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Rapporto BPER 2025: l’agroalimentare traina l’economia italiana e conquista la leadership europea

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Rapporto BPER 2025: l’agroalimentare traina l’economia italiana e conquista la leadership europea

Il 2024 ha consacrato l’agroalimentare come uno dei pilastri dell’economia italiana, rafforzandone il peso strategico a livello europeo. Secondo il Rapporto sull’Economia Agroalimentare 2025 di BPER, il valore aggiunto dell’agricoltura ha raggiunto quota 44,4 miliardi di euro, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente.

Rapporto BPER 2025: l’agroalimentare traina l’economia italiana e conquista la leadership europea

Un risultato che consente all’Italia di superare Francia e Spagna, conquistando il primato nel settore primario dell’Unione europea.

L’industria alimentare riparte
Non solo agricoltura. L’industria alimentare italiana ha registrato un valore aggiunto pari a 37 miliardi di euro (+3,5%), posizionandosi al terzo posto nella classifica UE. La crescita è diffusa in tutte le regioni, con performance particolarmente rilevanti al Sud, mentre Lombardia, Veneto e Sicilia guidano la classifica per concentrazione produttiva.

Il peso della filiera e dell’export
Con un fatturato complessivo di filiera superiore a 676 miliardi di euro e un export che tocca i 69 miliardi (+7,5% rispetto al 2023), l’agroalimentare italiano si conferma un motore di crescita, sostenuto soprattutto dalla domanda estera. Il saldo commerciale dei prodotti trasformati è positivo per 14,2 miliardi. Parallelamente crescono le attività secondarie, come gli agriturismi e la produzione di agroenergie, settore in cui l’agricoltura contribuisce già per l’11% alla produzione nazionale di rinnovabili, con potenziale di arrivare al 22% entro il 2030.

Le sfide sul tavolo
Nonostante i numeri positivi, il rapporto segnala criticità. Tra queste, l’impatto dei dazi internazionali, le difficoltà di accesso al credito, la necessità di accelerare sull’innovazione tecnologica e di affrontare il tema del ricambio generazionale. Le imprese agricole guidate da under 35 sono appena 52.700, pari al 7,5% del totale. Un dato che impone politiche mirate per attrarre giovani e favorire il passaggio di testimone.

Il rischio dell’Italian sounding
Sul fronte commerciale, preoccupa l’ipotesi di nuove tariffe sui prodotti agroalimentari europei. Secondo BPER, ciò potrebbe favorire la diffusione dell’Italian sounding, ossia la produzione all’estero di alimenti che richiamano l’Italia solo nel nome o nell’immagine, sottraendo quote di mercato alle eccellenze autentiche.

Innovazione e sostenibilità come leve strategiche
Il report indica l’agri-tech e la digitalizzazione come assi fondamentali per garantire competitività e occupazione. L’agricoltura 4.0, l’uso di tecnologie intelligenti e la transizione verso modelli sostenibili sono già realtà in molte aziende, ma richiedono ulteriori investimenti. Qui entra in gioco il ruolo del credito, soprattutto in una fase in cui i tassi d’interesse, grazie alle recenti decisioni della Banca Centrale Europea, sono tornati a livelli favorevoli.

Le parole di BPER
Eliana Chessa, Responsabile Ufficio Studi, Ricerche e Innovazione di BPER (in foto), sottolinea che la filiera agroalimentare italiana coinvolge 1,4 milioni di addetti e oltre 700mila imprese. Per la banca, sostenere il comparto significa investire in identità, territorio e futuro, facilitando l’accesso al credito per stimolare la crescita.
Marco Lazzari, Responsabile del Servizio Agri Banking, evidenzia invece l’importanza di accompagnare la filiera nella transizione tecnologica e sostenibile, offrendo soluzioni finanziarie mirate e puntando su giovani e donne come forza propulsiva del settore.

Una leadership da difendere
I dati del rapporto confermano che l’agroalimentare non è solo un’eccellenza culturale e gastronomica, ma anche un pilastro economico e strategico. Difendere questa leadership richiede un impegno costante, politiche di sostegno mirate e una visione che sappia coniugare competitività, innovazione e sostenibilità.

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