Papa Francesco e Gaza: l’ultima telefonata sabato sera. “Soffriva per noi fino alla fine”
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Era il Sabato della gloria, alla vigilia della Pasqua, quando Papa Francesco ha compiuto uno dei suoi ultimi gesti pastorali: una telefonata ai cristiani di Gaza, in piena emergenza umanitaria. Alle 19, ora locale, Bergoglio ha chiamato la parrocchia della Sacra Famiglia, il piccolo presidio cattolico nella Striscia, per portare conforto, benedizione e una parola di pace. Un gesto che oggi assume un significato ancora più profondo. “È stata l’ultima volta che lo abbiamo sentito”, ha raccontato con commozione padre Gabriel Romanelli, il parroco, in un’intervista successiva alla morte del Pontefice. “Come sempre ci ha espresso la sua vicinanza, la sua consolazione, la sua preghiera. Soffriva con noi e per noi”.
Papa Francesco e Gaza: l’ultima telefonata sabato sera. “Soffriva per noi fino alla fine”
Il Papa aveva più volte manifestato la sua attenzione alle sofferenze di Gaza, ricordandole pubblicamente anche durante le sue preghiere domenicali e nei messaggi Urbi et Orbi. L’ultima volta fu proprio domenica di Pasqua, poche ore dopo la telefonata, quando Francesco menzionò esplicitamente il dramma della popolazione della Striscia durante la benedizione pasquale. Per la piccola comunità cattolica locale — composta da appena un centinaio di fedeli — quelle parole furono un segno potente: “Ci siamo sentiti meno soli”, ha detto padre Romanelli, ricordando come anche molti musulmani e cristiani ortodossi siano venuti a portare le loro condoglianze dopo la morte del Papa.
Un addio carico di pace in mezzo alla guerra
La telefonata, raccontano i presenti, fu breve ma intensa. Al telefono con padre Gabriel c’erano anche padre Iusuf e suor Maria. Francesco chiese della loro sicurezza, li benedisse, e ribadì l’invito a non perdere la speranza, nonostante la guerra. “Le sue parole ci hanno accompagnato nella veglia pasquale”, ha ricordato Romanelli. È stato l’ultimo segno di una vicinanza mai interrotta, anche nei momenti più tragici. Il Papa aveva più volte condannato l’uso della forza nella Striscia, auspicando una soluzione diplomatica e l’apertura di corridoi umanitari per proteggere i civili, in particolare donne e bambini.
Le condoglianze del mondo arabo e il ricordo interreligioso
Alla parrocchia della Sacra Famiglia sono giunte condoglianze non solo dalla comunità cattolica, ma anche da rappresentanti delle altre fedi. “Anche musulmani e ortodossi sono venuti a esprimere il loro dolore per la scomparsa del Santo Padre”, ha raccontato il parroco, sottolineando il valore interreligioso del pontificato di Francesco. “Ci ha insegnato che la pace non è solo un concetto, ma una missione quotidiana. E qui, dove la pace sembra impossibile, ci ha indicato una strada fatta di ascolto, compassione e rispetto”.
Una testimonianza che rimane
L’ultima telefonata del Papa a Gaza non è solo una testimonianza di affetto pastorale: è anche un lascito spirituale. Un richiamo alla solidarietà universale, all’empatia, al dovere di farsi carico del dolore degli altri anche da lontano. Per chi vive sotto le bombe, sapere di non essere dimenticati può fare la differenza. Papa Francesco, con quella telefonata, ha voluto ricordarlo. Anche nel suo ultimo sabato, ha scelto di stare con gli ultimi.