La Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, iniziativa formativa di
grande importanza e spessore che vede coinvolti i primari Gruppi
e Fondazioni del Paese, ha iniziato la sua navigazione lo scorso
20 novembre per colmare alcuni vuoti formativi cruciali creatisi
in Italia. Ne parliamo con il Segretario Generale Marcello Presicci,
uno dei membri fondatori del progetto.
Iniziamo dal nome che è stato scelto per la Scuola Politica
“Vivere nella Comunità”. Quali sono la mission e la vision
che questa denominazione vuole indicare? Da dove nasce
l’esigenza di dare vita a un’iniziativa formativa così importante e qualificata e quali sono i prossimi passi.
"La scelta del nome, il cui merito è tutto di Sabino Cassese, sta ad
indicare un impegno serio verso la comunità, al di là di qualsiasi schieramento, gruppo o appartenenza politica. Nel titolo vi è
un incoraggiamento ispirazionale, utile per tornare ad occuparsi
della comunità ma con competenze, capacità reali e merito. Purtroppo il nostro paese è lacerato, afflitto da personalismi estremi
e da una contrapposizione ideologica che ne rallenta l’ammodernamento, l’efficienza e la crescita. Negli ultimi anni poi il livello
di preparazione dei nostri politici e della classe dirigente è drammaticamente sceso.
L’iniziativa sta registrando un consenso davvero notevole, abbiamo già in cantiere le prossime edizioni e - vista la rilevanza degli attori coinvolti - vogliamo trasformare la Scuola stessa in una
Fondazione al servizio del Paese. Abbiamo poi in programma 4
seminari da realizzare nel corso del 2021, insieme al supervisory
board, sui temi più rilevanti (educazione finanziaria, green economy, infrastrutture e trasporti e geopolitica)".
Quali sono state le fasi attraverso le quali è nata e come è
organizzata la Scuola nello specifico?
"Come è noto l’idea nasce da Pellegrino Capaldo, uno dei rappresentanti di quella straordinaria classe dirigente che l’Italia poteva
vantare tempo fa (fra i suoi allievi Mario Draghi, Ignazio Visco,
Carlo Messina, Stefano Lucchini). Il prof. Capaldo mi chiese di pensare ad un progetto apartitico che potesse risultare strategico sia
per il pubblico che per il privato. Tradotto: sia per chi fa politica,
sia per chi – manager, amministratori, tecnici – lavora nel privato
ma necessita lo stesso di una preparazione seria per governare
gli accadimenti e far fronte alle molteplici sfide della contemporaneità. Nel corso di questi due anni il supervisory board (presieduto e coordinato dal prof. Paolo Boccardelli) ha elaborato
un articolato piano didattico, individuando un corpo docenti di
rilievo assoluto. Il grande valore della Scuola risiede proprio nelle
straordinarie identità coinvolte. Tutti hanno risposto con vero spirito di servizio ed a loro va il nostro profondo ringraziamento. Se
la Scuola sta riscuotendo questo serio apprezzamento il merito è
dei membri del board".
A proposito professore, lei ha citato Mario Draghi fra gli
ex-allievi del Prof. Pellegrino Capaldo, fondatore della vostra Scuola. Un’altra figura di altissimo livello è la Prof.ssa
Marta Cartabia, presente nel supervisory board insieme a
Bernardo Giorgio Mattarella, Francesco Profumo e Sabino
Cassese. Cosa rappresentano per voi queste illustri personalità?
"Prima di tutto un esempio a cui aspirare per competenze, autorevolezza e spirito di servizio. In secondo luogo i loro valori, la loro
storia e le loro formazioni disciplinari rappresentano un grandissimo patrimonio dal punto di vista del capitale umano a cui la nostra iniziativa si ispira. Come è noto il Presidente Draghi ha sottolineato più volte nel corso degli anni il valore e l’importanza della
formazione per i giovani, specie nell’attuale contesto di crisi. La
nostra Scuola nasce anche per questo, rimettere al centro le competenze e il valore profondo della conoscenza, del merito e della
preparazione, in una modalità utile alla comunità. Il Prof. Capaldo mi ha parlato spesso del Presidente Draghi negli anni passati,
dunque posso confermarle come siamo davvero tutti molto felici
e lieti nell’osservare come finalmente il Paese sia rappresentato
da una figura così straordinaria ed illuminante. È uno splendido
messaggio anche per i giovani che stiamo formando in questi
mesi con dedizione e metodologico rigore. Mi lasci sottolineare
anche un ulteriore aspetto rilevante, il grande impegno di straordinarie donne e professioniste all’interno della nostra Scuola
Politica: Magda Bianco, Luisa Torchia, Monica Parrella, Bianca Farina, Silvia Rapallo, Barbara Beltrame, Rossella Sobrero, Carlotta
Ventura. La loro figura ed il loro contributo per noi sono centrali".
Lei evidenzia spesso la strategicità della formazione multidisciplinare. Ha dichiarato che “la formazione multidisciplinare nell’ultimo decennio è divenuta strategica, ma
nelle nostre scuole ed università (salvo rari casi) siamo
fortemente in ritardo”. Da quali elementi dell’attività
della Scuola emerge con forza questa convinzione? Più in
generale, quali vuoti cerca di riempire un’iniziativa come
questa?
