Ofi Invest AM: Il credito è tornato appetibile, ma bisogna investire con cautela

- di: Geoffroy Lenoir, Co-Head of Fund Management di Ofi Invest AM
 

Il credito europeo ha beneficiato dell’innalzamento dei principali tassi d’interesse, i quali hanno riportato la redditività in un mercato in cui mancava ormai da molto tempo. Il riferimento è ovviamente ai fondi monetari, che dopo sei anni sono finalmente tornati in territorio positivo, ma anche ai corporate bond, che sono tornati a crescere sia nel segmento investment grade, sia in quello high yield. Ad oggi, noi di Ofi Invest AM riteniamo che le opportunità riescano finalmente a compensare i rischi e anche che i meccanismi di compensazione degli spread e dei tassi d’interesse stiano funzionando, riducendo la volatilità dell’asset class nei periodi di maggiore stress.

 

Investment grade

 

Le obbligazioni investment grade rappresentano un’opzione interessante, dato che quelle a maturità compresa tra i 6 e i 7 anni rendono attualmente tra il 4,40% e il 4,50%. A causa dell’inversione della curva dei rendimenti, un evento di per sé abbastanza raro, ci troviamo in una situazione in cui le scadenze a 1-3 anni e quelle più lunghe presentano quasi la stessa rendita, ma con le prime che offrono duration minori. Per fare un esempio, attorno alla metà di settembre, l’indice Investment Grade ICE BofA 1-3 years Euro Corporate registrava una rendita del 4,4%, con una maturità media di 1,9 anni; circa 2,5 volte meno volatile dell’ICE BofA Euro Corporate All Maturities. Inoltre, i rendimenti offerti da questo indice per le scadenze a 1-3 anni sono simili a quelli del mercato monetario, ma distribuiti su un orizzonte temporale più lungo, rendendolo così un’opportunità di investimento attrattiva e a rischio relativamente ridotto.

 

Tuttavia, non si può negare che anche le scadenze più lunghe presentano dei vantaggi. Si assuma, per esempio, che la politica monetaria restrittiva delle principali banche centrali abbia ormai raggiunto il suo picco e che sia imminente una fase di riduzione dei tassi d’interesse di base (il che significherebbe che l’inflazione tornerà su livelli normali e che l’economia inizierà a rallentare); in questo caso, sarebbe conveniente investire in soluzioni investment grade “all maturities”, in quanto,  destinare parte del portafoglio verso questa soluzione significa investire per un arco temporale di sei anni in un rendimento del 4,3%, salvo default. Ovviamente, questo scenario non può essere considerato come un futuro certo, ma è sicuramente verosimile.

 

High Yield

 

Per quanto riguarda l’high yield, non è un mistero che noi di Ofi Invest AM abbiamo aumentato la nostra esposizione verso questo segmento da inizio 2023, spinti anche dallo spread tra questo e i bond governativi a 460 punti base, ben superiore alla media storica di 410 degli ultimi 10 anni. Ciò significa che la remunerazione offerta per compensare il rischio è del 7,7%, contro appena il 3% registrato quando i titoli di stato offrivano rendimenti negativi. Tuttavia, quello che ci ha maggiormente incoraggiati è la convinzione che i possibili fallimenti di imprese fortemente indebitate siano già stati scontati dal mercato, come dimostra il fatto che gli spread attuali giustificano un tasso di default dell’8%, mentre le agenzie di rating parlano di “appena” il 3,8%. In altre parole, il mercato si aspetta più default di quelli previsti dalle agenzie.

 

Un altro fattore che ci ha spinti a prediligere il comparto high-yield è la sua maturità. Negli ultimi 10 anni, questa asset class ha visto aumentare le sue dimensioni globali di 10 volte, arrivando a contare 400 emittenti contro i 150 iniziali. Ciò significa che, da un lato, il settore gode di una liquidità mai vista in precedenza e, dall’altro, che è arrivato a includere quasi la totalità dei mercati e delle aree geografiche, rendendolo un’opportunità di investimento che deve almeno essere presa in considerazione. Inoltre, il suo rendimento medio è particolarmente attraente per il carry trade e può fornire protezione contro eventuali aumenti di spread e tassi. Per dare un’idea, stando ai dati aggiornati a fine settembre, gli spread di questa asset class dovrebbero aumentare di 275 punti base in un anno per cancellare i rendimenti generati; uno scenario del tutto improbabile. È vero che alcuni investitori temono che un eccessivo rialzo dei tassi potrebbe mettere gli emittenti più indebitati in grave difficoltà, ma se si costruisce un portafoglio ben diversificato, un default può facilmente essere compensato dai rendimenti generalmente alti. Una buona pratica che però seguiamo e invitiamo a seguire è quella di rimanere selettivi, soprattutto in uno scenario come quello attuale dove il rischio di mercato è alto e in ascesa.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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