Rosetti Superyachts

- di: Germana Loizzi
 

Già vinta la sfida lanciata nel 2017 con alle spalle un gruppo come Rosetti Marino. Il Ceo Fulvio Dodich spiega il successo così rapido.

 

Dottor Dodich, Rosetti Superyachts è relativamente nuova (è stata creata nel 2017), ma alle spalle di questo cantiere c’è un gruppo primario come Rosetti Marino - fondato nel 1925 e quotato in borsa a Milano - che opera con grande successo da quasi 100 anni nel mondo dell’offshore e dello shipbuilding. All’inizio di questa nuova avventura, il 7 novembre 2017, lei affermò: Abbiamo deciso di lanciare questa iniziativa basata sulla notevole esperienza di Rosetti Marino, sul solido contesto finanziario e sulle eccezionali infrastrutture, per creare superyachts di alto livello che siano semi o totalmente customizzabili e al contempo fornendo eccellenze tecniche e soluzioni innovative. Stiamo proponendo yachts Made in Italy disegnati e costruiti seguendo i più alti standard tecnici e di sicurezza, qualità che già caratterizzano tutte le società di Rosetti Marino Group”. A distanza di meno di due anni da questa dichiarazione, qual è il bilancio che può fare?
Le premesse dichiarate alla nascita sono le stesse perché fanno parte del DNA di Rosetti Superyachts, sono la base sulla quale la società è stata creata. La storia e l’expertise maturati da Rosetti Marino nonché le facilities di cui dispone sono per noi innegabili e vitali.Il connubio fra Rosetti Marino e la mia esperienza maturata con oltre 1.400 yachts consegnati resta a mio parere una combinazione vincente.

Rosetti Superyachts può quindi fare affidamento sulle competenze tecniche e di engineering condivise tra le diciotto società che compongono il Gruppo, così da proporre soluzioni custom per lo sviluppo e l’utilizzo delle più avanzate tecnologie da applicare ai propri yachts di ultima generazione. Non è da tutti poter contare su un know-how di altissimo livello per una nuova avventura ‘top level’. Ci sono state difficoltà impreviste in queste sinergie, strozzature inattese, oppure tutto finora è andato secondo i piani?
Ad oggi Rosetti Superyachts ha percorso senza difficoltà la strada che si era prefissata per il lancio dei progetti da proporre al mercato. Le sinergie si sono attivate e si stanno attivando in maniera più definitiva ora che la costruzione del primo Explorer è partita, per cui ingegneria e produzione stanno lavorando insieme.

Rosetti Superyachts si è presentata subito sul mercato della nautica di diporto come un player focalizzato nella realizzazione di imbarcazioni Explorer, Supply Vessel e Superyachts dai 35 ai 140 metri. Dal 2017 ad oggi sono stati presentati diversi ‘concept’ con importanti designer italiani. Nel dicembre 2018 la Società ha comunicato la vendita del primo scafo: un 38 metri Explorer in collaborazione con lo studio Hydrotec di Sergio Cutolo. Lo yacht è attualmente in costruzione nella ‘facility’ di San Vitale, Ravenna. Quando è previsto il suo varo ufficiale? Qual è l’obiettivo standard di vendite annue nella nautica da diporto superyacht? Prevede altri ordini nel corso del 2019?
La barca verrà consegnata come dichiarato 24 mesi dalla sigla del contratto, prima della consegna ufficiale ci sarà un varo tecnico e uno ufficiale in data ancora da definirsi.
Un obiettivo standard di vendita non è definibile visto che ci troviamo nel mondo del custom e non della produzione seriale. I nostri progetti richiedono anni per essere sviluppati a seconda delle dimensioni e alcuni ordini possono entrare nello stesso anno, ma vanno poi ripartiti su più esercizi.
Certamente ci aspettiamo altri ordini, stiamo lavorando intensamente per chiuderli, tuttavia essendo un’azienda quotata non possiamo dichiarare dati relativi alle aspettative future.

Oltre ai diversi ‘concept’, Rosetti si è distinta per le innovazioni tecnologiche come il rivoluzionario ‘Remote control’. In pratica, utilizzando una console remota installata in un ufficio a terra, lo yacht può essere manovrato utilizzando gli stessi strumenti che si trovano sul ponte di comando. Può spiegarci in sintesi tutti i vantaggi del ‘Remote control’, che appare davvero come un potente valore aggiunto che la Società mette in campo, facendo un forte balzo in avanti tecnologico?
Questa tecnologia è stata installata e testata a bordo del rimorchiatore “Giano”. Per le lunghe tratte ha il vantaggio di poter trasferire l’imbarcazione con un numero inferiore di persone di equipaggio a bordo e di beneficiare al contempo di un doppio controllo, da bordo e da remoto, quindi una maggiore sicurezza. Aggiungiamoci che può offrire anche un piacevole modo per l’armatore per assistere o partecipare alla guida della sua barca da remoto.

Quali sono complessivamente, oltre al ‘Remote control’, gli altri elementi distintivi e unici, non solo nel campo della tecnologia, che Rosetti Superyachts può vantare?
Essendo da sempre leader nella costruzione di barche commerciali, definiamole “da lavoro”, abituate a navigare e a mantenere la stabilità di bordo in mari estremi e formati, sicuramente tutti i sistemi di sicurezza quali il Dynamic Positioning (DP1 e DP2), ed altri che assicurano la compliance ai protocolli di sicurezza internazionali, sono assolutamente nelle nostre corde.
Discorso analogo vale per quanto riguarda la possibilità di costruire barche in Ice Classe o con Polar Certificate, cosa già fatta in passato.

