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Trump riapre il gioco: gli Usa pronti a garantire la sicurezza di Kiev

- di: Bruno Coletta
 
Trump riapre il gioco: gli Usa pronti a garantire la sicurezza di Kiev
Trump apre il gioco: gli Usa pronti a garantire la sicurezza di Kiev
Il segretario Nato, Rutte, incontra Trump e rilancia: “Con pressione costante potremo aprire la strada a un cessate il fuoco”. Gli Stati Uniti pronti a partecipare alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, mentre si rafforza la linea delle sanzioni economiche contro Mosca.

(Foto: il segretario generale della Nato, Mark Rutte, con Donald Trump).

La visita di Mark Rutte alla Casa Bianca segna un passaggio cruciale nei rapporti tra Washington e l’Alleanza Atlantica. Dopo un incontro a porte chiuse con Donald Trump, il segretario generale della Nato ha rivelato che gli Stati Uniti sono pronti a contribuire in modo diretto alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. “Non posso entrare nei dettagli, ma ne abbiamo parlato”, ha detto ai giornalisti, aggiungendo che “gli Stati Uniti si sono detti disposti a partecipare al meccanismo di sicurezza per Kiev”.

Una dichiarazione che, di fatto, apre un nuovo capitolo nei rapporti di forza dentro l’Alleanza, mentre la guerra entra nella sua fase più incerta. Rutte ha insistito sulla necessità di mantenere la pressione su Mosca: “Sono assolutamente convinto che, con una pressione costante, riusciremo a trovare un punto d’incontro per concordare un cessate il fuoco, e che ci saranno altri colloqui”.

Cosa è successo a Washington

L’incontro con Trump arriva in un momento di forte tensione. Da un lato l’amministrazione americana valuta un nuovo pacchetto di sanzioni energetiche contro la Russia, più ampio e mirato rispetto ai precedenti. Dall’altro, la Nato lavora a una formula che permetta agli Stati Uniti di entrare nel sistema di garanzie per l’Ucraina senza formalizzare un trattato, ma assicurando una copertura politico-militare in caso di nuove escalation.

Il piano in dodici punti

Secondo fonti diplomatiche, Rutte ha portato a Washington una bozza articolata in dodici capitoli, che includono il cessate il fuoco lungo le linee attuali, lo scambio di prigionieri, il rientro dei minori deportati e la garanzia di sicurezza multilivello per Kyiv. Il piano prevede anche una tabella di marcia per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea e un meccanismo di monitoraggio congiunto per la tregua, da gestire sotto egida Nato e Nazioni Unite.

Washington punta su una tregua controllata

La Casa Bianca, pur mantenendo una posizione pubblicamente prudente, ha mostrato interesse a una tregua verificabile che blocchi le ostilità sul campo e apra un percorso negoziale multilaterale. Trump, in conferenza stampa, ha parlato di un “processo in corso” e ha sottolineato che “ogni passo verso la pace deve garantire la sicurezza di Kiev e degli Stati Uniti”. Nei fatti, si tratta di un riallineamento strategico che mira a consolidare il ruolo americano come arbitro e garante, non solo come fornitore di armi.

La reazione di Mosca

Il Cremlino, tuttavia, ha respinto ogni ipotesi di tregua e definito “irricevibile” l’idea di garanzie Nato per l’Ucraina. La portavoce Maria Zakharova ha accusato Washington di “voler militarizzare la pace”, mentre i bombardamenti russi su infrastrutture ucraine sono proseguiti anche nelle ultime ore. L’obiettivo di Mosca è alzare il prezzo del negoziato e impedire che la Nato si presenti come interlocutore neutrale.

Gli alleati europei

Dietro le quinte, l’Unione Europea guarda con attenzione al dialogo tra Trump e Rutte. Bruxelles teme che l’apertura americana possa trasformarsi in un asse bilaterale Usa-Nato che metta in ombra le iniziative comunitarie sulla difesa. Allo stesso tempo, diversi Paesi europei, tra cui Germania e Polonia, vedono nella formula proposta da Rutte un modo realistico per preparare il terreno a un cessate il fuoco senza rinunciare alla sicurezza di Kyiv.

Un equilibrio difficile

La partita resta aperta. Rutte, che in questi mesi ha girato le capitali europee cercando di ricucire i dissensi interni alla Nato, ha scelto la Casa Bianca per ottenere un via libera politico che ora dovrà tradurre in fatti. Le prossime settimane saranno decisive per capire se la diplomazia della pressione – sanzioni, deterrenza militare e garanzie – potrà davvero aprire un canale stabile verso la pace.

Cosa aspettarsi adesso

Il prossimo passo dovrebbe essere un incontro tecnico a Bruxelles tra i rappresentanti Nato e statunitensi per definire il perimetro delle garanzie. In parallelo, Washington lavora a restrizioni finanziarie più rigide sulle esportazioni russe di greggio e componenti industriali, mentre l’Ucraina rafforza la sua difesa aerea con nuovi sistemi occidentali. Se i segnali convergono, una tregua “tecnica” – verificabile e rinnovabile – potrebbe prendere forma entro l’inverno.

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