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Spesa pubblica, Cgia: lo Stato spende 5 Pnrr ogni anno

- di: Barbara Leone
 
Spesa pubblica, Cgia: lo Stato spende 5 Pnrr ogni anno
Tra pensioni, stipendi, consumi intermedi, sanità, assistenza, etc., ogni  anno il nostro Paese registra una spesa pubblica superiore di oltre  cinque volte il Pnrr; nel 2023 le uscite dello Stato supereranno, in  termini assoluti, i mille miliardi di euro, ma, a differenza del Pnrr - che  tra il 2021 e la metà del 2026 ci permetterà di investire poco più di 194  miliardi - non c’è la stessa attenzione della politica e dell’opinione  pubblica su come vengono spese queste risorse pubbliche.

Spesa pubblica, Cgia: lo Stato spende 5 Pnrr ogni anno

Infatti, se i soldi del Pnrr dovranno essere investiti in opere,  infrastrutture, aiuti e servizi da ultimare entro due anni e mezzo, alle  singole voci che compongono la spesa pubblica sono destinate  annualmente delle risorse economiche complessivamente cinque volte  superiori, alle quali, però, non viene riservata la stessa oculatezza. In  quella di natura corrente, ad esempio, spesso si annidano sprechi,  sperperi e inefficienze che nessuno riesce a sradicare; le politiche di  spending review realizzate in questi ultimi 10 anni, infatti, sono state  un autentico fallimento.  Insomma, due pesi e due misure che, tra le altre cose, non ci  permettono di tagliare in misura strutturale le tasse. Infatti, se  avessimo una spesa pubblica più contenuta, sarebbero necessarie  meno entrate per mantenere in equilibrio i conti dello Stato, con grossi  vantaggi economici per le tasche dei contribuenti italiani.

 A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia sottolineando che tra  il 2022 e il 2024, in termini assoluti, la spesa pubblica italiana si  attesta stabilmente poco sopra i mille miliardi di euro. La componente più importante è quella di parte corrente (costituita dal pagamento delle  pensioni, delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, dalla sanità, etc.),  che incide, al netto degli interessi sul debito, attorno al 90 per cento  circa della spesa totale. La voce più onerosa è riconducibile alle  pensioni che ci “costano” 317,5 miliardi di euro. Seguono le uscite  ascrivibili al personale con 188,7 miliardi, i consumi intermedi con  170,8 miliardi, la sanità con 134,7 miliardi e l’assistenza e le misure di  sostegno al reddito con 106,5 miliardi. Quest’anno il costo per ripagare  il debito ammonta a 78,4 miliardi di euro.
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