Leopardi su Rai 1: applausi e critiche per un poeta rivoluzionario. Ottimi ascolti
- di: Marta Giannoni
La miniserie “Leopardi – Il poeta dell’Infinito”, diretta da Sergio Rubini e trasmessa su Rai 1 il 7 e 8 gennaio 2025, ha stimolato un acceso dibattito tra critica e pubblico. Con una narrazione che cerca di reinterpretare la figura di Giacomo Leopardi, il progetto ha ricevuto elogi per la qualità artistica e alcune critiche per scelte narrative e tecniche.
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Interpretazione apprezzata, ma con riserve
Il giovane attore Leonardo Maltese è stato lodato per la sua interpretazione di Leopardi. Critici come Davide Stanzione di Best Movie hanno descritto la sua performance come “capace di trasmettere la complessità e la profondità del poeta, evitando la trappola di un ritratto caricaturale”.
Tuttavia, la decisione di omettere caratteristiche fisiche distintive di Leopardi, come la gobba, ha suscitato critiche. Margherita Rubino, docente di letteratura italiana, ha osservato: “Pur apprezzando il tentativo di rendere Leopardi più moderno, cancellare la sua gobba equivale a negare una parte importante della sua identità”.
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Scenografie e costumi: un viaggio nell'Ottocento
Le scenografie e i costumi, curati da Giovanna Buzzi, hanno ricevuto ampi consensi. Paolo Mereghetti de Il Corriere della Sera ha definito il lavoro scenografico “uno degli aspetti più riusciti della produzione, capace di trasportare lo spettatore nella realtà storica di Leopardi”.
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Critiche tecniche e sul ritmo narrativo
Molti spettatori hanno segnalato problemi tecnici legati all’audio. Su Twitter, numerosi utenti hanno definito il sonoro “pessimo” e “frustrante”, rendendo difficile seguire i dialoghi.
Sul fronte narrativo, alcuni critici hanno accusato la miniserie di avere un ritmo lento. Aldo Grasso ha commentato su La Lettura: “Il desiderio di approfondire ogni aspetto della vita di Leopardi è comprensibile, ma il risultato è una narrazione che perde slancio, rischiando di annoiare lo spettatore”.
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Un Leopardi “modernizzato”
Sergio Rubini, regista della serie, ha difeso le sue scelte durante un’intervista a Repubblica: “Ho voluto rappresentare un Leopardi vivo, ribelle, pieno di voglia di scoprire il mondo. Non volevo ridurlo a un’icona di malinconia”.
Questa scelta ha trovato il favore di alcuni, ma non è stata condivisa da tutti. Claudio Giunta, critico letterario, ha affermato: “Pur apprezzando l’intento, mi sembra che il risultato finale semplifichi troppo la figura di Leopardi, riducendolo a un personaggio quasi hollywoodiano”.
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Ascolti e impatto culturale
Nonostante le polemiche, la miniserie ha ottenuto ascolti importanti, con oltre 4 milioni di spettatori e uno share del 24%. Numerosi insegnanti hanno elogiato la produzione come strumento per avvicinare i giovani al poeta di Recanati.
“La serie ha reso Leopardi una figura viva e accessibile,” ha dichiarato Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante. “Spero che possa stimolare una rilettura delle sue opere, soprattutto tra i più giovani”.
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Un futuro per Leopardi in tv?
Il successo di ascolti e l’intenso dibattito suggeriscono che “Leopardi – Il poeta dell’Infinito” abbia aperto una strada per altre produzioni culturali di questo tipo. Tuttavia, come ha sottolineato Simone Casini, critico di Cinecittà News: “Il rischio è quello di scivolare nella spettacolarizzazione, perdendo di vista la profondità dell’opera e del pensiero di Leopardi”.
In definitiva, la miniserie di Rubini rappresenta un tentativo ambizioso, che, pur non privo di limiti, ha il merito di aver riportato al centro del dibattito culturale italiano uno dei suoi più grandi poeti.