Stellantis: pronto biglietto di sola andata per Tavares, mentre i sindacati italiani indicono uno sciopero del settore

- di: Redazione
 
L'aura di grande stratega del settore si è forse andata appannando negli ultimi tempi, a causa di problemi che non riguardano solo Stellantis, ma l'intero comparto globale dell'automotive che non sia ''Made in China''.
Ma, dopo anni di grandi lodi (e soddisfacenti emolumenti ad ogni fine di esercizio, tra bonus e stipendio), per Carlos Tavares sta forse arrivando il momento di programmare un futuro lontano da Stellantis.
Con qualche milione in banca, di sicuro, ma non più alla guida del gruppo alla cui nascita lui ha fortemente contribuito. Ma il manager portoghese sta vedendo il tramonto della sua esperienza in Stellantis, anche se la sua giubilazione potrebbe non essere imminente. Resta comunque evidente che, nel momento in cui nel gruppo pare si stiano studiano le procedure per individuare il successore (il mandato scade agli inizi del 2026, cioè dietro l'angolo), Tavares è un cavaliere dimezzato, nella consapevolezza che, se si pensa a chi lo dovrà sostituire, qualcosa negli ultimi suoi comportamenti e scelte non deve essere andato giù a chi ci mette i soldi (Fca e Psa).

Stellantis: pronto biglietto di sola andata per Tavares, mentre i sindacati italiani indicono uno sciopero del settore

Ai quali certo non fa piacere leggere che le vendite sul mercato di riferimento - quello degli Stati Uniti - sono inferiori alle previsioni o anche soltanto alle speranze. Per tacere della scarsa domanda di vetture elettriche e, quindi, l'incapacità di trovare contromisure all'aggressività dei produttori cinesi.

Stellantis (il cui CdA si riunirà il 9 e 10 ottobre), come è naturale che sia, cerca di riportare quanto sta maturando al suo vertice nell'ambito di una normale prassi, dicendo, riferisce Bloomberg (che per prima ha dato notizia di quanto accade), come sia "normale" guardare al futuro, vista l'importanza dell'incarico di amministratore delegato, aprendo la alla possibilità che Tavares, alla fine, possa restare. Ma se è vero che, nel mondo della grande industria, nulla accade per caso, il fatto che sia stata fatta trapelare la notizia che qualcosa si sta muovendo potrebbe essere più che un semplice indizio.

Anche perché questo possibile avvicendamento arriva in un momento in cui il comparto dell'automotive, in Italia e in Europa, come hanno detto Fim, Fiom e Uilm nell'annunciare uno sciopero di settore, sta vivendo una situazione ''sempre più critica. In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale''.

Lo sciopero, allargato alla componentistica e che si svolgerà nell'arco di otto ore il 18 ottobre, culminando in una manifestazione a Roma, sottolinea il panorama internazionale che vede giganti del settore, con il gruppo Volkswagen, prendere atto della crisi, spingendolo a soluzioni radicali, come il taglio della forza lavoro e la chiusura di stabilimenti, di cui si discuterà proprio a partire da oggi con il sindacato IG Metal.
Nel documento firmato congiuntamente, Fim, Fiom e Uilm dicono che ''sono indispensabili urgenti interventi sulle scelte strategiche del settore da parte della UE, mirate politiche industriali da parte del Governo e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica'', chiedendo quindi all'Unione europea di ''imprimere più forza ai cambiamenti tecnologici, accompagnando questo cambiamento con un serio e deciso piano di salvaguardia occupazionale, che non escluda il blocco dei licenziamenti, attraverso azioni per la formazione, ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e un forte sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro. Non si può accettare una transizione contro il lavoro e con costi sociali enormi''.

Le tre rappresentanze sindacali quindi si rivolgono al governo incalzandolo e chiedendo di dare seguito al confronto di un anno fa in sede ministeriale. Per questo ''è necessario che, oltre al confronto in corso con Stellantis e agli impegni già presi, si attui un piano strategico con azioni mirate anche per le aziende della componentistica. Poiché il settore è strategico e trasversale rispetto alle competenze di più Ministeri, riteniamo non più procrastinabile e indispensabile il coinvolgimento da parte della Presidenza del Consiglio e dell’AD di Stellantis, che insieme alle organizzazioni sindacali determinino le prospettive dell’automotive nel nostro Paese, all’interno di un accordo quadro generale che possa dare risposte positive non solo ai lavoratori degli stabilimenti Stellantis, ma anche a tutti coloro che lavorano nelle aziende della componentistica, i quali oggi vivono una condizione di grande precarietà''.

Da queste considerazioni deriva la richiesta, al Governo, di ''mettere a disposizione risorse pubbliche, vincolate a precisi impegni di tenuta occupazionale da parte delle imprese. Risorse che non devono essere limitate agli incentivi per l’acquisto di auto, i quali, tra l’altro, nel 2024 non hanno dato benefici alle produzioni nel Paese''.

Il documento congiunto ha, come obiettivo primario, quello chiedere un cambio di strategia a Stellantis, dal quale pretendere ''missioni produttive sufficienti a saturare tutte le fabbriche, nonché investimenti negli enti di ricerca e più in generale negli enti centrali. Questo a maggior ragione ora che la situazione è molto critica e riassumibile con pochi, chiari elementi: nel primo semestre si sono prodotte il 36% di auto in meno rispetto l’analogo periodo dello scorso anno; l’utilizzo degli ammortizzatori sociali sta crescendo ovunque e, in molti casi, siamo ormai prossimi al massimo consentito dalle attuali normative di legge già dai primi mesi del 2025, nonostante la continua e progressiva riduzione del numero complessivo degli addetti''.
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