Ragazzo morto in incidente: nuove ombre su Tesla e Autopilot
- di: Brian Green
Un incidente come molti altri, come le decine di migliaia che ogni anno vengono registrati negli Stati Uniti e che determinano la morte di troppe persone, sta alzano nuovamente il volume delle proteste e delle perplessità sui sistemi di aiuto alla guida adottati da Tesla. L'incidente è accaduto nell'agosto di due anni fa, lungo una autostrada della California meridionale. A bordo di un pick-up c'erano Benjamin Maldonado e uno dei suoi figli, Jovani, quindici anni. Stavano tornando a casa dopo che il ragazzo aveva partecipato ad un torneo di calcio.
Il loro automezzo stava procedendo sulla sua corsia quando un camion davanti a loro ha rallentato all'improvviso. Benjamin Maldonado ha messo la freccia per segnalare che si stava spostando a destra.
Pochi secondi ed il suo pick-up Ford Explorer fu stato colpito da una Tesla Model 3, che stava viaggiando a circa 60 miglia all'ora (all'incirca 96 chilometri orari) servendosi del sistema Autopilot. Un video di sei secondi - catturato dalla telecamera montata sulla Tesla - e i dati registrati dai computer di bordo mostrano che né Autopilot (il decantato sistema di Tesla che può sterzare, frenare e accelerare un'auto da solo), né il conducente hanno rallentato il veicolo fino a una frazione di secondo prima dell'incidente. Jovani, che era stato sul sedile del passeggero anteriore, accanto al padre, e che non indossava la cintura di sicurezza, per effetto del violento tamponamento fu sbalzato fuori dall'abitacolo della Ford, decedendo all'istante.
La tragica fine del ragazzo è un nuovo capitolo della storia della Tesla e dei suoi dispositivi, dei quali l'azienda garantisce l'assoluta affidabilità e che invece, per i suoi detrattori, dovrebbero essere ripensati e soprattutto migliorati perché pericolosi. Della dinamica della morte di Jovani Maldonado e delle eventuali relative responsabilità si dovrà occupare ora una corte della California, alla quale la famiglia del ragazzo si è rivolta chiedendo giustizia.
L'incidente è solo uno degli ormai frequenti che coinvolgono vetture equipaggiate con Autopilot e che alimentano le preoccupazioni circa le ipotizzate carenze della tecnologia. Dubbi e perplessità che potrebbero mettere in discussione lo sviluppo di sistemi simili utilizzati dalle case automobilistiche rivali.
Tesla, fondata nel 2003, e il suo amministratore delegato, Elon Musk, sfidando l'industria automobilistica, hanno attirato estimatori, creando un nuovo standard per i veicoli elettrici con cui altri produttori di auto stabiliti stanno facendo i conti. Cosa che trova conferma nel valore di Tesla, ormai superiore a quello di diverse grandi case automobilistiche.
Ma il ripetersi degli incidenti che coinvolgono Autopilot, oltra al danno di immagine per Tesla, potrebbero indurre le autorità regolatrici americane a prendere provvedimenti contro la società. Anche perché la National Highway Traffic Safety Administration ha due dozzine di inchieste aperte su incidenti che coinvolgono Autopilot.
Appena un mese fa, l'agenzia federale per la sicurezza del traffico ha reso nota una una lista che elenca almeno 10 persone morte - tra le quali non figura Jovani Maldonado - in otto incidenti che coinvolgono Autopilot dal 2016.
Ad aumentare le perplessità sulla tecnologia adottata da Tesla ci sono anche le dichiarazioni di Elon Musk, secondo cui la sua azienda sarebbe vicina a perfezionare la Full Self Driving - che permetterebbe alle auto di muoversi autonomamente nella maggior parte delle circostanze -, cosa che altre aziende automobilistiche e tecnologiche ritengono possa essere conseguita solo tra molti anni.
Autopilot non è un sistema di guida autonoma, è un insieme di software, telecamere e sensori che assistono i conducenti per prevenire gli incidenti, considerando molti variabili, come ad esempio un cambio di corsia.