Il Papa davanti agli industriali, parla di dignità del lavoro, pensando alle donne

- di: Redazione
 
Una sede inusuale, la sala Nervi, in Vaticano, quella delle udienze papali, ha ospitato l'assemblea di Confindustria, un evento ufficiale quanto istituzionale, che però è stato arricchito dall'intervento di Francesco che, anche questa volta, ha voluto dare il suo contributo ad un Paese, l'Italia, al quale è legato indissolubilmente, non solo per come guida della Chiesa universale.
L'intervento del Papa, seppure ''scontato'' nei contenuti, per lui che ha fatto dell'impegno e dell'apostolato una missione quotidiana, ha dato l'ulteriore conferma di come intenda il rapporto tra l'uomo e la donna con il lavoro, che diventa un momento di crescita umana e sociale e non solo una forma di sostentamento.

Papa Francesco è intervenuto durante l'assemblea di Confindustria

Un ''assist'', in tal senso, gli è arrivato dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha detto, cosciente del momento delicato che attraversa il Paese, come ''in questa nostra Italia, avvertiamo, oggi più che mai, il dovere di offrire il nostro contributo centrato sulla definizione condivisa di un "lavoro degno". Una cosa che dovrebbe essere scontata, e invece, ha sottolineato Bonomi, non lo è se ci si confronta con "infime retribuzioni", anche se, ha aggiunto, "Questo non riguarda in alcun modo l'industria. Quelli non siamo noi!".

Sono poi risuonate, nell'austerità della sala, le parole del Papa che è andato dritto al cuore del problema, dicendo che creare lavoro "genera una certa uguaglianza nelle vostre imprese e nella società. È vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e salari diversi, ma i salari non devono essere troppo diversi. Oggi la quota di valore che va al lavoro è troppo piccola, soprattutto se la confrontiamo con quella che va alle rendite finanziarie e agli stipendi dei top manager. Se la forbice tra gli stipendi più alti e quelli più bassi diventa troppo larga, si ammala la comunità aziendale, e presto si ammala la società".

Papa Francesco, parlando di un tempo non facile per tutti, anche per le imprese, ha ricordato che la crisi energetica che è stata scatenata dalla guerra in Ucraina ha trovato fertile terreno in un Paese fiaccato dalla pandemia.
In un quadro che è generalmente difficile, ha detto il Pontefice, esistono sensibilità diverse, se è vero che "nel mercato ci sono imprenditori 'mercenari' e imprenditori simili al buon pastore , che soffrono le stesse sofferenze dei loro lavoratori, che non fuggono davanti ai molti lupi che girano attorno. La gente sa riconoscere i buoni imprenditori Lo abbiamo visto anche recentemente, alla morte di Alberto Balocco: tutta la comunità aziendale e civile era addolorata e ha manifestato stima e riconoscenza".

Francesco ha poi toccato, per l'ennesima volta, un tema che gli sta particolarmente a cuore, quello della natalità, con le donne che hanno quasi paura a rimanere incinte, per il timore d'essere cacciate via ''appena s'incomincia a vedere la pancia''.
''Per favore" - ha detto il Papa rivolto agli industriali e non seguendo il discorso scritto - "questo è un problema delle donne lavoratrici. Studiatelo, vedete come fare che una donna incinta possa andare avanti, sia col figlio che aspetta e sia col lavoro".
Il Papa ha anche affrontato un tema molto attuale, quello delle tasse, definite "una forma di condivisione che permette alla ricchezza di diventare bene comune", a condizione che però la tassazione sia equa, "basata sulla capacità contributiva di ciascuno, come dice la Costituzione italiana".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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