Salvini parla alle paure del Paese e guadagna consensi

- di: Redazione
 
Come un bravo imprenditore, che capisce quando le sue scelte recenti sono sbagliate e, per tornare a fatturare, riesuma quelle vecchie, Matteo Salvini ha ripreso ad alimentare le paure del Paese, descrivendo scenari - di oggi, ma soprattutto di domani - in termini talmente drammatici, ma di presa emotiva, che lo hanno catapultato nuovamente al centro della scena politica, guadagnando spazio ai danni di Giorgia Meloni, che certo, un anno fa, non pensava che gli attacchi più duri alle sua leadership le sarebbero arrivati dalla maggioranza.

Salvini parla alle paure del Paese e guadagna consensi

Ma, in amore e in guerra, sottovalutare le risorse dell'amato e del nemico è un errore che si può pagare ad altissimo prezzo. Di questo, forse, Giorgia Meloni dovrebbe tenere conto, anche perché, sempre che i sondaggi abbiano attendibilità e quindi un senso, Salvini e la Lega, dopo le ultime ulceranti dichiarazioni del ''capitano'' contro tutto quello che può essere etichettato come ''Europa'', stanno volando nei consensi, tornando sopra il 10 per cento.
Che, in termini meramente aritmetici, è una quota molto lontana da quella su cui è attestato il partito della premier, ma in ogni caso delinea scenari molto diversi da quelli di appena un anno fa, quando Fratelli d'Italia era la forza egemonizzante e, soprattutto, che incarnava l'ala destra della maggioranza e quindi dell'elettorato.

Una situazione che Salvini ha ribaltato oltre che con le parole, anche con i fatti stringendo patti di ferro con Marine Le Pen e con Afd, il partito tedesco estremista di destra che, in un normale consesso politico, sarebbe messo all'indice da tutti.
Salvini non solo si è portato Marine Le Pen sul palco di Pontida, quanto ha dato per scontato che, in Europa, non ci possa essere altra alleanza che con lei e i mazzieri di Alternative für Deutschland. Una proposta politica cui Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, guarda con qualcosa molto simile al ribrezzo, come sottolinea sempre ricordando le tesi razziste di AfD e come esse siano in antitesi con la civile convivenza e il rispetto. Ma per Salvini ogni alleanza è lecita pur di battere la sinistra, una cosa che per lui è diventata un obiettivo irrinunciabile e che torna e ritorna in ogni suo discorso.

Lui, comunque, continua nella sua cavalcata nelle praterie della destra estrema della coalizione di governo, nella consapevolezza che questo potrebbe avere ricadute positive, consentendogli, nell'ordine di:
1) riproporsi agli occhi del popolo padano come il vessillifero delle politiche di ''esclusione'' di tutti coloro che non rientrano nel suo modello di ''cittadino perfetto'';
2) conquistare consensi tra coloro che non si riconoscono più nella Meloni in versione di governo, dopo averla votata come leader dell'opposizione;
3) andare all'attacco dell'Europa, ritenendola come la madre di tutte le discriminazioni nei confronti dell'Italia. Quella stessa istituzione di cui ha pure fatto parte, da parlamentare europeo, sebbene non brillando per presenze in aula.
Tutti obiettivi in nome del quale il segretario leghista non lesina anche attacchi personali (molto vicini all'insulto) contro chi, come Ursula con der Leyen, è necessario a Giorgia Meloni, impegnata nell'impresa per fare diventare quello dell'emigrazione un problema non più solo italiano.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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