Rivolta dei pensionati ex Banca di Roma contro Unicredit: "Assegno tagliato del 70%"

- di: Redazione
 
La pensione integrativa, per definizione, dovrebbe aiutare chi ne ha pagato i relativi contributi ad assicurarsi una vecchiaia serena, almeno dal punto di vista economico.
Ma questo non vale per tutti e non vale soprattutto per i pensionati dell'ex Banca di Roma che, con la loro associazione (che riunisce i circa ventimila ex dipendenti di BdR), accusano il gruppo Unicredit, segnatamente la gestione del relativo fondo, di avere, nel corso degli anni, falcidiato l'assegno mensile integrativo non di un piatto di lenticchie, ma del 70 per cento.

Rivolta dei pensionati ex Banca di Roma contro Unicredit: "Assegno tagliato del 70%"

"Dispiace che una Banca come Unicredit - si legge in una nota dell'associazione dei pensionati ex BdR -, che custodisce ed intermedia il risparmio dei suoi clienti e che colloca prodotti finanziari volti a investire e accrescere tale risparmio, non sia riuscita negli anni a tutelare le pensioni dei suoi ex dipendenti. L’Associazione Nazionale Pensionati Banca di Roma deve, e soprattutto vuole, tutelare i pensionati che negli anni tanto hanno contribuito alla crescita della Banca e tanto denaro hanno versato al Fondo come forma di risparmio per assicurarsi una serena vecchiaia. Sta pertanto facendo tutti i passi possibili e necessari per richiamare alle proprie responsabilità tutte le parti coinvolte nel dissesto del Fondo".

Ma, accanto a questa nota, che si potrebbe definire ''normale'', ce n'è un'altra con cui l'Associazione Nazionale di Pensionati Banca di Roma alza decisamente il tiro, mettendo nel mirino i criteri di gestione del fondo che, si legge, ''è stato purtroppo protagonista di operazioni finanziarie non rispondenti alle esigenze di prudente gestione che normalmente si associano allo scopo di garantire una rendita sicura agli associati''.
Quindi, a leggere la presa di posizione dell'associazione, il Fondo pensioni Unicredit piuttosto che garantire gli associati ex BdR, ha imboccato la strada di operazioni finanziarie che, apparentemente, ben poco hanno a che spartire con la sua finalità.

Tra le operazioni sulle quali l'Associazione punta il dito ci sono l'acquisto (datato 2008) di obbligazioni della banca statunitense Lehman Brothers, che di lì a poco sarebbe fallita, creando un effetto domino globale; l'investimento nel Fondo Immobiliare Idea Fimit Sviluppo - Comparto; l’acquisto, nel 2015, di strumenti finanziari derivati, poi sanzionato amministrativamente; l'avere concentrato gli investimenti immobiliari sostanzialmente in un unico complesso a Roma, non rispettando il principio di diversificazione per ridurre il rischio.
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