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Sugar Tax, IBL: una tassa mal concepita che non risolve l’obesità ma aumenta solo il peso fiscale

- di: Bruno Coletta
 
Sugar Tax, IBL: una tassa mal concepita che non risolve l’obesità ma aumenta solo il peso fiscale

L’Istituto Bruno Leoni (nella foto il direttore ricerche e studi, Bruno Leoni), pregiato network liberale e liberista, nella sua “La Sugar Tax e lo Stato obeso” critica aspramente l’introduzione della sugar tax in Italia, definendola una misura fiscale inefficace e mal progettata. 

Come evidenzia l’Istituto questa tassa, che dovrebbe entrare in vigore il 1° luglio, si basa su un ragionamento debole: presuppone che le bevande zuccherate siano una delle principali cause di obesità e che tassarle ridurrebbe il consumo, diminuendo così malattie come il diabete. Tuttavia, come puntualizza l’Istituto Bruno Leoni, entrambe queste premesse sono discutibili o non del tutto vere.
L’Istituto sottolinea che, sebbene l’abuso di bevande zuccherate possa contribuire all’aumento di peso, non è dimostrato che siano la causa principale dell’obesità, soprattutto in Italia, dove il consumo pro capite è ben al di sotto della media europea (50 litri annui contro 95 litri). Inoltre, i dati sull’obesità nel Paese presentano anomalie che richiedono cautela. L’evidenza internazionale sull’efficacia di tali tasse è ambigua: in alcuni casi funzionano, in altri no, e in altri ancora producono effetti contrari, spingendo i consumatori verso prodotti più economici e di minor qualità.
L’Istituto Bruno Leoni afferma che la sugar tax italiana è un’imposta mal concepita, che colpisce un prodotto specifico senza considerare adeguatamente i costi immediati per imprese e consumatori, né i benefici incerti e lontani nel tempo. L’unico obiettivo che sembra perseguire è il gettito fiscale, ma anche in questo caso con risultati dubbi. Eliminarla ora richiederebbe trovare coperture finanziarie, cosa non semplice in un contesto di rallentamento economico.
In conclusione, l’Istituto Leoni critica la sugar tax come uno strumento inefficace per contrastare l’obesità, mentre contribuisce ad alimentare il “sovrappeso” della pressione fiscale, diventando così un ulteriore fardello per cittadini e imprese.


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