nuove politiche migratorie statunitensi, hanno rinunciato al viaggio verso gli Usa e sono tornate in patria per le festività, sottolineando un cambiamento nelle rotte migratorie legato alla situazione politica.

Verso un nuovo 2026

La crisi tra Washington e Caracas resta uno dei fronti più caldi della politica internazionale alla fine del 2025. Tra pressioni economiche, manovre militari e diplomazia incerta, il futuro della leadership venezuelana e la stabilità regionale sono tuttora in bilico.

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