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Nvidia e AMD verseranno agli Stati Uniti il 15% dei ricavi dalle vendite di chip in Cina

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Nvidia e AMD verseranno agli Stati Uniti il 15% dei ricavi dalle vendite di chip in Cina

I colossi statunitensi dei semiconduttori Nvidia e Advanced Micro Devices (AMD) hanno accettato di versare al governo federale degli Stati Uniti il 15% dei ricavi generati dalle vendite di chip in Cina. L’accordo è stato raggiunto dopo un incontro alla Casa Bianca tra il presidente americano Donald Trump e il CEO di Nvidia, Jensen Huang. Secondo fonti della stampa anglosassone, l’intesa mira a garantire il rilascio delle licenze di esportazione verso la seconda economia mondiale, in un contesto di crescenti tensioni commerciali e tecnologiche tra Washington e Pechino.

Nvidia e AMD verseranno agli Stati Uniti il 15% dei ricavi dalle vendite di chip in Cina

La misura si inserisce nella strategia dell’amministrazione Trump di mantenere il controllo sulle tecnologie avanzate, proteggendo al contempo le aziende statunitensi dal rischio di esclusione dal mercato cinese. Negli ultimi anni, le restrizioni all’export di microprocessori di fascia alta verso Pechino hanno rappresentato un freno per i ricavi dei giganti del settore, mentre la Cina ha accelerato nello sviluppo di soluzioni domestiche per ridurre la dipendenza da fornitori stranieri.

La posizione di Nvidia

In una dichiarazione rilasciata alla BBC, Nvidia ha sottolineato di voler “seguire le regole stabilite dal governo statunitense per la partecipazione ai mercati mondiali”. L’azienda ha aggiunto che, pur non spedendo chip della serie H20 in Cina “da mesi”, auspica che le norme sul controllo delle esportazioni “consentano all’America di competere in Cina e nel mondo”.

Il valore record di Nvidia
L’accordo arriva in un momento di massima espansione per Nvidia, oggi principale produttore mondiale di semiconduttori e leader nel settore delle GPU per intelligenza artificiale. Con una capitalizzazione di mercato che ha superato i 4 trilioni di dollari, l’azienda è diventata la prima nella storia a raggiungere questa valutazione, superando giganti come Apple e Microsoft. Per analisti e investitori, il patto con l’amministrazione americana rappresenta una mossa pragmatica per consolidare il vantaggio competitivo globale e preservare un canale di accesso al vasto mercato cinese.

AMD segue la stessa linea
Anche AMD, storico concorrente di Nvidia e fornitore chiave di processori e schede grafiche, ha accettato le stesse condizioni, in un’ottica di uniformità di trattamento e di stabilità delle relazioni commerciali. L’azienda, pur meno esposta rispetto a Nvidia alle restrizioni sulle GPU di fascia alta, considera la Cina un mercato strategico per la crescita a lungo termine, soprattutto nei segmenti dei data center e dell’edge computing.

Implicazioni geopolitiche e industriali
Per Washington, l’intesa rappresenta un equilibrio tra la tutela della sicurezza nazionale e il sostegno alla competitività delle proprie imprese tecnologiche. Per Pechino, invece, è il segnale che l’accesso alle tecnologie avanzate sarà sempre più legato a condizioni politiche e commerciali definite dagli Stati Uniti. Sullo sfondo, la corsa globale all’intelligenza artificiale e alle infrastrutture digitali resta una partita aperta, in cui ogni mossa economica ha immediate ricadute geopolitiche.

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