"Credo che in Italia siamo davvero in forte ritardo sui percorsi
formativi multidisciplinari. Mi lasci dire, questo è uno dei tratti
d’eccellenza della nostra iniziativa. Noi non ci occupiamo solo di
geopolitica, solo di comunicazione o solo di finanza. Non focalizziamo la formazione su temi settoriali. Per noi quel modello
disciplinare è una responsabilità dei luoghi istituzionali come le
università ma, vista la complessità dei problemi attuali, per la
classe dirigente serve anche e soprattutto altro. La nostra Scuola
non vuole essere esclusivamente di natura culturale, ma intende
offrire una piattaforma pratica per la mobilitazione di energie e
risorse intellettuali di primissimo livello. In questa logica la Scuola vuole agire anche quale motore di innovazione attraverso lo
sviluppo di iniziative e di soluzioni che possano essere concrete,
tempestive e strategiche".
Alla luce di quanto ha affermato nella risposta precedente e guardando alla mission della Scuola, quali
sono le qualità richieste oggi a un bravo politico o
comunque a un ‘civil servant’, visto che si parla con
sempre maggiore preoccupazione di un calo generale
di qualità del ceto dirigente italiano - almeno di quello pubblico e para pubblico - e non solo di quello più
strettamente politico? Più in generale, quali competenze si possono acquisire grazie alla vostra Scuola?
"Innanzitutto la politica che noi intendiamo è quella inerente
alla gestione della cosa pubblica, la buona amministrazione
– sia nel pubblico che nel privato - che riguarda tutto il Paese
e la capacità di progettare il futuro in maniera sostenibile.
Non necessariamente una politica partitica. I partecipanti alla
Scuola avranno poi l’opportunità di entrare in contatto con
personalità di valore estremo, figure spesso inaccessibili poiché appartenenti a sistemi relazionali differenti e a contesti
diseguali. Da loro potranno apprendere molto non solo in
termini di nozioni accademiche e didattiche ma soprattutto
di vision e capacità di analisi pragmatica. Auspichiamo possano acquisire componenti “soft”, elementi innati come intelligenza emotiva, logiche di pensiero laterale e atteggiamento
inclusivo nelle decisioni. Teniamo a questi valori, valori che
non si apprendono facilmente negli attuali luoghi di formazione".
Avete incluso nella Scuola primarie aziende e fondazioni
tra cui, solo per fare alcuni nomi, Intesa Sanpaolo (main
sponsor), Ferrovie dello Stato, Poste Italiane, Sace, Simest, Generali, Compagnia San Paolo, Fondazione CRT,
Fondazione CDP e così via. Che ruolo giocano nelle definizione dei programmi e nell’agire concreto della Scuola?
"Il loro ruolo è primario. In primo luogo come aziende, poiché
grazie alle loro donazioni permettono ai partecipanti di frequentare la scuola gratuitamente e dare impulso alle attività
del nostro team. In secondo luogo grazie al coinvolgimento e
all’impegno dei loro diretti rappresentanti. Le cito un nome:
Carlo Messina, AD di IntesaSanpaolo, il quale ha tenuto la nostra Lectio Magistralis dimostrando una sensibilità su questi temi
davvero esemplare. Poi l’AD di Ferrovie dello Stato, Gianfranco
Battisti, la Presidente di Poste Italiane, Bianca Farina, il Presidente SACE, Rodolfo Errore ed il Presidente Fondazione CDP Pasquale Salzano, tutti sostenitori del nostro progetto. Per quanto
riguarda le fondazioni esse rappresentano, specie in questa fase
storica di crisi che stiamo vivendo, un interlocutore significativo
di ascolto, interlocuzione e di sostegno verso le comunità. Ad
esempio con Fondazione CRT, grazie alla grande conoscenza degli stakeholder internazionali del Segretario Generale Massimo
Lapucci - vice Presidente del nostro board - vogliamo attivare
una serie di interlocuzioni e partnership internazionali in un’ottica di vero e proprio network globale. Il tema sta già riscuotendo un interesse molto vivo in vari paesi anche al di là delle
nostre aspettative. Questo ci incoraggia molto nel proseguire in
tal senso".
Lo scorso 20 novembre è iniziato il primo ciclo di studi.
Può fare una primissima valutazione di come sta andando? Ultimamente poi, assistiamo alla nascita di molte
scuole di formazione. In cosa la vostra è differente?
"Siamo davvero molto soddisfatti dell’andamento, ma è ovviamente ancora troppo presto per effettuare una valutazione globale. Stiamo tuttavia già ricevendo decine di richieste di iscrizione per la prossima edizione e contestualmente molte aziende
sono desiderose di supportarci e di entrare in contatto con la
Scuola, poiché hanno riconosciuto un capitale umano molto cospicuo. Guardi, sono lieto che altre iniziative, simili alla nostra,
possano nascere poiché i luoghi di formazione della classe dirigente attualmente sono pochi e tendenti alla teoria più che alla
pratica. Come è noto la nostra non è un’operazione commerciale o di business, non ci interessano questi aspetti. La nostra scuola è gratuita, multidisciplinare e apartitica. Il livello degli attori
coinvolti credo sia senza precedenti nel nostro Paese, dunque
tutti siamo impegnati per una missione istituzionale: aiutare l’Italia ad essere governata e guidata dalle nostre migliori risorse.
Non possiamo più permetterci incompetenza, impreparazione e
assenza di serietà".
L'intervista in Pdf è consultabile
qui.