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Rifiuti speciali, Italia sopra la media Ue: riciclato il 73% nel 2023, mercato in crescita

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Rifiuti speciali, Italia sopra la media Ue: riciclato il 73% nel 2023, mercato in crescita

Il Rapporto ISPRA 2025 conferma la posizione dell’Italia tra i Paesi leader in Europa per la gestione dei rifiuti speciali. Nel 2023 sono stati generati 164,5 milioni di tonnellate, in aumento dell’1,9% rispetto al 2022. Di queste, ben 130 milioni di tonnellate sono state avviate a riciclo, pari al 73% del totale, superando la soglia del 70% fissata dalla normativa comunitaria.

Rifiuti speciali, Italia sopra la media Ue: riciclato il 73% nel 2023, mercato in crescita

Un risultato che va letto anche in chiave industriale: ogni punto percentuale di recupero in più significa meno smaltimento in discarica, minori costi di importazione di materie prime e maggiore creazione di valore lungo le filiere.

Il settore costruzioni in prima linea
Il comparto delle costruzioni e demolizioni resta il più rilevante, con 83,3 milioni di tonnellate di rifiuti prodotte (pari al 51% del totale nazionale). È anche quello che ha registrato la performance migliore sul fronte del recupero, con un tasso dell’81%.

La gran parte dei materiali viene riutilizzata in rilevati e sottofondi stradali, settori strategici per infrastrutture e sicurezza. Tuttavia, come osserva il presidente Ispra Stefano Laporta, la sfida è valorizzare ulteriormente il riciclo, trasformandolo in produzione di nuovi materiali edili ad alto valore aggiunto, riducendo così la dipendenza da materie prime tradizionali.

Il valore economico del recupero

Il riuso dei rifiuti speciali rappresenta un fattore competitivo. La gestione di questa massa di materiali genera un mercato da miliardi di euro, che coinvolge aziende private autorizzate al recupero e allo smaltimento, fornendo occupazione qualificata e nuove opportunità di investimento.

Il 93,8% dei rifiuti speciali è classificato come non pericoloso, il che ha favorito lo sviluppo di filiere industriali efficienti e meno costose rispetto alla gestione dei rifiuti pericolosi. Questo ha permesso all’Italia di posizionarsi meglio rispetto ad altri Paesi Ue, dove i tassi di recupero restano inferiori e più frammentati.

Un vantaggio strategico
In un contesto di instabilità geopolitica e volatilità dei prezzi delle materie prime, la capacità italiana di recuperare oltre due terzi dei propri rifiuti speciali assume un valore strategico. Ogni tonnellata riciclata equivale a una tonnellata di materia prima che non deve essere estratta o importata, con benefici diretti sulla bilancia commerciale e sulla sicurezza energetica e industriale.

Le prossime sfide
Resta però il 27% di rifiuti speciali ancora destinati a discariche o inceneritori. Per colmare questo gap sarà necessario investire in innovazione tecnologica, nella qualità del riciclo e nella creazione di filiere a maggiore valore. Il salto di qualità sarà passare dal semplice riuso al closed-loop recycling, dove i materiali riciclati ritornano a produrre beni dello stesso tipo, moltiplicando i benefici economici oltre che ambientali.

Italia laboratorio dell’economia circolare
I dati ISPRA confermano che l’Italia non è soltanto “virtuosa” dal punto di vista ambientale, ma anche competitiva sotto il profilo economico. Il 73% di recupero dei rifiuti speciali rappresenta un primato europeo e un laboratorio avanzato di economia circolare, capace di ridurre costi, attrarre investimenti e generare occupazione qualificata.

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