Morire inseguendo la bellezza, cosa insegna la fine di Samantha Migliore

- di: Redazione
 
La morte non ti fa bella: è troppo scontato ricordare il titolo di un film di qualche anno fa, ribaltandone il senso, per parlare di Samantha Migliore, la giovane madre deceduta dopo essersi sottoposta a delle punture di chissà quale intruglio che avrebbero dovuto migliorare il suo aspetto estetico e che invece l'hanno uccisa nel giro di pochi minuti appena.

La tragica scomparsa di Samantha Migliore dovuta a dei trattamenti "estetici"

Una fine incredibile che è resa ancora più agghiacciante non solo dal fatto che a praticarle le puntura sia stata una persona senza alcuna professionalità nel campo delle cure estetiche (occorrono medici e ambienti asettici), quanto che lei, Samantha, già madre, si fosse sposata da pochi giorni appena con un uomo che, per amore suo, aveva lasciato il suo lavoro in Germania e che ora si prenderà cura dei figli della moglie.
Sarebbe troppo facile dire che ci troviamo davanti all'ennesimo caso di cronaca, perché è invece uno spaccato in cui si sono incrociate la voglia di Samantha di essere più bella, la sua ignoranza o la sua cieca fiducia riposta in chi non la meritava, il criminale comportamento di chi l'ha bucata come fosse un palloncino e che è scappata, vedendola rovesciare gli occhi all'indietro, quando il mix di silicone e chissà cos'altro è entrato in circolo, provocando forse uno shock anafilattico che non le ha dato scampo.

Questa persona, che forse dietro consiglio dei suoi avvocati si è poi costituita, si chiama Pamela Andress, ha una cinquantina d'anni. Ma è un nome d'arte perché, alla nascita, in Brasile, era un maschio che ha poi cambiato sesso. Ma questo non c'entra assolutamente nulla con la gravità dei suoi comportamenti, perché c'è da pensare che non fosse certo la prima volta che si ''esercitava'' nella chirurgia estetica non avendone né titolo né la necessaria preparazione. Una sorta di maneggiona che, evidentemente servendosi dei social per promuovere la sua attività (parallela a quella dell'organizzazione di eventi, tutti leciti e che hanno spesso al centro transessuali), si è presentata a casa di Samantha con una tanica piena di un liquido che non ha avuto nessuna remora nell'inserirlo nell'organismo della vittima.
Ma bisogna lasciare da parte la cronaca di questa tragica vicenda che, a suo modo, deve servire d'esempio perché, da noi, in Italia, solo se sbatti il muso contro un morto, capisci i rischi che si corrono a mettere la propria vita nelle mani di chi rischia solo di strappartela.

Quante ''Pamela Andress'' si aggirano per le nostre città, spacciandosi per quel che non sono, nella consapevolezza che camminare sullo strettissimo crinale che separa una normale attività da un atto criminale? Quanti interventi del genere vengono praticati dietro lo schermo compiacente di centri estetici, dove sono ben altri gli interventi autorizzati. Ma quattro mura e la complicità della gente autorizza questa pletora di pseudo-medici a continuare ad agire, aspettando solo un'altra Samantha.

E' amaro dirlo, ma, in questa opera di alfabetizzazione rispetto ai pericoli della manica di delinquenti con siringhe e silicone in mano, hanno fatto più i servizi di un tg satirico (sono loro che si definiscono così) come 'Striscia la notizia' che tutti i telegiornali ufficiali e generalisti messi insieme. Eppure non è bastato perché Samantha, facendosi abbindolare non solo dalla prospettiva di realizzare un suo sogno, ma forse più dal poterlo fare a poco prezzo, si è messa nella mani di una persona che, per bocca dei suoi avvocati, sta approntando una difesa rabberciata che parla di una donna in perfetta salute dopo il suo trattamento a colpi di siringa. Tutti hanno diritto di difendersi, ma non vorremmo che il fatto che contro Pamela Andress non sia stato emesso un provvedimento restrittivo - con motivazioni tutte rispettabili - sia un segnale della valutazione dell'accaduto. E' stato detto che non era necessario mandarla in carcere non essendoci pericolo di fuga. Ma ne siamo veramente sicuri, trattandosi di una persona che dovrebbe avere ancora la nazionalità (e quindi documenti ufficiali) del Brasile, Paese sempre restio a concedere estradizioni, men che meno di suoi cittadini?
Intanto, cinque bambini sono rimasti senza una madre che, per amore loro, aveva già sfiorato la morte quando il suo ex le aveva sparato in testa.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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