Renzi apre la Leopolda al cantiere riformista. Schlein, Bonelli e Fratoianni insistono su diritti, piazze e lavoro.
Alla Leopolda di Firenze Matteo Renzi ha acceso i riflettori su Casa riformista, un contenitore politico pensato per parlare a moderati e progressisti e completare l’attuale perimetro dell’opposizione. L’impostazione è chiara: allargare il campo per non consegnare il 2027 alle destre e condizionare anche le partite istituzionali.
Un nuovo orizzonte
Nel racconto del leader, i voti di Pd, M5S e Avs non bastano a garantire l’alternanza. In platea scandisce: “Senza una componente riformista aggiuntiva si resta al 40% e non si cambia passo”. Sulla forma, puntualizza che Italia Viva non si scioglie, ma contribuirà al cantiere per attirare energie civiche e personalità oggi fuori asse. L’idea-portaerei è la Star tax: “Più sei giovane, meno tasse paghi”, proposta-simbolo con cui legare il progetto a lavoro, salari e mobilità sociale.
Coalizioni e tensioni
A Roma, sul palco di un evento pubblico, Elly Schlein batte sul diritto a manifestare e chiede una linea netta sui conflitti: “La clava contro chi scende in piazza non è una politica: servono risposte e diritti garantiti”. Con lei gli esponenti di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che insistono sull’equilibrio tra piazze e programmi. Bonelli respinge la violenza: “Gli incappucciati vanno cacciati e condannati senza se e senza ma”. Fratoianni aggiunge il metodo: “L’unità è condizione necessaria, ma serve attraversare il Paese e offrire protagonismo sociale”.
Il punto di caduta, per tutti, è la coalizione larga con un programma riconoscibile. Azione per ora si chiama fuori; Casa riformista ambisce a recuperare mondi moderati e pezzi dispersi dell’area progressista. L’esame vero arriverà con le tornate regionali d’autunno e, a seguire, con la scrittura dell’agenda comune.
Le proposte in campo
Nel paniere riformatore spiccano alcuni tasselli che potrebbero fare da collante:
- Star tax: impianto che premia l’età anagrafica per dare una spinta a giovani e lavoro.
- Patrimoniale sulle grandi ricchezze: bandiera redistributiva che parla a chi chiede equità e risorse per sanità e scuola.
- Ritorno della scala mobile in versione “Sblocca stipendi”: indicizzazione automatica per recuperare potere d’acquisto eroso dall’inflazione.
Tre piste con impatti diversi sui conti pubblici: servono coperture solide e una valutazione tecnica credibile per non trasformare il cantiere in un catalogo di slogan.
Le incognite verso il 2027
La costruzione del campo largo si gioca su cinque snodi. Primo: identità. Casa riformista deve evitare l’etichetta del mero centrismo di testimonianza e dimostrare che può spostare voti reali. Secondo: governance della coalizione, perché il rapporto tra Pd, M5S e Avs richiede meccanismi che non penalizzino nessuno. Terzo: territori, dove candidature e liste civiche misureranno la tenuta dell’intesa. Quarto: politica estera e diritti, temi su cui l’asse può incrinarsi. Quinto: tempi: dopo le regionali, servirà mettere a terra un cronoprogramma credibile con priorità, riforme e milestone verificabili.
Il bivio delle piazze
Tra piazze e governo dell’agenda, le opposizioni devono uscire dal pendolo. Renzi invita a non fermarsi alla sola mobilitazione: “La politica serve quando trova soluzioni, non quando rincorre gli slogan”. Dall’altro lato Schlein e Avs considerano le piazze uno strumento indispensabile per tenere alta l’attenzione su lavoro, diritti e pace. La sintesi, se arriverà, farà la differenza tra una somma di sigle e una proposta alternativa di governo.