Morto Quincy Jones, gigante della musica universale

- di: Redazione
 
Quincy Jones, il titano della musica che ha spaziato tra epoche, generi e artisti, è morto all'età di 91 anni, ieri sera, nella sua casa di Bel Air, a Los Angeles.
A darne l'annuncio è stata la famiglia: "Stasera, con i cuori pieni ma spezzati, dobbiamo condividere la notizia della scomparsa di nostro padre e fratello Quincy Jones. E sebbene questa sia una perdita incredibile per la nostra famiglia, celebriamo la grande vita che ha vissuto e sappiamo che non ci sarà mai un altro come lui".

Morto Quincy Jones, gigante della musica universale

La vita di Quincy Jones è il simbolo di come, negli Stati Uniti, la terra delle opportunità, secondo una scontata definizione, nessun obiettivo è precluso. Lui, che in gioventù aveva fatto parte di bande delle zone più malfamate di Chicago, tra rapine e risse di strada, ha trovato il suo riscatto nella musica, raggiungendo le vette dello show business e affermandosi come uno dei primi neri a "conquistare" Hollywood.
Un risultato ottenuto grazie a uno straordinario catalogo musicale e a ad una sensibilità che lo portò a toccare generi diversi e, in un certo senso, antitetici, ma sempre raggiungendo il successo, in virtù di una innata capacità di capire dove gli artisti che collaboravano con lui avrebbero reso al meglio delle loro capacità.

Durante la sua lunghissima carriera, Jones - che coltivava amicizie, oltre che in campo musicale, anche in quello politico, finanziario e industriale - ha accompagnato Count Basie e Lionel Hampton, ha arrangiato dischi per Sinatra ed Ella Fitzgerald, ha composto le colonne sonore (come quelle di "Roots" e "In the Heat of the Night").
Al di fuori degli Stati Uniti la gente si è accorta di lui - già notissimo in patria - Morto Quincy Jones, gigante della musica universale, il disco di beneficenza del 1985 per i soccorsi alla carestia in Africa, che vide la partecipazione dei big della musica americana, a partire da Michael Jackson, che ne fu il promotore.

La collaborazione con Michael Jackson ha avuto come risultato album come "Off the Wall", "Thriller" e "Bad", ma anche singoli brani come "Billie Jean" e "Don't Stop 'Til You Get Enough".
"Il produttore - disse in una intervista, dove spiegava il suo modo di concepire il ruolo - deve avere l'abilità, l'esperienza e la capacità di guidare la visione fino al completamento".
Nel corso della sua carriera Quincy Jones ha ottenuto una sterminata serie di riconoscimenti: 28 Grammy; due Academy Award - gli Oscar - e un Emmy per "Roots". Ha anche ricevuto la Legion d'Honneur francese, il premio Rodolfo Valentino dalla Repubblica Italiana e un tributo del Kennedy Center per il suo contributo alla cultura americana. È stato il soggetto di un documentario del 1990, "Listen Up: The Lives of Quincy Jones" e di un film del 2018 della figlia Rashida Jones.

"La mia filosofia di uomo d'affari ha sempre avuto le stesse radici del mio credo personale: prendere le persone di talento alle loro condizioni e trattarle in modo equo e con rispetto, non importa chi siano o da dove provengano"
, ha scritto Jones nella sua autobiografia.
Jones non aveva preclusioni per generi o singoli artisti. Come confermato dall'elenco degli artisti con i quali ha, nell'arco di molti decenni, ha collaborato: Frank Sinatra (in "Fly Me to the Moon"); Ray Charles (suo amico da sempre); giganti del jazz come Dizzy Gillespie, Count Basie, Duke Ellington; rapper come Snoop Dogg, LL Cool J ; star del rythm and blues come Chaka Khan, la rapper e cantante Queen Latifah.
Non era un attivista politico, ma lo divenne dopo aver partecipato al funerale di Martin Luther King Jr. nel 1968 e avere stretto amicizia con il reverendo Jesse Jackson, paladino dei diritti civili.
Jones era dedito alla filantropia, partecipando attivamente alla lotta all'HIV e all'AIDS e per l'istruzione dei bambini e l'assistenza ai poveri in tutto il mondo.
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