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Tim: nulla di fatto per la cessione della rete, offerte ritenute inadeguate. La borsa scommette su una soluzione positiva e in tempi brevi

- di: Redazione
 
Tim: nulla di fatto per la cessione della rete, offerte ritenute inadeguate. La borsa scommette su una soluzione positiva e in tempi brevi
La lunghissima riunione di ieri sera del CdA di Tim si è conclusa apparentemente con un nulla di fatto, dal momento che le due offerte per rilevare la rete, presentate da Kkr e da Cassa Depositi e Prestiti e Macquaire sono state ritenute inadeguate. Tanto che all'amministratore delegato, Pietro Labriola, è stato affidato il mandato di proseguire nella complessa trattativa, almeno fino al 9 giugno, quando potrebbe essere trovata la quadra per il complesso dossier.
Il nodo su cui la seduta si è incagliata sta nella valutazione che il primo azionista di Tim, Vivendi, dà della rete, cioè 31 miliardi, lontanissima dalle due offerte, con Kkr che ha proposto 21 miliardi e CDP-Macquaire 19,2.

Tim: nulla di fatto per la cessione della rete, offerte ritenute inadeguate

Al di là dell'enorme distanza tra le richieste di Vivendi e le due offerte (che comunque sono modulate in modo non eguale, avendo il fondo americano puntato sulla cifra finale, mentre l'alleanza CDP-Macquaire sembra guardare più al debito), il percorso per trovare una soluzione sembra non soltanto in salita, quanto disseminato di problemi.
Non è, quindi, detto che la deadline fissata a giugno possa trovare una situazione chiara, non essendo possibile escludere al momento non tanto ripensamenti, quanto ricollocazioni nell'ambito del dossier.
Difficile, allora, capire oggi come saranno rimodulate le offerte e se, magari, uno dei duellanti possa decidere di riposizionarsi. Certo è che il gioco di Vivendi non è che lasci molti spazi, e non solo per la richiesta avanzata, quasi che la sua entità sia stata definita per essere rifiutata.

Tutto quindi torna in ballo, perché se Vivendi prosegue nella sua linea di intransigenza (che di fatto sbarra le porte ad una soluzione immediata), c'è da considerare che il capitolo ''rete'' di Tim è cruciale per il governo e per il suo piano di rete nazionale, con quel che ne consegue anche sul piano politico.
Ora, dando per scontato che, a questo punto, sia Kkr che CDP-Macquaire non possono tirarsi indietro dopo la riunione di ieri del CdA e che siano disponibili a qualche aggiustamento (mai, comunque, tale da potersi avvicinare sensibilmente alla richiesta del gruppo francese) , la partita paradossalmente potrebbe trovare, in questa situazione di apparente stallo, la forza per ripartire e trovare una soluzione.

Viste le (apparenti) aperture di Kkr, non si può escludere che il fondo americano rilanci, in che misura non è dato sapere. Cosa che invece potrebbe non determinarsi a fare l'alleanza tra CDP e Macquaire, le cui mosse sono guardate con attenzione (e anche simpatia, da parte di chi spera in una soluzione che non tagli fuori il Paese), che potrebbe fare un passo di lato - quindi non indietro - magari per aspettare che si determino le condizioni per tornare a sedersi per trattare. Con chi e su che basi è ancora arduo capire.
Intanto la borsa di Milano sembra volere scommettere su una soluzione, positiva e in tempi brevi, della trattativa. Il titolo Tim oggi sta volando, mettendo a segno un + 3,30%.
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