Cronache dai Palazzi - Salvini va fino in fondo, a destra
- di: Redazione
E' a dir poco singolare la partita che si sta giocando dalle parti della maggioranza di governo che, fattasi testuggine (nel senso della formazione cara ai legionari romani) se c'è da difendersi, va avanti in ordine sparso verso l'appuntamento elettorale europea di primavera, da cui sembra vengano fatti discendere i destini del mondo.
Quello che appare evidente è che la strategia scelta da Matteo Salvini, e sostenuta dai suoi più stretti collaboratori, è quella di alzare i toni ideologici, schierandosi alla destra della destra e, per questo, chiedendo il conforto alla sola porzione della politica europea in grado di garantire alla Lega un peso ben maggiore di quello attuale.
Solo che - alla luce delle condizioni di oggi, domani chissà... - la scelta di Salvini appare destinata alla sconfitta perché sta cercando sponda nelle formazioni di destra, più o meno accentuata, che, per sconfiggere quell'Europa che odiano, devono prima conquistarla.
Ma con quali forze?
Cronache dai Palazzi - Salvini va fino in fondo, a destra
Si potrebbe dire che il vento della destra soffia forte in Europa, ma è un vento per pochi eletti perché, anche mettendoli tutti d'accordo, i partiti cui Salvini strizza l'occhio sono numericamente insufficienti a espugnare, a Bruxelles, il palazzo Justus Lipsius, bastione delle istituzioni comunitarie.
Ma per il segretario della Lega, se le parole sono importanti, di più lo sono i fatti. E per fatti si intende organizzare l'evento che, a Firenze, domenica vedrà la destra europea a confronto in quello che, per gli avversari, è qualcosa di colore nero, spaziando nella definizione da ''circolo'' a ''convention'', ad ''adunata'', a ''cantiere''.
Comunque, chiamatelo come volete, dovrà essere l'appuntamento che sancirà la nascita ufficiale di un'alleanza.
Se i sogni spesso muoiono all'alba, quelli di Salvini di farsi ospite e cerimoniere dell'evento, e quindi accogliere i leader dei partiti della destra estrema in Europa, stanno registrando una inattesa moria, perché il panel o il parterre de rois che aveva immaginato si sta riducendo, non tanto numericamente, quanto nella qualità e nell'appeal di vi ha garantito la sua presenza fisica. Perché se vuoi celebrare la nascita della destra anti-sistema e non hai sul palco Marine Le Pen e nemmeno Geert Wilders, new entry olandese nell'Olimpo anti-Ue, allora l'evento rischia di nascere senza la necessaria forza di attrazione. Perché un conto è ballare con Le Pen e Wilders, un altro è accontentarsi di chi loro hanno mandato, preferendo altri impegni, oppure di un video-messaggio, quasi un biglietto di auguri ''per immagini'' alla manifestazione che, al grido di ''lavoro, sicurezza e libertà'', dovrebbe inaugurare la campagna (elettorale) di primavera.
L'annuncio dell'evento di Firenze ha alzato i toni del confronto tra la Lega e quell'entità indefinita che viene chiamata sinistra, accusata, in una dichiarazione congiunta dei capigruppo leghisti di Camera e Senato, Molinari e Romeo, di ''alimentare tensioni''. L'auspicio, dicono i due, è che ''nessun estremista raccolga i messaggi provocatori che arrivano dall'opposizione e che gli stessi non sfocino in azioni violente'', forse sapendo che, mentre le delegazioni che partecipano alla convention (tra le quali quelle della tedesca Afd, di cui tanto si è parlato per le sue posizioni estremistiche, come quelle contro i migranti e l'islam), i centri sociali hanno convocato mobilitazione "anti-fascista".