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Trump taglia Medicaid: 12 milioni senza assistenza sanitaria

- di: Bruno Legni
 
Trump taglia Medicaid: 12 milioni senza assistenza sanitaria
Trump taglia Medicaid: 12 milioni senza assistenza sanitaria
La legge di spesa fa volare il debito e colpisce i più vulnerabili. Scontro feroce in Senato tra repubblicani e democratici.

I numeri del CBO: sanità pubblica colpita a morte

È una cifra spaventosa: quasi 12 milioni di americani rischiano di perdere l’assistenza sanitaria pubblica a causa della legge di spesa voluta da Donald Trump, ora in discussione al Senato. A lanciare l’allarme è il Congressional Budget Office (CBO), che ha pubblicato una stima dettagliata sull’impatto del maxi provvedimento repubblicano. Il cuore della riforma è chiaro: tagli massicci a Medicaid e ad altri programmi sociali per finanziare nuove agevolazioni fiscali e aumentare le spese per difesa e immigrazione.

La relazione ufficiale è inequivocabile: se approvata così com’è, la legge porterà 11,8 milioni di persone a uscire dal sistema Medicaid entro il 2034. Si tratta del principale programma sanitario pubblico per i cittadini a basso reddito, per molti l’unica possibilità di accedere a cure mediche di base. A essere colpiti saranno famiglie, anziani, disoccupati e persone con disabilità, in particolare negli Stati che avevano ampliato la platea dei beneficiari con l’Affordable Care Act.

I nuovi requisiti: lavoro obbligatorio o niente cure

Il piano prevede l’introduzione di rigidi requisiti occupazionali: almeno 30 ore di lavoro settimanale o partecipazione certificata a programmi di inserimento. Chi non rientra in questi parametri perderà l’accesso alle cure.

Non solo: dal 2027 Medicaid non coprirà più prestazioni legate all’aborto o alla transizione di genere, aprendo un fronte ideologico rovente tra conservatori e progressisti.

Un debito da 3.300 miliardi di dollari in più

Ma il taglio alla sanità non è l’unico effetto devastante della manovra. Il CBO stima che il pacchetto, noto tra i repubblicani come “Big Beautiful Bill”, farà esplodere il debito federale di 3.300 miliardi di dollari entro il 2034. E potrebbe salire ancora se si considerano i costi degli interessi sul debito aggiuntivo.

A fare da contraltare ai tagli al welfare ci sono infatti nuove riduzioni fiscali su profitti societari, mance, overtime e tasse patrimoniali. Tutto questo mentre l’inflazione è ancora sopra il 4% e la disoccupazione giovanile supera il 9%.

La linea Trump: più difesa, meno Stato sociale

Il testo della legge, lungo quasi mille pagine, è un compendio della visione trumpiana dell’America: mano dura sull’immigrazione, con altri 70 miliardi per il muro e il controllo alle frontiere; 150 miliardi in più alla difesa, che salgono così a oltre 1.000 miliardi l’anno; riduzione drastica dei programmi di aiuto alimentare e alloggiativo. Tutto questo in nome di una “libertà fiscale” che secondo i repubblicani dovrebbe rilanciare la crescita, ma che secondo gli analisti penalizza le fasce più fragili.

Caos in Senato: due repubblicani votano contro

La legge è passata alla prima votazione procedurale al Senato per 51 a 49, ma due senatori repubblicani – Rand Paul e Thom Tillis – hanno votato contro. Tillis, in particolare, ha spiegato che “questa legge metterà in difficoltà centinaia di migliaia di miei concittadini del North Carolina. Non posso sostenerla”.

La spaccatura nel GOP è reale. Anche Elon Musk ha definito il testo “folle e distruttivo” su X, criticando “un provvedimento che regala soldi ai ricchi e taglia le cure agli altri”.

L’opposizione democratica: “un regalo ai miliardari”

Il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer, ha parlato di “regalo fiscale ai miliardari travestito da legge per la crescita”. I democratici stanno tentando un’ostruzione totale, con centinaia di emendamenti e letture integrali del testo per rallentare i tempi. Ma con la maggioranza repubblicana e la scadenza simbolica del 4 luglio vicina, il tempo stringe.

Prossimi passi: voto finale e rischio stallo

Il dibattito finale è previsto entro la serata di lunedì 1° luglio. Poi la legge dovrebbe tornare alla Camera per l’approvazione definitiva, prima della firma di Trump. Basterebbe un solo voto repubblicano contrario per far naufragare l’intera operazione. E con l’opinione pubblica sempre più polarizzata, il rischio è che questa legge diventi un simbolo di divisione nazionale.

L’America spaccata tra ricchi e poveri

Il vero nodo non è solo tecnico, ma politico e culturale: chi merita assistenza pubblica? A quale prezzo si finanziano i tagli fiscali? La “Big Beautiful Bill” trumpiana segna un salto ideologico verso una società più dura, più diseguale e meno solidale. Ma a pagare saranno milioni di cittadini invisibili. E le prossime elezioni, ormai dietro l’angolo, si giocheranno anche su questo.

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