Si chiude a Milano la sesta edizione del Salone del Leasing

- di: Redazione
 
Un’Italia produttiva “solidissima” (Fortis, Edison), che se vuole continuare a crescere deve battersi in Europa affinché  la revisione delle regole di Basilea3 “non provochi  il restringimento dell’accesso al credito alle  PMI che contribuiscono per il 70% del nostro PIL” (Mescieri, Assilea) e che deve “mettere ancora più risorse nella Nuova Sabatini e non fermare le garanzie Sace” (Brunori, Confindustria), per continuare quella spinta che ci ha fatto crescere più di USA, Germania, UK e Francia nell’ultimo biennio. Anche grazie al supporto del leasing agli investimenti produttivi, che quindi non vanno fermati.

Si chiude a Milano la sesta edizione del Salone del Leasing

Questa la fotografia emersa da LEASE2023, il Salone del Leasing organizzato da Assilea, che si è concluso oggi a Milano con gli approfondimenti su “La contribuzione del PNRR alla crescita del Paese” e “Crescita sostenibile: opportunità e minacce”.
 
A conclusione della kermesse è intervenuto l’on Marco Zanni, europarlamentare e Presidente del Gruppo europeo Identità e democrazia. “In un momento in cui abbiamo più che mai necessità di investimenti, stiamo cercando di far capire alle istituzioni europee l'importanza di non penalizzare il leasing, come l'impianto iniziale di Basilea3 rischiava di fare. Ci vuole una visione politica al di sopra di quella tecnica” - ha spiegato -. “stiamo affrontando una sfida importante per cambiare il modello di sviluppo industriale, ma se non calibriamo bene gli strumenti normativi non centreremo i nostri obiettivi. In questo senso, nella negoziazione tra Consiglio, Parlamento e Commissione UE siamo riusciti a far inserire un mandato molto ampio all’EBA affinché analizzi un approccio corretto per il leasing, sulla base della reale minore rischiosità dello strumento. Il testo consolidato arriverà per metà novembre e ci possiamo aspettare la pubblicazione ufficiale per inizio 2024 ”.
 
Assilea, ha presentato i risultati dello studio realizzato da KPMG, ha stimato che oltre agli incentivi previsti dal PNRR, il leasing può veicolare nel sistema economico del Paese ulteriori risorse fino a 105 miliardi nel quadriennio 2023-2026. Per questo Assilea si confronta con il Governo per ottenere il pieno riconoscimento del leasing come strumento di finanziamento in tutte le misure del PNRR.
 
Nei bandi pubblici il leasing non sempre viene incluso tra le forme di finanziamento ammesse, l’unione europea equipara il leasing a tutte le forme di finanziamento a sostegno degli investimenti. Abbiamo realizzato un’analisi dalla quale emerge che i bandi dove è ammesso il leasing mostrano un utilizzo migliore delle risorse rispetto a quelli in cui questo strumento non è consentito”, ha spiegato Guido Tirloni, Partner KPMG Advisory. “Ammettere sempre il leasing come modalità di acquisizione dovrebbe essere percepito come un interesse generale.
 
Sappiamo che il contratto appalto comporta l’iscrizione a bilancio di un debito, questione superata con la scelta di un contratto di leasing”, gli ha fatto eco l’Avv. Joseph Brigandì, Direttore Team Public & Administration Deloitte Legal. “Tuttavia, non si capisce perché il privato sceglie in massa il leasing per finanziare ad esempio la realizzazione di nuovi siti produttivi, mentre i vantaggi che lo strumento comporta non vengano percepiti quando cambia il soggetto e diventa pubblico”.
 
Altro fronte cruciale è quello della crescita sostenibile. Dal Salone del leasing emerge come, nella fase attuale, sia evidente una carenza informativa e come il primo necessario sforzo debba essere quello di favorire la messa a sistema di tutti i dati esistenti, rendendoli interoperabili e disponibili. Eni per l’energia, le Camere di commercio per la geolocalizzazione, i dati ISTAT, cui poi aggiungere le micro-informazioni dell'impresa privata.
 
Sta cambiando il paradigma di produzione del valore, fino a oggi estraneo a tutto ciò che avveniva all'esterno dell'azienda. L'impresa è ora chiamata a valutare insieme tutti gli aspetti, interni ed esterni” - ha sottolineato Andrea Nobili, Responsabile Ufficio consulenza tributaria e contabile ABI. “Ben vengano dunque le banche come strumento della rivoluzione, ma non possono fare i gendarmi sanzionatori. Una banca che dice a un’azienda: non ti finanzio perché non sei sufficientemente green, può essere un problema. Infine, dovremmo domandarci se sia opportuno estendere così tanta compliance a soggetti anche piccoli”.
 
“Dobbiamo evitare l’effetto stigma” - ha confermato Polo Marullo Reedtz, Presidente Comitato tecnico per gli standard di sostenibilità OIC - “cioè che le imprese siano razionate nel credito perché sarebbero penalizzate proprio negli investimenti volti a cambiare la loro natura o quella delle loro produzioni in una visione green, magari solo per l’assenza di adeguate informazioni”.
 
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