Osservatorio SAIE: "Pesa il caro energia ma fiducia nel futuro"

- di: Barbara Bizzarri
 
È stato presentato oggi nel corso di SAIE, La Fiera delle Costruzioni a Bologna Fiere fino al 22 ottobre, l’Osservatorio dedicato alle imprese di produzione, distribuzione e servizi per la filiera edile. Dai dati desunti, emerge la fotografia di un settore che resiste alle difficoltà ma che vorrebbe poter esprimere quel potenziale bloccato da un’inflazione che colpisce oltre il 75% della categoria, 7 aziende su 10. La normale conseguenza è l’aumento dei prezzi del prodotto finito per il 68% degli intervistati. Rimane ancora forte l’impatto del Superbonus 110%, che determina fino alla metà del fatturato per 9 aziende su 10 (91%).

Osservatorio SAIE: "Pesa il caro energia ma fiducia nel futuro"

In generale, è buona la soddisfazione per il portafoglio ordini, ritenuto adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria da oltre 7 aziende su 10 (74%). Bene anche le attese per il fatturato a fine 2022, dato in aumento dal 64% delle imprese e l’andamento del fatturato dell’ultimo quadrimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, cresciuto per il 61% degli intervistati. Oltre un terzo (38%) del campione ha dovuto rinunciare a dei lavori per eccesso di richieste, a testimonianza di come bonus e investimenti abbiano rilanciato il settore dopo anni complessi. Un’altra buona notizia riguarda l’occupazione: per non dover più rinunciare ai lavori, quasi la metà delle aziende (46%) sta assumendo nuovo personale. Alcuni imprenditori (27%) nell’ultimo quadrimestre hanno addirittura potuto aumentare gli stipendi.
Eppure, permangono dei problemi legati sia al contesto macroeconomico che a disfunzioni “tipiche” del nostro sistema: su tutti ovviamente l’aumento dei prezzi dei materiali e dell’energia, seguito da burocrazia e tempi giudiziari e dall’incertezza normativa.

Cosa ha favorito la ripartenza del settore dopo anni difficili? Non sorprende che in cima alle risposte più gettonate ci siano gli incentivi, seguiti dalla riforma della burocrazia/sburocratizzazione e dallo sblocco dei cantieri. Il Superbonus 110% ha avuto un impatto positivo sul giro d’affari del campione intervistato, anche se l’iter burocratico, la chiarezza della norma e le difficoltà ad accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito rischiano di minarne i risultati. Per quanto riguarda il PNRR, le imprese guardano con favore soprattutto a incentivi e investimenti relativi all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio sia pubblico che privato.

“I dati del nostro Osservatorio confermano quanto emerso dal Rapporto di Federcostruzioni presentato ieri nel convegno inaugurale della fiera – ha dichiarato Emilio Bianchi, Direttore di SAIE - Il settore è in buona salute, anche grazie ai bonus e agli investimenti del PNRR, ma si può fare di più. L’aria che si respira in questi giorni qui a Bologna Fiere è di fiducia e ottimismo, ma permangono quelle criticità che si possono risolvere solo agendo con una voce unica, a cui siamo orgogliosi di dare spazio a SAIE. L’idea portante del Salone è proprio questa: offrire a imprese, associazioni e professionisti del settore un luogo in cui moltiplicare le opportunità di mercato, toccare con mano le innovazioni più significative del saper fare italiano, aggiornarsi sui temi fondamentali del comparto e, soprattutto, incontrare gli altri protagonisti del settore, anche a livello politico.”

La filiera delle costruzioni si affaccia alla rivoluzione digitale cercando di farsi trovare pronta: il 69% delle aziende investe in ricerca e innovazione fino a circa un terzo del proprio fatturato, puntando soprattutto su sicurezza informatica, cloud computing, Internet of Things e connettività/5G. L’altro trend del momento è la sostenibilità, che vede impegnate le aziende soprattutto attraverso l’uso di dispositivi a basso consumo energetico, l’isolamento termico o la realizzazione di edifici in classe A o Nzeb e l’acquisto di macchinari e/o impianti efficienti e di nuova generazione. Rimane invece ancora strada da fare sui criteri ESG, sconosciuti al 40% del campione.
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