Tassa sugli extra profitti: fra il monito della BCE e le stoccate agli italiani

- di: Stefano Vergani, vicepresidente Federcontribuenti
 
L’apprendere della possibile lettera di lamentela della BCE al Governo Meloni, per la tassa introdotta sugli extra profitti bancari, fa capire ancora una volta come l’Italia dei fondi del PNRR ( depotenziati ) mostri di vendicarsi di coloro che sono deputati a valutare i progetti dei fondi e la loro finanziabilità ( da una parte ) e di come la BCE guidata da Christine Lagarde usi ogni occasione per minacciare l’Italia che non vuole sottoscrivere il fondo MES. In mezzo alle stoccate, gli italiani – affossati dal caro vita, dai costi in prossimo aumento dell’ energia, dal caro vacanze e dal caro benzina, caro aerei ( forse anche questo tasto ha irritato le compagnie multinazionali a Bruxelles ) non capiscono cosa sta accadendo, perché – purtroppo – ognuno tira l’acqua al suo mulino con motivazioni antitetiche che sviano abilmente i consumatori e le imprese dalla verità. Già l’idea del Premier Meloni di auto accusarsi della manovra extra profitti senza nemmeno ( così dice lei ) convocare i suoi alleati di governo e concordare una linea guida comune, fa capire che anche in questa tornata le nostre strategie sono in mano alle bizze del potente in sella al momento. E non può che aspettarsi di essere regolarmente pressato dai poteri forti sia Europei che d’oltremanica, a meno che questa sia una manovra distorsiva per ottenere da altri fondi quello che serve – per esempio – per i problemi irrisolvibili al momento degli alluvionati della Romagna e le ormai tante richieste di calamità naturale che arrivano da Piemonte, Lombardia, Veneto FVG, Sardegna, Sicilia dopo le trombe d’aria e gli incendi.

Tassa sugli extra profitti: fra il monito della BCE e le stoccate agli italiani

E’ un discorso molto complesso e molto lungo che è difficile coordinare sullo specifico, perché prende ramificazioni in tutte le direzioni ( senza dimenticare la crisi finanziaria legata alla guerra russo – ucraina ), ma – di certo – ancora una volta l’Italia viene gestita dall’esecutivo di turno senza le dovute riforme strutturali per coordinare in modo etico, fisiologico e sostenibile la finanza con l’economica del paese : in parole povere manca la programmazione, anche se…il debito pubblico sul groppone è un macigno quasi insormontabile per chiunque.

Comunque ha ragione anche il Capo del Governo italiano quando afferma che da quando la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse ( per seguire - pedissequamente - gli ordini della FED USA ) le banche hanno maturato superprofitti ( il dato stesso della BCE parla di profitti bancari aumentati del 63% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al semestre dell’anno precedente ) ma – nello stesso intervallo - le banche non hanno incrementato le remunerazioni dei depositi dei risparmiatori aumentando parallelamente gli interessi sui prestiti. Contemporaneamente la finanziabilità di aziende e privati è caduta in picchiata. Provate ad andare nei prossimi giorni in banca a chiedere un finanziamento come sia difficile.

C’è inoltre da dire che tutti sanno che chi comanda in Europa non vuole tasse sulle banche perché potranno ledere i lauti dividendi degli azionisti andando ad arricchire le grandi finanziarie ( spesso fondi ed azionisti esteri ) che controllano ( anche nell’ombra ) le banche italiane. E comunque un Governo attento e equo non dovrebbe colpire allo stesso modo le banche che distribuiscono dividendi agli azionisti e quelle che invece che destinano gli utili al consolidamento patrimoniale della banca stessa per avere le capienze di equilibrio finanziario per erogare più credito. Un decreto Meloni per ammorbidire i parametri di Basilea 2-3-4-5 e i successivi ?

Attendiamo questa lettera e capiremo – nei contenuti e nei toni - con i legali a sostegno della singola tesi se il Decreto Meloni infranga i Trattati UE (anche se non pare questa la circostanza) e se la Bce si opporrà al Decreto con intimazioni vincolanti per il governo. Di certo, la querelle provocherà tra autunno-inverno la nuova dolorosa stretta creditizia giacchè ne dicano gli esperti ( o presunti tali ) che in molte occasioni hanno toppato alla grande con premonizioni totalmente sbagliate ( ricordiamoci gli analisti entusiasti del 2066 che non avevano visto ( o meglio…non volevano vedere ) la crisi non dimenticata in seguito alla crisi dei subprime e del mercato immobiliare, ancora più grave dei junk Bond del banchiere Michael Milken nel 1997 o dei Bernie Maddoff 1988 che hanno insegnato che un mondo bancario senza regole e senza etica – come dice anche Papa Francesco nella sua enciclica Laudato sì, rovina i popoli.

Non è la prima volta che il mondo del credito tiene in ostaggio imprese e privati per colpire Governi poco arrendevoli. Forse un domani ci sarà un Premier alla Menenio Agrippa con la speranza che le parti capiscano il famoso apologo Sic senatus et populus quasi unum corpus discordia pereunt concordia valent.
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