Caro on. Soumahoro, talvolta il silenzio è veramente d'oro

- di: Redazione
 
Gentile on. Aboubakar Soumahoro, dopo avere letto gli estratti giornalistici del dossier con il quale ha annunciato la sua uscita definitiva dal gruppo parlamentare di Sinistra Italiana-Verdi e il suo passaggio al Misto, non è certo il caso di soffermarci sulle argomentazioni che Lei usa per allontanare da sé qualsiasi sospetto sulla sua eventuale conoscenza delle irregolarità (sempre che ci siano: lasciamo il tempo alla magistratura, alla Guardia di Finanza, all'Ispettorato del Lavoro, alle autorità sanitarie di fare i loro accertamenti, nella assoluta certezza della correttezza del loro comportamento) che per taluni sembrano circondarla, pur non vedendola direttamente coinvolto.

Caro on. Soumahoro, talvolta il silenzio è veramente d'oro

Non è quello che, a nostro avviso, oggi è importante, quanto il fatto che Lei motiva quanto le sta accadendo con l'accanimento degli Italiani nei confronti dei ''diversi'' che, nel suo caso, dovrebbero essere le persone di colore. Ora, solo una prima considerazione: ma se fosse vero quel che Lei sostiene, oggi siederebbe nel Parlamento di un Paese che, a suo dire, la discrimina al tale da accusarla ingiustamente? Gentile onorevole, la discriminazione non va a corrente alternata o a secondo dei giorni pari o dispari. Se fosse veramente discriminazione dovrebbe essere costante e non solo quando Lei si sente toccato o accusato di qualcosa (anche se Lei non è indagato e quindi le accuse di cui parla sono quelle dei media, che, almeno fino a questa mattina, emettono solo sentenze formali, non sostanziali come Lei sembra volere accreditare).
Eppure sono queste le sue parole nei confronti del Paese - ci corregga se sbagliamo - che l'ha accolta, le ha dato la possibilità di accreditarsi come personaggio pubblico, al punto da essere corteggiato per candidarsi ed essere eletto.

Le parole che Lei usa, a noi che siamo semplici cittadini di un Paese che resta democratico e tollerante nella sua quasi totalità, suonano stonate, per non dire quasi uno sfregio perché descrive l'Italia come la Virginia o il Mississippi schiavisti, dove la voce dei neri suonerebbe come quella con cui fu doppiata in italiano Hattie McDaniel, la Mami che amava 'miss Rossella' come e più d'una figlia. Ma, gentile on.Soumahoro, quando la si sente parlare qualcuno si sorprende ancora sentendola esprimersi perfettamente e non dicendo 'badrone' o 'brondo'? Perché se così fosse, se lei si sentisse discriminato perché nero, allora sì che avrebbe ragione.
Ma questa vicenda è venuta fuori, in questi termini, solo oggi quando Lei sostiene che ''una persona di colore "va bene finché è un 'negro da cortile', finché protesta con gli striscioni, che peraltro ho fatto mille volte e non smetterò mai di fare, se è povero e sta ai margini. Ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba".

Quindi, a suo dire, è questo che la ferisce di più: essere nel mirino cose che forse poteva conoscere, riguardando non un cugino che risiede lontano, i comportamenti della sua compagna e della di lei madre, con le quali - ma è un nostro pensiero - qualche frequentazione quotidiana doveva pure averla.
Quindi le cose che si sono dette, si dicono (e, ci creda sulla fiducia) si diranno ancora sulla sue vicende, personali e no, sono la naturale conseguenza della voglia di sapere che circonda sempre i personaggi pubblici, e non certo del razzismo di base di coloro che Le chiedono di essere sincero e di dire veramente quel che sapeva. Lei, gentile on. Soumahoro padroneggia la nostra lingua molto meglio di tanti madrelingua e questo forse non l'ha sempre aiutata perché la prontezza che ha nel rispondere l'ha fatta deragliare quando, parlando delle fotografie che ritraevano la sua compagna con abiti firmati (cosa che poteva fare tranquillamente) , ha parlato di un ''diritto all'eleganza'' che, ci consenta, è un sillogismo che ci saremmo aspettati Bernard Arnault, non da Lei. Non perché sia un concetto sbagliato o che si attaglia solo a chi è ricco grazie al lusso (mentre per tutti gli altri si ha il lusso perché ricchi), ma perché è un diritto di cui si possono fare difensori tutti, anche quelli che si presentano in stivali sporchi di fango alla Camera.
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