Trentodoc: un vino che corre

- di: Claudia Loizzi
 
Chissà se quando passava la borraccia durante il Giro d’Italia, il mitico Francesco Moser già pensava a mettere le bollicine in quella borraccia. Eh si, perché l’azienda che oggi sta meravigliando l’Italia, è stata fondata dal grande campione nel 1979, quando Moser vinceva su tutte le strade d’Europa. Oggi il suo Trentodoc è il campione delle bollicine della Val di Cembra.
Ed è anche una bella storia di famiglia, perché al comando dell’azienda ci sono i cugini Moser: Carlo (figlio di Francesco) e Matteo (figlio del fratello di Francesco, Diego).

Trentodoc: un vino che corre

Un’attività portata avanti con la filosofia del lavoro e della fatica tipica del ciclismo, la stessa che portò Francesco Moser a conquistare il record dell’ora (disciplina del ciclismo in cui il ciclista gareggia contro il tempo all’interno di un velodromo), primato a cui è stato dedicato il “Moser 51,151 Brut” Spumante Trentodoc simbolo della cantina.
Le uve vengono coltivate nei 21 ettari di proprietà, la produzione annua è sulle 160 mila bottiglie tra spumanti e vini fermi, venduti soprattutto in Italia.

Uno spumante che ha puntato tutto sullo chardonnay del trentino e sicuramente è una scommessa vinta. Matteo e Carlo sono due cugini che arrivano al comando dell’azienda per vie diversissime, ma entrambe con un tempismo che ricorda quello del padre e dello zio Francesco.

Sono cresciuti insieme nella vigna comprata dai genitori, ma se ne allontanano quasi subito, Matteo ci torna nel 2011, ma va a farsi le ossa, anzi le uve, prima in Uruguay e poi in California, anche Carlo fa ritorno nel 2011, ma dopo 3 anni in Svizzera alla Procter & Gamble.
Ed ecco che quasi magicamente le due esperienze si fondono, quella di Matteo più sul campo e quella di Carlo più sul bilancio.

Da qui nasce un prodotto che oggi in Italia è diventato di punta di diamante nell’ambito delle bollicine e quando ci si avvicina al Natale, tutti sappiamo quanto questo diventi importantissimo.

Matteo e Carlo ringraziano ogni giorno l’investimento fatto dai genitori tanti anni fa e sanno di essere fortunati ad essersi trovati l’uva già in mano, ma oggi si sono rimboccati le maniche e hanno fatto di quelle uve un prodotto moderno e di classe.
L’ultimo arrivato si chiama Tracce Trentodoc riserva 2011 Extra Brut, anche per dimostrare di non essere solo lo spumante del record dell’ora, e se il Brut 51,151 è il vino di Francesco Moser questo Tracce è indubbiamente il vino della nuova generazione, con un affinamento dello Chardonnay di 130 mesi sui lieviti e 2 anni di sboccatura, appunto un 2011, non a caso l’anno in cui i cugini tornano a “casa”.

E come era elegante Francesco in bicicletta, tanto è elegante e finissimo questo Blanc de blancs che corre in bocca e arriva prima di tutti, ovviamente, per fare il brindisi di queste feste!
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