Tra provocazioni in dialetto e atteggiamenti filorussi, l’Italia rischia una crisi diplomatica sul filo della satira e della provocazione politica.
(Fotomontaggio con Macron, Salvini e Le Monde).
Salvini: guerra di parole tra Roma e Parigi
Giovedì scorso, nel corso di un sopralluogo a Milano, Matteo Salvini ha commentato con tono provocatorio gli appelli del presidente Emmanuel Macron all’invio di truppe europee in Ucraina: “Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”, ha ironizzato Salvini, recitando una frase in dialetto milanese che suona come “attaccati al tram”. La risposta di Parigi è stata repentina: l’ambasciatrice italiana Emanuela D’Alessandro è stata convocata per rispondere alle “dichiarazioni inaccettabili” del vicepremier.
Riccardo Magi di Più Europa ha definito l’episodio “un’umiliazione per il nostro Paese”, accusando la diplomazia italiana di essere ridotta a quella di uno Stato di “canaglietta”. La leader del centrosinistra Chiara Schlein ha aggiunto: “Salvini imbarazza l’Italia, il governo non è all’altezza”.
Le Monde riaccende il tema filorusso
Parallelamente, Le Monde ha descritto Matteo Salvini come “un leader di estrema destra con legami stretti col Cremlino”, sottolineando come il suo ruolo tra i politici italiani risulti tra i più allineati alla Russia. Il quotidiano francese richiama anche un episodio emblematico del 2019, quando Salvini definì Vladimir Putin “il miglior uomo di Stato attualmente sulla Terra”, rafforzando l’immagine di una vicinanza politica e culturale con Mosca.
Un quadro di tensione diplomatico
Contesto. Dopo un incontro tra Giorgia Meloni e Macron, le tensioni sono riemerse con forza per effetto delle uscite di Salvini, che hanno riportato in primo piano la frizione con l’Eliseo.
Il registro polemico. L’uso della battuta in dialetto milanese, riassunta nell’espressione “attaccati al tram”, ha accentuato la dimensione di ironia e provocazione nei confronti di Macron.
La reazione francese. La convocazione dell’ambasciatrice italiana per chiarimenti, motivata dalle “dichiarazioni inaccettabili”, ha alzato il livello dello scontro istituzionale.
Le critiche interne. Dalle opposizioni, con gli interventi di Riccardo Magi e Chiara Schlein, è arrivata l’accusa di aver arrecato un danno alla reputazione internazionale del Paese e di aver esposto l’Italia a un imbarazzo diplomatico evitabile.
La dimensione geopolitica. Il richiamo di Le Monde ai legami con il Cremlino riapre la discussione sull’orientamento internazionale di Salvini e sulla sua storica simpatia per Putin, inserendo la polemica nel più ampio riassetto dei rapporti europei.
Toni e diplomazia incrinati
Qui non si tratta soltanto di toni e diplomazia incrinati: Salvini sembra amplificare le fratture europee. Aggiungendo al quadro una nostalgia filorussa comprovata dai suoi elogi a Putin, il vicepremier non solo alimenta tensioni immediate con Parigi, ma rinforza un’immagine politica che trascina l’Italia verso una linea di scontro, che rischia di isolare Roma in un momento cruciale.