L'orgoglio di essere italiani
- di: Fabio Verna
Il Gruppo Salini, nato nel ‘36 a Roma su impulso di Pietro Salini che avviava al tempo la propria attività di costruttore edile, ebbe a crescere sino a divenire il terzo gruppo italiano, anche tramite l’acquisizione della Todini Costruzioni Generali; a quel punto, nel 2011 il Gruppo Salini iniziò la sua scalata alla quotata Impregilo, operazione positivamente conclusasi poi nel 2014 con la sopra ricordata OPA. Dunque due storie italiane che riassumono ed esprimono grandi potenzialità, ma che hanno già da tempo indirizzato la loro, oggi assommatasi, capacità di intraprendere sui mercati internazionali, mantenendo la sede e soprattutto la “mente pensante” in Italia, ma offrendo le proprie migliori capacità sui mercati esteri. Le attività internazionali del Gruppo Salini Impregilo sono realmente notevoli: dighe, impianti idroelettrici, ponti, viadotti, metropolitane, ma una su tutte l’ampliamento, o forse sarebbe meglio dire il raddoppio del Canale di Panama. Un’opera colossale che si può considerare ultimata dall’11 giugno del 2016 con il passaggio della prima nave attraverso questa nuova via d’acqua. Altresì vi sarebbero opere altrettanto rilevanti, sia sul piano dell’eccellenza ingegneristica, sia per la loro rispondenza economica, da realizzare pure in Italia, opere di necessaria importanza per lo sviluppo del nostro paese. Certamente un’impresa ha l’obbligo morale di ricercare ricavi ed ancor più i connessi utili in quei mercati che offrono l’idoneo valore aggiunto al proprio lavoro, ed anche una grande azienda italiana ha indubbiamente questo diritto, ma potrebbe anche avere una sorta di obbligo morale nell’ammodernamento, ancor più nel rilancio del nostro Paese. Fare impresa in Italia è indubbiamente molto difficile, troppe tasse e troppa burocrazia, d’altro canto la storia del Gruppo Salini Impregilo è anche la storia di chi ha concretamente saputo superare grandi difficoltà e dunque i nostri imprenditori potrebbero avere l’orgoglio di realizzare le loro opere qui sul nostro territorio, al servizio dei nostri concittadini. Del resto le grandi opere pubbliche sono da sempre una forte spinta propulsiva per la crescita del PIL, nonchè un notevole volano occupazionale. Appare dunque possibile dimostrare che il “made in Italy” non sia semplicemente un prodotto od una tecnologia da esportare, ma possa tradursi anche in: “fatto in Italia per gli italiani”, con quel sano senso di patriottismo economico, volto a far recuperare al nostro Paese il suo giusto ruolo sulla ribalta internazionale. In tal senso il mio primo pensiero corre alla messa in sicurezza di tutti quei centri abitati sottoposti ai fenomeni sismici, senza altresì dimenticare tutte quelle grandi opere di pubblica utilità necessarie a sostenere ed ad implementare il rilancio economico di tutto il paese; consentendo così al meridione d’Italia di essere parte integrante della tanto auspicata ripresa. E naturalmente pensando al nostro meridione e in diretto riferimento ad un Gruppo della portata della “Salini Impregilo SpA”, non posso non ricordare il Ponte sullo Stretto, un’opera avveniristica oramai dibattuta da anni, tanto dibattuta che io stesso quando insegnavo alla facoltà di Economia dell’Univerisità di Messina, lanciai una forte provocazione, proponendo come alternativa al ponte un tunnel. In fondo se era stato possibile realizzare “l’Eurotunnel” sotto il Canale della Manica, per circa 50 km. perchè non progettare un tunnel di appena 5 km tra Scilla e Cariddi. Ma lasciando da parte le mie futuristiche ipotesi, le opere di cui il nostro “bel paese” avrebbe fortemente bisogno sono davvero molteplici, e sarebbe un vero orgoglio per tutti noi se potesse essere un’azienda italiana a realizzarle.l Gruppo Salini Impregilo opera settore della costruzione di grandi opere di ingegneria, con un fatturato di oltre € 6 miliardi e circa 35.000 dipendenti, ponendosi così al primo posto delle grandi imprese italiane operanti all’estero. Il Gruppo si forma tramite una OPA (offerta pubblica d’acquisto) totalitaria lanciata dalla Salini SpA su Impregilo, dando così vita ad un Gruppo con le notevoli competenze tecniche maturate nel tempo, ma anche con le dovute capacità economiche necessarie a partecipare ai grandi appalti internazionali. Per entrambi gli attori di questo importante gruppo internazionale, vi è alle spalle una lunga storia tutta nostrana: fatta di cultura d’impresa, di innovazione tecnologica, ma anche di italica genialità. L’Impregilo nasce nel 1955, dall’associazione d’imprese denominata: “GILT” (Girola – Impresit – Lodigiani – Torno) formatasi per realizzare a Kariba la diga idroelettrica sul fiume Zambesi, al confine tra lo Zambia e lo Zimbawe. Al termine dei lavori ed a seguito dell’uscita della Torno, dai nomi dei partners restanti: Impresit – Girola – Lodigiani, il nome diviene appunto “Impregilo”. Negli anni e conseguentemente a taluni riassetti societari, Impregilo divenne oggetto d’interesse del Gruppo Salini, interesse che portò poi all’attuale struttura societaria.