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Fisco, i due colpacci del governo: rottamazione e taglio Irpef

- di: Jole Rosati
 
Fisco, i due colpacci del governo: rottamazione e taglio Irpef
Fisco, i due colpacci del governo: rottamazione e taglio Irpef
In manovra 2026 torna la rottamazione selettiva e cala l’aliquota per il ceto medio. Leo (nella foto con il ministro Giorgetti): “Misure mirate contro gli abusi”.

Un doppio colpo fiscale nella Legge di bilancio 2026

La nuova stagione della politica economica del governo Meloni si aprirà con due assi nella manica: una nuova “rottamazione quinquies” delle cartelle esattoriali e un taglio dell’Irpef per i redditi medio-alti. Il viceministro all’Economia ha annunciato l’intenzione di procedere con “un doppio intervento mirato e selettivo, a sostegno di chi è davvero in difficoltà economica e senza alimentare comportamenti opportunistici”.

La rottamazione sarà riservata a chi ha contratto debiti fiscali fra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Non ci sarà un condono generalizzato. Le somme dovute resteranno, ma saranno rimossi interessi di mora, sanzioni e giudizi pendenti. Una misura già vista, che stavolta – promette il governo – sarà più rigorosa.

Leo: “Stop ai furbi, aiutiamo chi non ce la fa”

Il cuore della nuova rottamazione, secondo Leo, è la lotta agli abusi. “Chi ha usato la rottamazione solo per bloccare fermi e pignoramenti, senza poi pagare, sarà escluso. Puntiamo a una pace fiscale giusta, per evitare che i contribuenti onesti si sentano presi in giro”.

La proposta prevede fino a 120 rate mensili (dieci anni), con una clausola di salvaguardia: si potranno saltare fino a otto rate (anche non consecutive) senza decadere dal beneficio. Una flessibilità pensata per chi ha redditi irregolari o stagionali. L’accesso sarà consentito solo a chi dimostri uno stato di difficoltà documentato, per evitare la “giungla dei furbi”.

Taglio Irpef: lo sconto per i redditi fino a 60.000 euro

La seconda mossa del governo riguarda il cuore del ceto medio. È previsto un taglio dell’Irpef per i contribuenti con redditi tra 28.000 e 60.000 euro: l’aliquota del secondo scaglione passerà dal 35% al 33%. Una sforbiciata da due punti percentuali che può valere fino a 1.440 euro l’anno di risparmio per chi si trova nel range superiore.

L’ampliamento dello scaglione Irpef fino a 60.000 euro porterà oltre un milione di contribuenti in più nella fascia scontata. La misura sarà compensata da tagli di spesa o aumenti selettivi su altri fronti, mantenendo un impatto a saldo invariato.

Una manovra dal sapore pre-elettorale?

La tempistica è significativa: il doppio intervento arriva a ridosso di un anno elettorale cruciale. Secondo diversi analisti, la manovra 2026 punta a consolidare il consenso del governo tra lavoratori dipendenti e partite Iva in difficoltà.

Ma se l’obiettivo è il consenso, il rischio è la sostenibilità. Le rottamazioni reiterate potrebbero minare la fedeltà fiscale e incentivare comportamenti opportunistici. Per questo, la “rottamazione quinquies” dovrà dimostrare di non essere una sanatoria mascherata.

Quanto costa tutto questo? Le incognite restano

Il taglio Irpef potrebbe costare tra i 3,5 e i 4 miliardi annui. La rottamazione potrebbe portare un gettito immediato di circa 1,2 miliardi nel primo anno, ma creare un buco contabile sul lungo termine se non accompagnata da una reale riscossione.

Il ministro dell’Economia ha ribadito che ogni misura sarà subordinata alla compatibilità con i saldi di finanza pubblica e ai negoziati con Bruxelles. La partita con l’Unione europea resta aperta, tra richieste di flessibilità e vincoli sul rientro del debito.

Equità o propaganda? Il dilemma fiscale italiano

Non si tratta solo di tecnica. Il doppio intervento fiscale pone una domanda politica: come costruire una fiscalità equa e credibile? Le opposizioni parlano di “ennesimo regalo agli evasori” e denunciano l’assenza di riforme strutturali. Anche il mondo produttivo, pur apprezzando il taglio Irpef, chiede stabilità normativa e meno ricorso alle sanatorie.

Intanto, la pressione fiscale in Italia resta elevata e la platea dei contribuenti in difficoltà è ampia. Oltre il 47% delle famiglie con redditi tra 30.000 e 55.000 euro ha ridotto i consumi non essenziali nell’ultimo anno, a causa del peso delle imposte.

Il bivio della credibilità fiscale

La Legge di bilancio 2026 sarà un banco di prova. Con la “rottamazione quinquies” si dovrà dimostrare che è possibile aiutare chi è in difficoltà senza premiare i furbi. Con il taglio Irpef, si dovrà spiegare come non aumentare il debito o colpire altri contribuenti.

I due “colpacci” fiscali del governo possono essere letti come un atto di equità o come una mossa propagandistica. Tutto dipenderà dai dettagli, dalle garanzie previste e da come si riuscirà a conciliare rigore e giustizia sociale. Per ora ci sono solo gli annunci. Ma è nei dettagli che si misura la credibilità di una manovra economica. E il tempo per scrivere quei dettagli è già iniziato.

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