Perplexity punta Chrome: un'offerta che scuote il mercato
Martedì 12 agosto 2025, l’intelligenza artificiale incontra il teatro giudiziario. Perplexity, startup di IA con sede a San Francisco, ha recapitato un’offerta in contanti da 34,5 miliardi di dollari per acquisire Google Chrome, il browser che domina oltre il 60 % del mercato globale con circa 3,5 miliardi di utenti.
Una mossa sovradimensionata rispetto al valore percepito
La cifra proposta è quasi doppia rispetto alla valutazione della stessa Perplexity, stimata tra 14 e 18 miliardi di dollari. L’offerta è sostenuta da molti fondi di venture capital che hanno garantito la copertura finanziaria dell’operazione.
Un’offerta strategica, non solo economica
Dietro questa proposta c’è una volontà chiara: influenzare il giudice federale Amit Mehta, chiamato a definire i rimedi per il monopolio illegale di Google nel mercato delle ricerche online. Con un recente verdetto che ha sancito il monopolio della compagine californiana, si attende ora una decisione che potrebbe obbligare la vendita di Chrome.
Cosa promette Perplexity
Nella sua lettera a Sundar Pichai, Perplexity scrive: “l’offerta è progettata per soddisfare un rimedio antitrust nell’interesse pubblico, affidando Chrome a un operatore indipendente e competente”.
- Sostegno a Chromium, il progetto open source alla base di Chrome.
- Google rimarrebbe motore di ricerca predefinito, con possibilità per l’utente di modificarlo.
- Investimenti per almeno 3 miliardi di dollari nei prossimi due anni per sicurezza, performance e interoperabilità.
Google resiste: sicurezza, innovazione e strategia
Google non ha mostrato alcuna intenzione di vendere Chrome. In tribunale, Sundar Pichai ha avvertito che una cessione forzata danneggerebbe l’innovazione, scoraggerebbe investimenti e creerebbe rischi per la sicurezza. L’azienda punta inoltre a impugnare la sentenza che ne ha dichiarato il monopolio.
E la giustizia federale?
Il giudice Mehta, che ha stabilito l’illegalità del monopolio Google nel 2024, è atteso a una pronuncia nell’arco di questo mese. Molti osservatori ritengono una vendita forzata improbabile, vista la strategia di ricorso che potrebbe protrarre la battaglia legale per anni.
Un’occasione nel contesto dell’IA
La posta in gioco è alta: con il crescente uso di chatbot di IA, i browser tornano al centro della guerra per il traffico verso motori di ricerca e risposte intelligenti. Avere il controllo su Chrome significherebbe un vantaggio critico nella raccolta dati e nella distribuzione dell’esperienza utente.