• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Missili e potere a Tienanmen: Xi guida la parata con Putin e Kim

- di: Bruno Coletta
 
Missili e potere a Tienanmen: Xi guida la parata con Putin e Kim
Missili e potere a Tienanmen: Xi guida la parata con Putin e Kim

Missili e potere a Tienanmen: Xi guida la parata con Putin e Kim.

Per gli 80 anni della vittoria Pechino sfila con armi d’avanguardia. Trump provoca, l’Occidente osserva, mentre l’asse Cina-Russia si rafforza e l’India sta al gioco mandando un messaggio forte all’America protezionista dei dazi e delle minacce. L’Europa dei ventisette nani fuori gioco del tutto, è solo spettatrice con la paura di diventare la pietanza del banchetto altrui.

(Foto: Xi Jinping, Putin e Modi).

Una piazza trasformata in arsenale

Il 3 settembre 2025, Piazza Tienanmen è stata invasa da soldati, carri e missili intercontinentali. La Cina ha celebrato l’ottantesimo anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale con una parata che è apparsa meno commemorativa e più dichiarazione politica: una vetrina di armi d’avanguardia e un palcoscenico su cui Xi Jinping ha voluto mostrare che Pechino non teme più nessuno.

“Il mondo si trova di fronte a una scelta fra pace e guerra. La Cina è forza di pace e sviluppo. Nessun bullo potrà intimidirci”, ha dichiarato Xi Jinping aprendo la cerimonia. Dietro i toni concilianti, la sostanza è stata di pura deterrenza.

Xi, Putin e Kim: il fronte autoritario

Il colpo d’occhio più potente non è arrivato dai missili, ma dalla coreografia dei leader. Xi ha accolto Vladimir Putin e Kim Jong-un sul tappeto rosso della Città Proibita, camminando con il russo alla destra e il nordcoreano alla sinistra. Poi, dal loggione affacciato su Tienanmen, proprio sotto il ritratto di Mao Zedong, hanno osservato la parata insieme.

Un messaggio al mondo: l’asse Cina-Russia-Corea del Nord non è teoria, ma pratica politica. La stretta di mano finale tra Xi e Putin ha sancito un legame che, nel linguaggio militare, pesa più di un trattato.

I missili in passerella

Il cuore della giornata è stato l’orgoglio tecnologico: il nuovo DF-61, missile balistico intercontinentale potenzialmente in grado di trasportare testate nucleari, ha catturato l’attenzione. Accanto a lui droni da combattimento, reparti di guerra cibernetica e velivoli stealth. Il messaggio è chiaro: l’Esercito Popolare di Liberazione non è più solo la fanteria di massa del passato, ma una forza proiettata anche nello spazio e nel cyberspazio.

Trump e la provocazione transpacifica

Dall’altra parte dell’oceano, Donald Trump ha trasformato l’evento in uno scontro personale. Sul suo social ha scritto: “Porgo i miei più cordiali saluti a Putin e Kim mentre cospirate contro gli Stati Uniti”. Poi ha aggiunto, rivolgendosi a Xi: “Il popolo cinese deve molto al sangue e al sostegno americano”. Parole che hanno reso evidente come la parata di Pechino sia stata percepita oltreoceano come atto ostile più che come celebrazione storica.

L’India gioca la sua partita

Accanto alla scena principale, la presenza dell’India ha avuto un valore sottile ma decisivo. Non protagonista al centro come Russia e Corea del Nord, ma osservatore interessato, Nuova Delhi ha scelto di esserci: un gesto simbolico che manda un messaggio forte alla Casa Bianca protezionista. L’India mostra di saper oscillare tra Occidente e Oriente, pronta a dialogare con Pechino e Mosca se Washington insiste con dazi e minacce.

L’Europa fuori gioco

Mentre a Pechino sfilavano missili e leader autoritari, l’Europa si è limitata a osservare. Nessuna voce unitaria, nessuna presenza incisiva: i ventisette sono rimasti spettatori, con la paura di diventare la pietanza del banchetto altrui. Schiacciato tra l’aggressività americana e l’assertività cinese, il Vecchio Continente non ha mostrato capacità di proposta.

Potenza o fragilità?

Dietro la forza ostentata restano le domande: la Cina possiede davvero la capacità di reggere una sfida militare globale? Un arsenale impressionante non equivale automaticamente a una capacità operativa reale. Il PLA resta poco collaudato sul campo e vincolato da gerarchie rigide: la potenza mostrata potrebbe nascondere vulnerabilità.

Il nuovo ordine in gestazione

Il 3 settembre 2025 resterà come la giornata in cui la Cina ha scelto di mostrare muscoli e alleanze. Una parata militare, certo, ma anche un manifesto geopolitico: Pechino guida un fronte, l’India si muove da ago della bilancia, Trump rilancia il confronto, l’Europa arretra. Tienanmen non è stata la celebrazione di una vittoria passata: è l’anticipazione di un futuro in cui, come ha detto Xi, il mondo dovrà scegliere “fra pace e guerra”.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 31 record
Pagina
6
28/11/2025
Orbán assediato dai mercati cerca lo scudo di Trump
Viktor Orbán affronta deficit in crescita, rendimenti elevati e rischio di declassamento d...
Trovati 31 record
Pagina
6
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720