Nello scorso aprile avete svelato nuovi dettagli del 52m Supply Vessel Yacht. Il ‘concept’ di questo 52 metri è stato sviluppato in collaborazione con il designer italiano Giovanni Griggio, di Phi Design Lab. “La volontà di coniugare le funzionalità di un Supply Vessel al design e alla qualità delle finiture proprie di un superyacht - avete affermato - è il fulcro di questo ‘concept”. Quali sono gli elementi che lo rendono un’esperienza unica e quali reazioni avete ricevuto dal mercato sul 52m Supply Vessel Yacht?
Il plus di questo progetto è quello di rappresentare la sintesi perfetta tra le prestazioni offerte da un ponte di poppa estremamente ampio che può accogliere i toys dell’armatore e fungere anche da helipad touch-and-go, e il comfort interno dato da un layout tipico di uno yacht. La linea esterna poi, parla da sé. Il mercato ha dato un’ottima risposta al progetto di cui siamo molto contenti.

I
l mercato della nautica ha subito colpi molto pesanti durante la grande recessione, interrompendo e anzi invertendo la cavalcata in avanti registrata dal settore tra il 2000-2008, che si possono definire per l’industria nautica dei veri e propri ‘anni d’oro’. La crisi tuttavia appare superata e il mercato è tornato in espansione. Quali segnali arrivano dal mercato per la nautica di altissima gamma e in particolari per i superyachts? Quali sono gli aspetti che la domanda privilegia e che rendono un prodotto di alta gamma competitivo? In altre parole, come è cambiata - rispetto a quella pre-recessione - la domanda del mercato?
Il mercato si sta riprendendo e i dati ufficiali lo dimostrano. Il 2018 ha visto fatturati molto vicini a quelli del 2008, ultimo anno pre-crisi. L’Italia si sta difendendo molto bene con una percentuale di leadership pari al 45,7% degli ordini mondiali nel mercato dei Superyacht (fonte Deloitte). Credo che in questo momento si stia puntando molto al design ricercato, ma funzionale e alla sicurezza visto che il trend è quello di spostarsi verso luoghi remoti ed esplorazioni vere e proprie.

Elemento sempre più cruciale è quello della sostenibilità. Quali sono le garanzie che Rosetti Superyachts può offrire su questo fronte? In altre parole, c’è chi si limita a rispettare la normativa e chi fa della sostenibilità uno dei cardini, ben al di là da quanto imposto dalla normativa, della propria competitività. Qual è, in altre parole, il vostro approccio al concetto di sostenibilità?
In Rosetti Marino il tema della sostenibilità è molto sentito: è stato costituito un team di giovani all’interno dell’azienda che hanno l’obiettivo di diffondere una coscienza “green” tra i dipendenti sia nei comportamenti all’interno dell’azienda sia nella loro vita privata. La propensione al green c’è anche per quanto la produzione, chiaramente ogni progetto riflette quanto il cliente desidera, per cui è assieme a lui che svilupperemo tecnologie e soluzioni volte al rispetto del mare e dell’ambiente in generale.

Il cantiere di Ravenna è il cuore pulsante delle attività e delle produzioni dell’offshore e dello shipbuilding del Gruppo Rosetti Marino e quindi anche di Rosetti Superyachts. Per tutto il tessuto economico e sociale ravennate le attività del Gruppo rappresentano un valore aggiunto di grande importanza. A suo parere, quale valore aggiunge l’attività di Rosetti Superyachts nell’irrobustire il valore aggiunto che il Gruppo porta all’economia e all’assetto sociale del territorio di riferimento?
Il valore che la nautica apporta ad una città come Ravenna, a vocazione navale, è indubbia. L’indotto che la costruzione di una nave porta al territorio è inimmaginabile in termini di forniture di materiali, servizi, artigianalità e competenze richieste alla forza lavoro.

Il Gruppo Rosetti Marino ha consolidato la propria reputazione a livello globale grazie alle proprie navi custom estremamente efficienti, al rispetto dei tempi di consegna e alla grande attenzione al servizio postvendita. Il suo cantiere italiano San Vitale, nel porto di Ravenna, occupa una superficie totale di 257 mila mq, che include pontili, ormeggi e un’are coperta di circa 17.000mq, che include due stabilimenti costruttivi di 25x100m ciascuno e un dry dock di 160x25m. Fino a oggi il cantiere ha varato 122 navi da 40 a 120 metri di lunghezza. Relativamente all’aspetto cruciale del servizio post vendita, Rosetti Superyachts può garantire fin da subito i livelli eccellenti del Gruppo? Come è organizzato tale servizio?
Le aspettative e la reputazione che Rosetti Marino ha sul mercato sono un valore fondamentale per noi, per cui vi terremo fede. Per quanto riguarda il post-vendita mi faccia dire quello che sostengo da anni: è con un ottimo after-sales service che ci si guadagna la loyalty dei clienti.

Dottor Dodich, lei è ravennate di origine ed è arrivato ad essere partner e CEO di Rosetti Superyachts dopo una brillantissima carriera manageriale. Quali sono state le motivazioni che l’hanno portata a decidere di intraprendere questa nuova avventura professionale?
Per chi come me che ha avuto tante esperienze in cantieri di diversa estrazione e tipologia non poteva esserci sfida più interessante di quella di creare qualcosa che fosse anche un po’ mio nella città in cui sono nato e in cui vivo. In realtà io sono stato partner anche in altre iniziative di successo precedenti.
Quest’ultima la vivo come una restituzione del mio know-how al luogo che mi ha sempre riaccolto dopo ogni viaggio e avventura, un luogo che amo, denso di persone eccellenti.

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