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La Camera salva Santanché, Meloni sotto assedio: scontro feroce in Aula

- di: Bruno Coletta
 
La Camera salva Santanché, Meloni sotto assedio: scontro feroce in Aula

La Camera dei Deputati ha respinto la mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè (foto), con 206 voti contrari, 134 favorevoli e un solo astenuto.

La decisione arriva in un clima di forte tensione politica, con l’opposizione che denuncia un governo “complice” e la maggioranza che ribadisce la presunzione di innocenza come principio imprescindibile.
La mozione, presentata dal Movimento 5 Stelle e sostenuta da Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra, era stata proposta alla luce delle accuse di falso in bilancio e truffa ai danni dell’INPS che pendono sulla ministra. Un caso che si trascina da mesi e che, secondo i suoi detrattori, avrebbe richiesto un immediato passo indietro.
Valuterò le dimissioni dopo la prossima udienza”, ha dichiarato Santanchè, rispondendo alle pressioni parlamentari. “Ma la decisione sarà mia e solo mia”, ha aggiunto con tono di sfida, sottolineando di non voler subire “ricatti” o pressioni politiche.

Scontro aperto tra maggioranza e opposizione
Il dibattito parlamentare ha visto una forte contrapposizione tra governo e opposizione. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha attaccato frontalmente Giorgia Meloni, accusandola di non essere in grado di gestire il caso: Meloni non riesce a far dimettere Santanchè. Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video per una convention tra motoseghe e saluti nazisti”, ha dichiarato Schlein, con un’affermazione destinata a far discutere. “La ministra difende le borsette, ma chi difende gli italiani dalle bollette?”, ha aggiunto, riferendosi ironicamente al caso delle borse false che avrebbe coinvolto Santanchè.
Non meno duro il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha accusato il governo di aver trasformato il caso Santanchè in una questione di sopravvivenza politica: “Vergognatevi. Voi che la voterete siete responsabili di questo disastro economico e morale”, ha detto Conte, rivolgendosi ai deputati della maggioranza. Secondo l’ex premier, il vero problema non è la ministra, ma Giorgia Meloni: “La responsabile è lei. Perché non la fa dimettere? O c’è un ricatto in corso, o Fratelli d’Italia si è ormai inebriato del potere e si sente una casta intoccabile”.

Il gelo nella maggioranza: nessun leader in difesa della ministra
Mentre l’opposizione alzava il tono dello scontro, dalla maggioranza è calato un silenzio pesante. Nessun leader di spicco ha preso la parola per difendere Santanchè. La linea del centrodestra è stata chiara fin dall’inizio: non entrare nel merito delle accuse, ma difendere un principio.
“Santanchè non va giudicata per il suo operato da ministra, ma secondo il garantismo. La giustizia non può essere un’arma politica”, ha dichiarato Enrico Costa di Forza Italia, respingendo l’idea che un rinvio a giudizio equivalga automaticamente a un obbligo di dimissioni.
L’unica voce più netta a favore della ministra è stata quella di Massimo Ruspandini, vicepresidente di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha tentato di trasformare la sconfitta politica in una dichiarazione di responsabilità: “Abbiamo apprezzato il suo intervento. Se verrà rinviata a giudizio, ha detto chiaramente che lascerà per il bene del partito e del governo”. Ma il messaggio è apparso più una giustificazione che una difesa convinta.

Santanchè e il caso INPS: un nodo politico che non si scioglie
L’intera vicenda nasce dalle indagini sulla gestione della cassa integrazione Covid nelle aziende legate alla ministra, in particolare il gruppo Visibilia. Secondo la Procura, Santanchè avrebbe truffato l’INPS simulando lo stato di crisi delle sue aziende e incassando fondi pubblici per i dipendenti. La difesa della ministra è stata netta:
Ho usato la cassa integrazione per salvaguardare i posti di lavoro. Lo hanno fatto tutte le aziende italiane”, ha dichiarato, negando ogni accusa di malversazione.
Ma il caso non si esaurisce qui. Santanchè è stata accusata anche di falso in bilancio, e il prossimo passo giudiziario potrebbe metterla ancora più in difficoltà. Il tribunale dovrà decidere se rinviarla formalmente a giudizio.
“In quella sede farò una riflessione seria sulle mie dimissioni”, ha detto in Aula. Ma per l’opposizione il verdetto è già scritto.

Meloni nella tempesta: rischio di un effetto domino?
La vicenda Santanchè è solo l’ultima di una serie di grane giudiziarie che stanno mettendo in difficoltà il governo. Il caso Delmastro, il sottosegretario alla Giustizia indagato per rivelazione di segreti d’ufficio, e le tensioni interne sulla gestione del potere stanno rendendo la posizione della premier più delicata.
Meloni ha evitato ogni commento diretto su Santanchè, lasciando che il centrodestra serrasse i ranghi in Parlamento. Ma l’opposizione la considera già in difficoltà: “Questo non è governo, è un patto di potere. La destra protegge sé stessa, non gli italiani”, ha attaccato Schlein.
Il caso Santanchè, per ora, non ha fatto cadere alcuna testa. Ma il suo peso politico rischia di trascinare con sé pezzi sempre più importanti dell’esecutivo. E la domanda che aleggia nei corridoi del Parlamento è una sola: quanto potrà reggere ancora Giorgia Meloni?


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