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Risparmi italiani all’estero, superata la soglia dei 215 miliardi di euro

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Risparmi italiani all’estero, superata la soglia dei 215 miliardi di euro

Il patrimonio finanziario detenuto all’estero dai cittadini italiani ha superato nel 2024 la soglia record dei 215 miliardi di euro. A certificare il dato è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo cui nell’ultimo anno si è registrato un aumento di circa 25 miliardi rispetto all’anno precedente. Questo incremento conferma una tendenza strutturale che vede crescere la propensione dei risparmiatori italiani a diversificare il proprio portafoglio al di fuori dei confini nazionali, puntando sempre più su strumenti e mercati internazionali.

Risparmi italiani all’estero, superata la soglia dei 215 miliardi di euro

L’analisi della composizione di questo capitale evidenzia che la quota più rilevante è impiegata in strumenti finanziari come titoli obbligazionari, azioni e fondi comuni. Una parte consistente è inoltre custodita sotto forma di depositi bancari presso istituti stranieri, mentre una percentuale minore ma comunque significativa è investita nel mercato immobiliare di altri Paesi. Questo insieme di scelte riflette il desiderio di proteggere i risparmi da eventuali instabilità, non solo economiche ma anche normative, che potrebbero derivare dall’andamento interno del Paese.

Motivazioni e convenienze
Diversi fattori contribuiscono a spiegare la crescita costante dei capitali esportati legalmente. Da un lato c’è la ricerca di rendimenti più competitivi rispetto a quelli offerti dagli strumenti italiani, in particolare nei momenti in cui i tassi di interesse o le politiche fiscali interne penalizzano gli investitori. Dall’altro, si fa sempre più forte la volontà di frammentare il rischio, affidando parte del proprio patrimonio a mercati regolamentati da legislazioni percepite come più stabili o vantaggiose, anche dal punto di vista del carico fiscale.

Effetti sul sistema Paese

Il fenomeno ha implicazioni rilevanti sia per le famiglie che per l’economia nazionale. Per i privati cittadini, detenere attività finanziarie o immobiliari all’estero comporta obblighi di dichiarazione e adeguamento alle normative sul monitoraggio fiscale, in particolare con riferimento al quadro RW della dichiarazione dei redditi. La gestione amministrativa e fiscale di questi patrimoni richiede dunque un livello di consapevolezza più elevato e l’assistenza di professionisti specializzati. Sul piano macroeconomico, invece, l’aumento dei risparmi detenuti oltre confine riduce il volume di risorse potenzialmente disponibili per l’investimento nel tessuto produttivo nazionale, con effetti a cascata su banche, imprese e crescita interna.

Il quadro nazionale del risparmio
Nel frattempo, il valore complessivo dei risparmi delle famiglie italiane ha toccato i 2.211 miliardi di euro, con una media procapite di circa 37.500 euro. Questa cifra comprende tanto la liquidità parcheggiata nei conti bancari quanto gli investimenti in strumenti finanziari. I depositi bancari rappresentano la voce principale con 1.131 miliardi, seguiti da azioni, fondi e titoli che complessivamente raggiungono 1.079 miliardi. Le differenze territoriali restano ampie: Bolzano, Milano e Piacenza guidano la classifica per depositi pro capite, mentre sul fronte degli investimenti mobiliari Milano si conferma prima con oltre 71.000 euro per residente, davanti a Biella e Modena.

Fiducia e prospettive

Il quadro che emerge è quello di un Paese che, pur confermandosi tra i più risparmiatori d’Europa, manifesta segnali di disaffezione verso le opportunità di investimento domestiche. La decisione di guardare oltreconfine per valorizzare i propri capitali sembra rispondere a logiche di prudenza e opportunismo, ma pone interrogativi seri sull’efficacia delle politiche pubbliche nel trattenere ricchezza e nel rilanciare l’economia reale. L’industria finanziaria italiana, così come il sistema fiscale, è chiamata a un cambio di passo per rispondere alle esigenze di una platea di risparmiatori sempre più esigente, informata e mobile. La soglia dei 215 miliardi all’estero, in questo contesto, è molto più di un numero: è il segnale che la geografia della fiducia economica degli italiani si sta rapidamente riscrivendo.

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