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Lega spinge forte per il Nord, centrodestra in tilt sulle Regionali

- di: Jole Rosati
 
Lega spinge forte per il Nord, centrodestra in tilt sulle Regionali
Lega spinge forte per il Nord, centrodestra in tilt sulle Regionali
Tra “Carta del Nord”, steward regionali e candidati in bilico: la coalizione naviga a vista.

(Foto: Salvini e Zaia a colloquio).

Il centrodestra è al bivio: da un lato la Lega che rivendica con forza il mantenimento delle Regioni tuttora amministrate; dall’altro Fratelli d’Italia e Forza Italia che battono il tasto della prudenza. L’orizzonte sono le elezioni regionali del prossimo autunno: Veneto, Campania, Puglia, Toscana, Calabria, Marche, Valle d’Aosta. C’è fermento, ci sono schermaglie, ma la quadra sui candidati—e talvolta sulle date—non è affatto scontata.

La Lega rilancia e prepara la carta del nord

Massimiliano Romeo, segretario lombardo della Lega, non lascia spazio a dubbi: “Vogliamo mantenere le Regioni che governiamo, anche senza il terzo mandato. Devono restare alla Lega, poi eventuali compensazioni si possono trovare in altri contesti”, afferma Romeo. In occasione di Pontida, la Lega lombarda presenterà la Carta per il Nord, frutto di una due giorni tra Valtellina e vertici territoriali e nazionali, con Matteo Salvini, Attilio Fontana e altri esponenti del partito. Temi identitari ma concreti: autonomia e federalismo fiscale, sanità, professioni, la libertà di spesa delle risorse sanitarie regionali senza vincoli statali, bilanciamento stipendi secondo il costo della vita—Milano in primis.

Obiettivo dichiarato: riaffermare il primato della questione settentrionale come asse politico, e rispondere agli attriti interni tra linea nazionale e pressioni identitarie, mentre Roberto Vannacci si ritaglia un ruolo crescente.

Tajani e Fdi frenano: “altre priorità”

Nella coalizione, la risposta della leadership è cauta. Antonio Tajani ha sottolineato che le urgenze internazionali richiedono attenzione: “Vedete quello che succede nel mondo? Ci sono cose più urgenti”, taglia corto, mettendo in secondo piano la regolazione interna sul dossier regionali. Dal fronte di Giorgia Meloni trapela la linea del profilo basso: Francesco Filini e Giovanni Donzelli rassicurano che “si troverà la quadra”, mentre Tajani ribadisce che “non ci sono problemi politici di coalizione”.

Date, scadenze e regioni in bilico

Le consultazioni sono attese in sette regioni: Valle d’Aosta, Marche, Calabria, Toscana, Campania, Veneto e Puglia. Per le tre più calde—Veneto, Campania e Puglia—si profila la finestra del 23 novembre, con la scadenza per la presentazione delle liste fissata al 25 ottobre. Tempi stretti, dossier pesanti e necessità di candidati riconoscibili sui territori.

In Veneto, la Lega spinge su Alberto Stefani come possibile successore di Luca Zaia; sul tavolo di Fratelli d’Italia restano alternative come Raffaele Speranzon e Luca De Carlo. È qui che la partita identitaria della Lega si intreccia con l’equilibrio della coalizione.

Campania e Puglia, la partita dei nomi

Campania. Nel totonomi del centrodestra circola con insistenza Edmondo Cirielli. In parallelo, si valutano profili civici per allargare il raggio del consenso: tra questi Giosi Romano; suggestioni accademiche collegano poi Matteo Lorito e Gianfranco Nicoletti, mentre nel mondo economico il nome di Costanzo Jannotti Pecci è stato più volte evocato ma accompagnato da prudenti smentite. L’ipotesi Mara Carfagna resta tecnicamente in campo, ma divide per opportunità politica e sostenibilità elettorale.

Puglia. Il centrosinistra ha già scelto il suo front runner, Antonio Decaro. Il centrodestra non ha ancora sciolto il nodo: anche qui si valuta l’innesto di un profilo civico oppure la candidatura di un esponente politico con forte riconoscibilità regionale.

Autonomia differenziata, collante e mina

L’ultimo vertice di governo, convocato soprattutto sull’autonomia differenziata, ha chiarito che le pre-intese con le Regioni non arriveranno “prima del 21 settembre”, data simbolica che coincide con Pontida. La Lega vuole imprimere qui la propria cifra: potere decisionale sulle risorse sanitarie regionali, sulle professioni e sui servizi integrativi, oltre alla valorizzazione del costo della vita nelle retribuzioni in aree metropolitane ad alto impatto come Milano.

Nervi scoperti e calcolo politico

Al netto delle dichiarazioni concilianti, il centrodestra vive una tensione di risorse e ruoli: la Lega punta a blindare le Regioni che governa; Fratelli d’Italia teme di cedere terreno su dossier chiave; Forza Italia lavora a scongiurare fratture che l’immagine pubblica della coalizione non può permettersi. Sullo sfondo, la scelta dei candidati non è solo una partita locale: è una prova generale d’equilibrio tra identità, governabilità e competitività elettorale.

I tempi serrati per le liste e la varietà dei territori caricano ogni decisione di rischi: nomi poco radicati, organizzazioni da rodare, programmi da calibrare. E l’autonomia differenziata—collante per la Lega—può diventare divisiva nelle regioni meridionali, dove il tema è percepito con maggiore diffidenza. Molto dipenderà dall’andamento dei sondaggi: segnali negativi spingerebbero a soluzioni più pragmatiche e a compromessi meno ideologici.

La Carta del Nord

La Carta del Nord è il simbolo scelto dalla Lega per marcare territorio e alzare la posta negoziale dentro la coalizione. Ma tra identità, candidature e scadenze, il centrodestra cammina sul filo. Le prossime settimane diranno se usciranno nomi chiari, accordi definiti e una strategia davvero condivisa.

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