Dopo i crolli di ieri, i mercati azionari tirano il fiato, ma resta il timore Omicron

- di: Redazione
 
Le borse asiatiche hanno ripreso fiato oggi, dopo il crollo che, su tutti i mercati azionari del mondo, è stato provocato ieri dalle preoccupazioni determinate dalla variante Omicron del Covid-19, ma anche dai processi inflattivi che interessano l'economia mondiale. Tokyo ha guadagnato quasi il 2% e anche su altri mercati si sono registrati consistenti recuperi.

Dopo i crolli di ieri, i mercati azionari tirano il fiato: resta la paura Omicron

I casi di coronavirus sono aumentati in Australia e Corea del Sud, mentre i governi delle regioni stanno attuando misure per prevenire o frenare la pandemia.
L'indice Nikkei 225 di Tokyo è aumentato del 2% a 28.496,83 e l'Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato lo 0,3 percento a 22.798,23. A Seoul, il Kospi ha guadagnato lo 0,3 percento a 2.972,79, mentre l'indice Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,2 percento a 3.601,53. A Sydney, l'S&P/ASX 200 è salito dello 0,4 percento a 7.323,90.
Ieri le azioni sono crollate in tutto il mondo, complice anche il calo del greggio statunitense è sceso del 3,7 per cento per i timori che la nuova variante del coronavirus possa determinare fabbriche e trasporto aereo a ridurre il consumo di carburante.

I prezzi del petrolio sono aumentati all'inizio delle contrattazioni di oggi, con il greggio statunitense che ha guadagnato 81 cent a 69,42 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, lo standard internazionale per i prezzi, è salito di 69 centesimi, a 72,21 dollari al barile.

A provocare preoccupazione sui mercati internazionale, oltre alla crisi legata alla variante Omicron, ci sono altri fattori. Come lo stop imposto dall'influente senatore democratico Joe Manchin al programma di spesa da due trilioni di dollari proposto dal governo degli Stati Uniti. Altro fattore di incertezza è la mossa della Federal Reserve per fermare più rapidamente gli aiuti all'economia, a causa dell'aumento dell'inflazione.
Tutti questi fattori insieme hanno trascinato il benchmark S&P 500 dell'1,1% in meno a 4.568,02. Il Dow Jones Industrial Average è sceso dell'1,2%, a 34.932,16. Il Nasdaq Composite è sceso dell'1,2%, a 14.980,94.
Le azioni delle società più piccole sono andate peggio del resto del mercato. L'indice Russell 2000 è sceso dell'1,6%, 2.139,87.

L'Occidental Petroleum è scivolato del 3,8%, guidando una lunga lista di titoli petroliferi in perdita. Anche i produttori di materie prime, società tecnologiche e titoli finanziari hanno terreno a causa delle preoccupazioni legate alla variante Omicron. Il produttore di acciaio Nucor ha perso il 5,8 per cento, Microsoft l'1,2 percento e Synchrony Financial, che offre carte di credito a marchio di negozi e altri prodotti finanziari, è sceso del 5,2 percento.
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