Discussione della tesi con avatar: arriva la prima laurea nel Metaverso

- di: Barbara Leone
 
Prima laurea nel Metaverso in Italia. Ma qualcuno dice anche che sarà la prima in assoluto nel mondo. E andrà in scena oggi a Torino. Protagonista  Edoardo Di Pietro, un laureando di 25 anni che discuterà la sua tesi sia dal vivo che nel mondo virtuale. Un mondo parallelo che di fatto non esiste, dove ad agire non sei tu ma il tuo avatar. Il quale, però, fa e dice tutto quello che dici tu. E così se accavalli le gambe lui farà lo stesso, se sorridi sorriderà anche lui, se sospiri sospirerà anche lui… Insomma, è una sorta di alter ego tridimensionale che, ad oggi, l’unica cosa che non fa è (per fortuna) emozionarsi. Ma quale sarà l’argomento della tesi? Ovviamente il Metaverso. Il termine nasce dall’unione di “meta” (dentro) e “verso” (abbreviazione di universo), ed è stato coniato nell’ormai lontano 1992 da Neal Stephenson nel suo romanzo cyberpunk intitolato “Snow Crash” in cui il protagonista Hiro per scappare dalla sua vita insoddisfacente crea una realtà virtuale dal suo computer nella quale può accedere semplicemente attraverso un paio di occhiali e di cuffie collegati al pc. Insomma un posto, il Metaverso degli anni Novanta, che non si allontana poi tanto dall’universo parallelo diventato famoso negli ultimi anni grazie a Zuckerberg che lo ha sdoganato in tutto il mondo. Anche se poi il padre di Facebook non ha inventato nulla di nuovo.

Già nel 2003 con Second Life lanciato dai Linden Lab permetteva con un semplice click di incontrare virtualmente gente nei centri commerciali, fare un salto a Berlino e dopo un’ora ritrovarsi a fare surf sulle spiagge della Calfornia. Potevi pure allenare gli addominali, ma solo virtualmente e quindi spento il pc la pancetta era identica a prima. Addirittura la cantautrice toscana Irene Grandi (anzi, il suo avatar) cantava la sua “Bruci la città” proprio da lì. Da quell’universo aperto, senza alcun limite, dove poter costruire tutto e, addirittura, fondare le proprie aziende, declinazione digitale di quelle reali. Stiamo parlando però di quasi vent’anni fa, e probabilmente il mondo non era pronto ad una tale rivoluzione. La tecnologia non era pronta e non lo eravamo nemmeno noi. Tutta questa menata per dire che Zuckerberg non ha inventato niente di nuovo, semplicemente si è ispirato a qualcosa che già era stato creato. Un po’ come gli Oasis che per la loro “Don’t look back in anger” si sono ispirati a “Imagine” di John Lennon. Questo rende chi è venuto dopo meno importante del predecessore? Assolutamente no, anzi lo valorizza, avendone riconosciuto la grandezza.

Tornando al nostro studente che oggi verrà impalmato con la corona d’alloro, l’idea di laurearsi nel Metaverso gli sarebbe venuta nell’inverno 2020 dopo una riunione virtuale organizzata tra colleghi per festeggiare il Natale negli spazi del gioco Minecraft. Una festa virtuale, of course. La particolarità della cosa sta soprattutto che lui spiegherà alla commissione (reale, in carne ed ossa) quel mondo standoci dentro. Dal vivo ci sarà il suo relatore e gli altri docenti, oltre a mamma Maria, papà Angelo e il fratello Giulio. Di là, nell’universo parallelo, ci saranno gli amici che vivono lontano, la sua fidanzata che sta in Giappone e tutte le persone incontrate negli anni dell’università. Gli accademici che lo vorranno potranno entrarvi, chiaramente coi rispettivi avatar. Insomma, quella di oggi sarà senza dubbio una seduta di laurea sui generis. Assolutamente nuova e all’avanguardia, che presumibilmente si trasformerà in un modello da seguire e imitare. Con tutte le conseguenze del caso. E infatti Edoardo la sente tutta questa responsabilità. “Quando sei il primo a fare una cosa - dice il giovane laureando toscano -, sei il precursore di tutto ciò che verrà dopo di tè. Quindi hai delle responsabilità enormi. Insomma: diventi uno standard del futuro”.   Specie se per laurearti hai scelto di spiegare un mondo che tutti gli indicatori economici, e non soltanto quelli, ipotizzano in crescita. Un mondo nel quale trovi tutto: dall’arte al cibo agli oggetti da collezione. Tutte cose cha hanno valore, anche economico. Seppur in moneta elettronica. E’ questo il futuro? Non lo sappiamo, di sicuro stiamo vivendo un periodo storico ricco di trasformazioni. Tecnologiche e sociali. Ben venga la creatività dei ragazzi, in qualunque direzione essa vada. Per il resto, ai posteri l’ardua sentenza. Giusto per citare uno dei tanti grandi di quel passato che non ci ha tradito mai. E che sopravvivrà a tutto. Il Metaverso, chissà.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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