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Tokyo apre in ripresa: Nikkei +0,5% tra dati PMI e prospettive Fed

- di: Matteo Borrelli
 
Tokyo apre in ripresa: Nikkei +0,5% tra dati PMI e prospettive Fed
Ottimismo dagli Stati Uniti spinge il mercato giapponese nonostante le tensioni commerciali.

Apre in rialzo la Borsa di Tokyo

La Borsa di Tokyo apre la settimana con un segnale positivo: l’indice Nikkei 225 guadagna lo 0,50%, attestandosi poco sopra i 40.490 punti. L'avvio brillante segue l’onda lunga dei guadagni di Wall Street, incoraggiata dalla buona stagione delle trimestrali americane e dalle attese di un allentamento della politica monetaria della Fed. A ciò si aggiungono segnali macroeconomici positivi interni, in particolare dal settore dei servizi giapponese.

Slancio da Wall Street e sorprese dal Giappone

A influenzare positivamente l’apertura asiatica è stata soprattutto la performance di Wall Street nella seduta di lunedì 4 agosto, dove gli investitori hanno premiato i conti trimestrali di colossi tecnologici come Nvidia, Alphabet e Meta. Il quadro macroeconomico statunitense, inoltre, rafforza la convinzione di un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve: secondo l’ultimo report, i mercati stimano con una probabilità del 94% un primo intervento espansivo già a settembre.

Parallelamente, il Giappone registra un miglioramento inatteso dell’indice PMI dei servizi: il dato finale di luglio sale a 53,6 punti rispetto ai 51,7 del mese precedente. È la crescita più marcata da febbraio, segno di una domanda interna in ripresa.

Uno yen stabile favorisce l’export

Sul fronte valutario, lo yen si mostra poco mosso rispetto al dollaro, con il cambio stabile attorno a quota 147. Nei confronti dell’euro, invece, la valuta giapponese guadagna leggermente terreno, arrivando a 170,20 yen per euro. Questa relativa stabilità dello yen nei confronti del dollaro aiuta le esportazioni nipponiche, senza generare scossoni sui mercati.

Le ombre della geopolitica

Nonostante l’apertura positiva, permangono elementi di incertezza che potrebbero condizionare l’andamento del mercato nelle prossime sedute. In particolare, pesa l’assenza di un accordo commerciale tra l’amministrazione Trump e l’India. Le trattative sono in stallo, soprattutto a causa delle tensioni legate alle importazioni energetiche indiane. Donald Trump ha minacciato dazi aggiuntivi, alimentando nuovi timori tra gli investitori asiatici.

Un altro elemento da monitorare è il comportamento tecnico dell’indice Nikkei. Dopo aver sfiorato i 42.224 punti nel mese di luglio, l’indice ha mostrato una certa difficoltà nel superare stabilmente la soglia dei 40.000, che resta il primo livello di resistenza psicologica. Gli analisti indicano che l’attuale rimbalzo è solido ma ancora esposto a rischi legati al contesto macro e commerciale.

Le stime degli analisti

Secondo un sondaggio condotto a maggio, il Nikkei dovrebbe attestarsi intorno a 39.600 punti entro la fine dell’anno, per poi salire progressivamente a 40.875 nella prima metà del 2026 e arrivare a 42.000 entro dicembre dello stesso anno, a condizione che lo scenario globale rimanga stabile.

Proiezioni più ottimistiche arrivano da Sumitomo Mitsui DS Asset Management, che nel loro outlook trimestrale pubblicato a gennaio prefiguravano un target di 45.400 punti entro la fine del 2025, qualora si consolidassero accordi commerciali favorevoli e lo yen restasse sotto controllo.

Le voci dal mercato

“Le azioni giapponesi offrono attualmente una combinazione unica di valutazioni contenute, riforme aziendali in corso e solidi fondamentali di crescita. È solo una questione di tempo prima che l’indice rompa al rialzo, se si superano gli attuali nodi commerciali”, ha dichiarato Jason Pride, responsabile investimenti di Glenmede.

Una corsa a ostacoli

Il rialzo odierno di Tokyo sembra il frutto di un equilibrio precario tra ottimismo e cautela. Da una parte, i dati macro giapponesi e il clima distensivo sulle politiche monetarie USA offrono un appoggio concreto ai listini. Dall’altra, le tensioni tra Washington e Nuova Delhi e l’incognita sulle future mosse della Banca del Giappone continuano a frenare gli entusiasmi.

La prossima scadenza cruciale sarà il 7 agosto, quando potrebbero entrare in vigore nuovi dazi statunitensi. Se da qui a quella data si delineerà un’intesa, il Nikkei potrebbe spingersi oltre i 42.000 punti. Ma se le tensioni si acuissero, l’indice potrebbe tornare nella fascia dei 39.000, compromettendo la fiducia accumulata nell’ultimo trimestre.

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