Maratona a Bruxelles: via libera politico al taglio del 90% delle emissioni entro il 2040 rispetto al 1990, con nuove flessibilità per industria e famiglie: finestre sui crediti di carbonio esteri, revisione periodica del percorso, rinvio a 2028 del mercato ETS per edifici e trasporti su strada e un richiamo ai carburanti a zero, basse emissioni e rinnovabili nella decarbonizzazione della mobilità.
(Foto: la sede della commissione e Parlamento europei).
Cosa c’è davvero nell’intesa
L’asticella resta alta, ma la strada viene addolcita. I Ventisette hanno convenuto che, per arrivare al traguardo del 2040, gli Stati potranno contabilizzare fino a 5 punti percentuali di riduzioni attraverso crediti internazionali “ad alto standard”, con un avvio graduale e controllato. In parallelo, il percorso sarà riesaminato a cadenza regolare per calibrare ambizione e strumenti in base a competitività, innovazione e andamento dei sinks naturali.
La “leva d’emergenza” sulle rimozioni di CO₂
Se foreste e suoli dovessero assorbire meno del previsto, entra in gioco un freno d’emergenza per adeguare la traiettoria. È la clausola che riconosce l’incertezza sul contributo del settore LULUCF e mette in sicurezza l’architettura del target in caso di shock o trend sfavorevoli nelle rimozioni naturali.
ETS2 slitta di un anno: impatto su case e carburanti
Il nuovo sistema di scambio quote per edifici e trasporti (ETS2) non partirà più nel 2027 ma nel 2028. La scelta concede un anno in più per dispiegare misure sociali e aggiornare i piani di attenzione alla povertà energetica, oltre a dare tempo a mercati e operatori di prezzare gradualmente il carbonio nei consumi quotidiani.
Mobilità: spazio (controllato) ai carburanti low carbon
Nel capitolo trasporti compare un riferimento ai carburanti a zero emissioni, a basse emissioni e rinnovabili, che si aggiungono all’elettrificazione come leve utili nei segmenti hard-to-abate. La cornice resta tecnologicamente neutrale ma subordinata a rigore di monitoraggio, qualità delle filiere e criteri ambientali stringenti lungo il ciclo di vita.
Non solo 2040: la nuova tappa del 2035
Per la roadmap globale l’Ue presenta anche un contributo intermedio al 2035 in un range 66,25–72,5% di riduzione. È il ponte tra l’obiettivo 2030 e la neutralità a metà secolo, utile a guidare investimenti in rinnovabili, reti, accumuli, efficienza e tecnologie di cattura e rimozione della CO₂ dove necessario.
Che cosa cambia per imprese e famiglie
Per l’industria, l’introduzione di crediti esteri e la possibilità di ricalibrare il sentiero riducono il rischio di costi non gestibili nel breve, ma chi investe in decarbonizzazione resta avvantaggiato: chi innova prima consolida margini e quota di mercato. Per le famiglie, lo slittamento dell’ETS2 ammorbidisce l’impatto su bollette e carburanti, senza deragliare la traiettoria di lungo periodo.
Le voci dal negoziato
“Il traguardo dà certezza a politiche e investimenti”, sostengono i promotori dell’intesa, che rivendicano un equilibrio tra scienza, competitività e sicurezza. Dall’altro lato, alcune organizzazioni parlano di “very weak signal” alla vigilia del vertice globale, temendo che l’apertura ai crediti esteri indebolisca lo sforzo domestico.
Il banco di prova: attuazione e qualità
Ora tutto si gioca sulla qualità delle regole attuative: standard rigorosi per i crediti di carbonio, garanzie sociali sull’ETS2, piani nazionali credibili per reti, rinnovabili e efficienza. Senza questi pilastri, la flessibilità rischia di trasformarsi in deroga; con essi, può essere la valvola che rende il 90% non solo possibile, ma bancabile.