I miliardari volano: 2.000 miliardi in più nel 2024 (+5,7 mld al giorno), poveri bloccati

- di: Jole Rosati
 

L’ultimo rapporto di Oxfam, pubblicato in concomitanza con l’avvio del World Economic Forum di Davos, lancia un allarme severo sulla crescente disuguaglianza economica globale. Intitolato “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata”, il documento rivela che nel 2024 i miliardari hanno visto crescere le loro ricchezze di 2.000 miliardi di dollari, pari a 5,7 miliardi al giorno, triplicando il ritmo dell’anno precedente. Intanto, il numero di persone che vive sotto la soglia di povertà non è cambiato dal 1990, fermo a 3,5 miliardi.
 Oxfam è la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo.

Un divario sempre più ampio
Secondo i dati, la ricchezza complessiva dei miliardari è passata da 13.000 a 15.000 miliardi di dollari nel 2024, segnando il secondo maggiore incremento annuale mai registrato. Parallelamente, il numero di individui con un patrimonio superiore a un miliardo di dollari è aumentato da 2.565 a 2.769. “Se il trend attuale prosegue, potremmo vedere la comparsa di cinque trilionari entro il prossimo decennio”, osserva Oxfam.
Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, ha dichiarato: “L’incapacità di contenere la concentrazione della ricchezza consolida il potere nelle mani di pochi e ostacola una società più equa e inclusiva. Un’inversione di tendenza è indispensabile, ma il contesto politico globale lo rende sempre più complesso”.

Poveri bloccati al punto di partenza
Il rapporto evidenzia come il numero di persone che vivono con meno di 6,85 dollari al giorno, la soglia di povertà indicata da Oxfam, non sia cambiato dal 1990. Inoltre, la riduzione della povertà estrema (¬meno di 2,15 dollari al giorno) procede a un ritmo talmente lento che l’obiettivo di eliminarla entro il 2030 appare ormai fuori portata. Secondo le stime, ci vorrà oltre un secolo per portare l’intera popolazione mondiale sopra la soglia di povertà. A peggiorare il quadro, i dati mostrano che i paesi in via di sviluppo sono particolarmente colpiti, con le economie locali che faticano a competere in un mercato globalizzato dominato dai grandi attori internazionali.

Tecnologia e disuguaglianza
Una parte significativa dell’accumulo di ricchezza è attribuita ai colossi tecnologici. Grazie alle economie di scala e a un potere politico crescente, le grandi aziende tech rappresentano oggi una forza trainante nella concentrazione della ricchezza globale. Il rapporto sottolinea che più di un terzo delle fortune miliardarie deriva da eredità, evidenziando come il sistema attuale perpetui vantaggi di posizione. La mancanza di una regolamentazione efficace sul potere delle aziende tecnologiche contribuisce ad amplificare questo squilibrio. “Queste aziende non solo dominano i mercati, ma influenzano anche le politiche pubbliche, creando un circolo vizioso di disuguaglianza”, ha dichiarato Gabriela Bucher (nella foto), direttrice esecutiva di Oxfam International.

Il ruolo della politica
Barbieri ha inoltre sottolineato l’influenza delle politiche identitarie, particolarmente evidenti negli Stati Uniti con la rielezione di Donald Trump e in Europa, dove crescono movimenti che polarizzano il dibattito. Questi approcci, secondo Oxfam, servono a “coprire il fallimento nel raggiungere risultati economico-sociali a favore dei più vulnerabili”, mentre si adottano politiche che favoriscono i già privilegiati. A livello internazionale, i conflitti geopolitici e l’instabilità politica in molte regioni del mondo ostacolano ulteriormente gli sforzi per una redistribuzione equa delle risorse.

Proposte per un futuro più equo

Oxfam ha avanzato proposte concrete per affrontare queste sfide. Tra le misure suggerite ci sono una tassazione più equa sui grandi patrimoni e sulle eredità, investimenti in sistemi di welfare inclusivi e una regolamentazione più stringente per ridurre il potere monopolistico delle grandi aziende. Secondo l’organizzazione, “il tempo per agire è ora”. Inoltre, viene proposta la creazione di un fondo globale per la redistribuzione delle risorse, finanziato attraverso tasse sulle transazioni finanziarie e sui profitti delle multinazionali, da destinare ai paesi più poveri.

Un dibattito acceso a Davos

L’agenda del World Economic Forum, che riunisce leader politici, imprenditori e rappresentanti della società civile, include quest’anno diverse sessioni dedicate alla riduzione delle disuguaglianze. Tuttavia, i critici accusano l’evento di essere dominato proprio dai principali beneficiari del sistema economico attuale. Come affermato da Gabriela Bucher: “Non possiamo aspettarci che i piromani spengano il fuoco. Serve una volontà politica vera e determinata per cambiare rotta”. L’incontro, inoltre, ha visto la partecipazione di numerosi attivisti e organizzazioni non governative che hanno chiesto maggiore trasparenza e impegni concreti dai leader presenti.

Il futuro delle disuguaglianze globali

Mentre il dibattito si intensifica, resta da vedere se le promesse e le dichiarazioni fatte a Davos si tradurranno in azioni concrete. Una cosa è certa: la crescente concentrazione della ricchezza e il perpetuarsi della povertà estrema richiedono soluzioni urgenti e coraggiose. L’urgenza di agire è sottolineata anche da recenti analisi del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, che hanno evidenziato come le disuguaglianze crescenti possano minare la stabilità economica e politica globale nei prossimi decenni. Senza interventi radicali, il sogno di un mondo più equo rischia di rimanere irraggiungibile.


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