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America ora come la Cina: la politica riscrive i numeri del lavoro?

- di: Vittorio Massi
 
America ora come la Cina: la politica riscrive i numeri del lavoro?
Sfiducia americana: Trump ferma i report sul lavoro USA?
Trump azzera il capo del BLS, ente incaricato delle statistiche sul lavoro, nomina un suo alleato, sospende i report mensili: è la fine della trasparenza?

L’America non è più affidabile: dati manipolati, fiducia compromessa

Nelle ultime settimane, la credibilità dei dati sull’occupazione statunitense ha subito una scossa senza precedenti: l’amministrazione Trump ha licenziato senza preavviso la commissaria del Bureau of Labor Statistics, Erika McEntarfer, accusata di aver manipolato i numeri per questioni politiche — anche se nessuna prova concreta è stata fornita.

Il pretesto: un report deludente

Il rapporto di luglio ha mostrato un aumento di soli 73.000 posti di lavoro, molto al di sotto delle attese, con revisioni significative al ribasso dei dati di maggio e giugno — un crollo di circa 258.000 posizioni precedentemente attribuite positivamente. Trump non ha perso tempo, sostenendo pubblicamente, anche su Truth, che quei numeri erano “truccati per danneggiare me e i repubblicani”.

I vertici dell’amministrazione, tra “trasparenza” e controllo politico

I vertici dell’amministrazione, tra cui il consigliere Kevin Hassett, hanno ribadito la necessità di dati più “trasparenti e affidabili” e il presidente ha espresso l’intenzione di nominare una figura di fiducia per sostituire McEntarfer.

Verso un nuovo modello: stop ai dati mensili?

A pochi giorni dal licenziamento, Trump ha indicato E.J. Antoni, economista conservatore della Heritage Foundation, come nuovo candidato commissario. Antoni, critico delle metodologie del BLS, ha suggerito di sospendere la pubblicazione mensile dei dati occupazionali, preferendo dati trimestrali più accurati ma meno tempestivi.

La proposta ha scatenato le reazioni più dure. Economisti, analisti di mercato e autorità monetarie hanno denunciato che il report mensile è cruciale per decisioni immediate su investimenti, politiche fiscali e monetarie. Privatizzarlo? Un rischio per la trasparenza e la fiducia.

Nel frattempo, il BLS ha già iniziato ad adottare forme di modernizzazione, come la raccolta dei dati online prevista entro il 2027 per migliorare i tassi di risposta.

Dati sotto attacco: il quadro distopico della “guerra statistica”

Il caso del BLS si inserisce in un contesto più ampio: il governo ha avviato una massiccia rimozione di migliaia di dataset federali, tra cui informazioni su salute, diseguaglianze, ambiente e persino il rapporto sull’occupazione, creando un pericoloso vuoto informativo.

Parallelamente, il nuovo Department of Government Efficiency (DOGE) ha ottenuto accesso illimitato ai sistemi informatici di dati governativi. Secondo denunce raccolte da Wired, l’ente starebbe costruendo un “database master” su cittadini americani, unendo dati fiscali, biometrici, sanitari e sui rifugiati. Rappresentanti democratici e gruppi per la privacy denunciano violazioni della Privacy Act e chiedono riforme urgenti.

La svolta autoritaria dei numeri

Quello che stiamo osservando non è solo un cambio di vertice. È un campanello d’allarme che suona la fine della tradizionale imparzialità statistica americana. Quando i politici possono licenziare i custodi dei dati, decidere la frequenza dei report e cancellare dataset, la fiducia si dissolve. In un contesto dove né Stati Uniti né Cina — o altri — garantiscono trasparenza, chi potrà più credere alle cifre ufficiali?

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