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Patrimoniale ai ricchi, Meloni chiude: scontro a sinistra e nel campo

- di: Jole Rosati
 
Patrimoniale ai ricchi, Meloni chiude: scontro a sinistra e nel campo
Patrimoniale, Meloni chiude: scontro a sinistra e nel campo
Dal post su X alla resa dei conti in manovra: Schlein accusa, Conte prende le distanze, Avs rilancia. Il tema divide l’opposizione e compatta la destra.

Linea durissima. La premier mette il sigillo e congela ogni discussione: “Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. Con la destra al governo non vedranno mai la luce.” — Giorgia Meloni. L’affondo arriva mentre la legge di bilancio entra nella fase calda degli emendamenti e mentre i sindacati scaldano i motori per lo sciopero generale di dicembre. Il risultato politico è immediato: maggioranza compatta, opposizioni in ordine sparso.

Cosa c’è sul tavolo

La miccia l’ha riaccesa la proposta di Maurizio Landini: un prelievo circoscritto sui patrimoni più elevati, sopra una soglia alta, con l’idea di finanziare misure anti-povertà e servizi. La “patrimoniale” — termine che incendia il dibattito da trent’anni — è tecnicamente un’imposta sullo stock di ricchezza, mobiliare e immobiliare. In Italia lo strumento non esiste come imposta generale: sopravvivono prelievi settoriali (per esempio su immobili o attività finanziarie), ma una tassa patrimoniale organica sarebbe tutt’altra cosa.

Le reazioni: Pd all’attacco, M5S si smarca, Avs rilancia

Elly Schlein non pronuncia mai la parola “patrimoniale”, ma colpisce il governo dove fa male: “Il suo esecutivo sarà ricordato per i salassi a famiglie e imprese e per gli aiuti ai più ricchi.” — Elly Schlein. La leader dem insiste sul fatto che la rimodulazione dell’Irpef favorirebbe i redditi alti e non il ceto medio in affanno.

Giuseppe Conte sceglie una traiettoria diversa: “Per noi la patrimoniale non è all’ordine del giorno. Il problema è che questo è il governo delle tasse: la vera patrimoniale si è abbattuta su ceto medio e fasce deboli.” — Giuseppe Conte. Distinguo netto, ma con un attacco frontale all’esecutivo sulla pressione fiscale.

Nel campo rosso-verde, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni rivendicano l’impianto: “Si può discutere di soglie e aliquote, ma è urgente redistribuire ricchezza: i super-ricchi contribuiscano di più.” — Avs. La linea è chiara: colpire le rendite alte per finanziare welfare e transizione ecologica.

Il fuoco di fila dei centristi

Matteo Renzi legge la mossa della premier come un match di comunicazione: “Capolavoro mediatico di Meloni e autogol del centrosinistra: così lei si presenta come scudo dei contribuenti, ma le tasse sono aumentate.” — Matteo Renzi. Per Riccardo Magi la sortita della premier è “un’arma di distrazione di massa” — Riccardo Magi — per non parlare di una manovra giudicata debole.

Perché il tema brucia adesso

La scelta di chiudere ogni varco sulla patrimoniale serve alla maggioranza per polarizzare: destra garante contro nuove tasse, sinistra dipinta come promotrice di prelievi sulla ricchezza. Nel medio periodo, però, la discussione tornerà sul come finanziare sanità, scuola e investimenti in un quadro di conti pubblici stretto e crescita incerta.

Il nodo tecnico: cosa sarebbe e come potrebbe funzionare

Una patrimoniale moderna, nelle ipotesi più discusse, avrebbe tre cardini: soglia alta (per escludere la classe media), aliquota contenuta e base imponibile netta (al netto dei debiti), più robuste norme anti-elusione. Gli economisti avvertono: se mal disegnata può spingere fuga di capitali e contenziosi; se ben calibrata può essere più efficiente di imposte che gravano su lavoro e impresa. Restano questioni aperte su valutazioni degli asset e coordinamento europeo.

Che cosa aspettarsi in Parlamento

La maggioranza difenderà il perimetro della manovra puntando su identità anti-tasse e semplificazioni. Le opposizioni si divideranno tra chi insisterà sulle grandi ricchezze e chi preferirà il terreno popolare del taglio del cuneo e dei servizi. Il confronto vero si giocherà sugli emendamenti: chi paga, chi incassa, e con quali coperture. Intanto il botta e risposta ha già spostato il baricentro del dibattito pubblico.

La frase che resta

“Con la destra al governo le patrimoniali non vedranno mai la luce.” — Giorgia Meloni. Una linea di demarcazione che la premier trasforma in bandiera identitaria. Resta da capire se, al netto della comunicazione, la politica fiscale troverà l’equilibrio tra crescita, equità e conti in ordine.

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