Affidopoli scuote le Marche, De Luca detta le regole in Campania: un’alleanza delicata.
Il centrosinistra allargato è in fibrillazione. Mentre si preparano le elezioni regionali, il fronte del cosiddetto “campo largo” è scosso da indagini giudiziarie, veti incrociati e manovre sotterranee che rischiano di trasformare la strategia unitaria in un percorso a ostacoli. Marche, Campania e Puglia si confermano i teatri più agitati.
Marche, la scossa giudiziaria che mette Ricci (foto) sotto i riflettori
La prima bomba è esplosa nelle Marche. Il 23 luglio 2025, la Procura di Pesaro ha notificato 24 avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Affidopoli”, che riguarda presunti affidamenti diretti irregolari per oltre mezzo milione di euro a favore di due associazioni culturali tra il 2019 e il 2024. Tra gli indagati figura Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e attuale europarlamentare, che il Partito Democratico ha già indicato come candidato presidente della Regione.
Ricci ha reagito con una nota dura e netta: “Se pensano che potranno utilizzare questa vicenda per avere un vantaggio elettorale non hanno capito che succederà l’esatto contrario: sarà un boomerang che si ricorderanno per tutta la vita”. Nessun passo indietro, quindi, anzi un rilancio. Fonti Pd confermano che il candidato non intende ritirarsi e che la linea è quella della compattezza, come ribadito dal responsabile organizzazione Igor Taruffi: “Il Pd è pronto a fare al suo fianco la campagna elettorale”.
Il Movimento 5 Stelle, però, prende tempo. Il coordinatore regionale Giorgio Fede ha parlato della necessità di una “valutazione attenta”, specificando che la “stella polare” del movimento sono i valori fondanti e che ogni decisione deve essere compatibile con essi. In altre parole: sostegno non ancora garantito, e partita aperta.
Intanto, sul piano giudiziario, Ricci potrebbe essere ascoltato già entro la fine di luglio. Se la sua posizione dovesse chiarirsi rapidamente, il centrosinistra potrebbe riprendere fiato. In caso contrario, la sua candidatura rischia di trasformarsi in un azzardo a livello nazionale.
Campania, il monologo di De Luca e l’ombra ingombrante su Fico
In Campania il nodo è diverso, ma non meno spinoso. Dopo mesi di tensioni, il governatore uscente Vincenzo De Luca ha concesso una sorta di “benedizione tattica” alla candidatura dell’ex presidente della Camera, Roberto Fico. Non lo ha fatto a cuor leggero. De Luca ha preteso garanzie politiche, la gestione di un congresso regionale che gli consenta di piazzare uomini di fiducia e una continuità amministrativa sulle grandi partite, dalla sanità ai rifiuti.
Il patto con Elly Schlein e Giuseppe Conte si è formalizzato in un vertice a tre il 22 luglio. “Non so cosa accadrà ora in Campania”, ha commentato il governatore con il suo consueto sarcasmo, “ma se avrete brave persone siete fottuti”. Una battuta in perfetto stile De Luca, che però suona come un avvertimento a chiunque voglia davvero voltare pagina.
Nel frattempo Fico resta ufficialmente “in pectore”, ma già nel mirino. Carlo Calenda, leader di Azione, ha attaccato frontalmente la sua candidatura definendola “una follia”, e ironizzando sul fatto che “si vuole affidare la Campania a chi ha contestato l’impianto di Acerra”. Il centro moderato, soprattutto a Napoli, è inquieto: la scelta di Fico potrebbe spostare l’asse troppo a sinistra e raffreddare l’elettorato riformista.
Anche nel centrodestra, però, non tutto fila liscio: la Lega ha fatto sapere di voler evitare “bandierine di partito” e di puntare su candidati “empatici e forti”. Una nota con cui il segretario regionale Roberto Marti lancia una frecciata ai possibili nomi avanzati da Forza Italia, tra cui Mauro D’Attis. L’accordo tra i partiti del centrodestra, in Puglia come in Campania, è ancora tutto da costruire.
Il caso pugliese: silenzi e manovre
In Puglia, lo stallo è assoluto. Il sindaco uscente di Bari Antonio Decaro non ha ancora sciolto la riserva. Il presidente Michele Emiliano continua a spingere per candidarsi al Consiglio regionale insieme a Nichi Vendola, ma anche qui il campo largo fatica a compattarsi. Sarebbero già stati sondati nomi alternativi, tra cui il capogruppo al Senato Francesco Boccia.
A infiammare il dibattito è stata poi la recente decisione di Emiliano di nominarsi da solo nel Consiglio d’indirizzo della Fondazione Lirico-Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Il centrodestra ha colto la palla al balzo per parlare di “gestione padronale”, con l’esponente di Fratelli d’Italia Saverio Congedo che ha ironizzato: “Sogno o realtà?”.
Il campo largo al bivio
Tre regioni, tre crisi politiche, tre modelli di gestione dell’alleanza. Nelle Marche, il Pd gioca la carta dell’unità attorno a Ricci, sperando che l’inchiesta si sgonfi. In Campania, De Luca comanda ancora la scena, ma il prezzo per tenere dentro i 5 Stelle è altissimo. In Puglia, regna l’immobilismo, con Decaro che prende tempo e Emiliano che avanza senza rete.
Il “campo largo”, nella narrazione iniziale, doveva essere una piattaforma progressista in grado di offrire un’alternativa solida e credibile alla destra. Al momento, appare piuttosto come un’arena piena di trappole, dove le leadership regionali – spesso poco inclini alla mediazione – fanno e disfano alleanze secondo logiche personalistiche.
Le prossime settimane saranno decisive. Ricci potrebbe essere ascoltato dalla procura già il 30 luglio. In Campania, il nome di Fico dovrà essere ufficializzato, ma non prima che De Luca ottenga tutte le contropartite richieste. In Puglia, una decisione su Decaro è attesa entro metà agosto: in caso contrario, si rischia la paralisi. Intanto, le opposizioni – dal centrodestra a Calenda – osservano e colpiscono, pronte a capitalizzare ogni cedimento.
Un mosaico fragile e competitivo
Il centrosinistra rischia di farsi male da solo. Tra inchieste, candidature in bilico e rivalità interne, il sogno di una coalizione ampia e coesa si scontra con la realtà di un mosaico fragile e competitivo. Ogni regione racconta una storia diversa, ma tutte mostrano la stessa tensione: quella tra l’ambizione di unire e la tentazione di dividere. E il tempo stringe.