Sviluppare una cultura orizzontale: intervista all’Avvocato Nunzio Luciano, membro del Comitato Scientifico della Scuola Politica

- di: Redazione
 

La Scuola Politica “Vivere nella Comunità” come leva apartitica e multidisciplinare di grande importanza e qualità per rafforzare la preparazione del futuro ceto dirigente, il ruolo chiave della multidisciplinarietà, carente in genere nelle Università italiane e invece cardine della Scuola di Politica, le caratteristiche della Generazione Z e di quella dei Millennials, il ruolo e le caratteristiche oggi di un ‘civil servant’, le linee di evoluzione del mondo delle professioni e la qualità del ceto dirigente italiano, non solo quello politico. Intervista all’Avvocato Nunzio Luciano, membro del Comitato Scientifico di Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, oltre Presidente Emapi e Presidente Gruppo Green Arrow Capital SGR.

Sviluppare una cultura orizzontale: intervista all’Avvocato Nunzio Luciano, membro del Comitato Scientifico della Scuola Politica

Avv. Luciano, lei è Presidente di EMAPI (Ente di mutua assistenza per i professionisti italiani), Presidente - dall’aprile scorso - del Gruppo Green Arrow Capital SGR, e membro del Comitato Scientifico della Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, la prima Scuola Politica apartitica e multidisciplinare in Italia. Cosa significa essere parte di questo prestigioso ed unico progetto formativo, che punta ad accrescere la preparazione delle future giovani generazioni non solo nella sfera delle competenze politiche, ma anche in quelle manageriali, economico-finanziarie, civiche e sociali, con la mission di aumentare la capacità di analisi e di comprensione delle grandi sfide odierne, rafforzando la preparazione del futuro ceto dirigente?

È per me un privilegio essere stato nominato membro del Comitato Scientifico della Scuola politica “ Vivere nella Comunità”. Nel corso degli anni ho ricoperto il ruolo di Presidente di Cassa Forense e VicePresidente di Adepp (Associazione degli Enti Previdenziali Privati) e ho viaggiato in tutta Italia facendo formazione previdenziale. Più percorrevo il nostro Paese e più mi accorgevo che c’era un gap da colmare in ambito previdenza e ancora poca consapevolezza verso tematiche economico-finanziarie. Ciò mi ha spinto ad accettare con entusiasmo l’invito della Scuola Politica ad entrare far parte del Comitato Scientifico per portare la mia esperienza e poter contribuire concretamente alla formazione delle future generazioni. Lo ritengo un dovere, soprattutto alla luce dei dati Eurostat, secondo cui l’Italia è, dopo la Romania, il Paese europeo con il maggior numero di giovani, tra i 15 e i 29 anni, che non studiano e non lavorano.

Nella Scuola Politica sono presenti alcune delle figure più importanti del nostro Paese come i Professori Cassese, Capaldo, Cartabia, Profumo, Mattarella, insieme a Carlo Messina e Stefano Lucchini e a molti altri. Cosa rappresentano queste straordinarie personalità per lei e per gli studenti che frequentano la Scuola?

È un onore per me potermi confrontare con figure così illustri del nostro Paese, le cui esperienze possono di certo essere di esempio per tutti gli studenti.  Per la scuola rappresenta un’occasione di crescita. Colgo l’opportunità per ringraziare il dott. Carlo Messina e il dott. Stefano Lucchini, con cui ho avuto di recente la possibilità di confrontarmi, per aver dato un contributo fattivo al mondo dei liberi professionisti. L’accesso al credito (facilitato) d’intesa con Mediocredito Centrale e con Cassa Depositi e Prestiti è sicuramente una grande opportunità.

La Scuola Politica è composta da un corpo docenti di altissimo livello: professori universitari, amministratori delegati, presidenti di società, dirigenti della pubblica amministrazione, manager ed esperti professionisti, tutti muniti di un’elevata capacità didattica e di una profonda esperienza. La parola d’ordine è multidisciplinarietà, fattore che ancora appare carente nelle Università italiane, anche se c’è da dire che alcuni Atenei stanno cercando di recuperare il tempo perduto. Perché a suo parere oggi la multidisciplinarietà è un valore aggiunto fondamentale?

Sviluppare una cultura orizzontale è la grande sfida del nostro Paese. La mancanza di profili professionali adeguati e la qualità del capitale umano sono il vero obiettivo del Next Generation EU. In Italia gli investimenti in infrastrutture, alta velocità e rete digitale sono da accompagnare a investimenti in capitale umano. In un mondo che cambia così velocemente bisogna essere in grado di interpretare le mutazioni in atto per poter cogliere le molteplici opportunità che le stesse generano. Non sarà il pesce più grande ma quello più veloce a vincere la battaglia. In tale ottica la multidisciplinarietà consente di essere al passo con i tempi.

Si parla molto della Generazione Z, ma anche di quella dei Millennials, come di generazioni diverse da quelle precedenti, con un orizzonte valoriale più solido soprattutto in tema di sostenibilità a 360 gradi (ambientale, economica, sociale), il che si traduce in maggiori esigenze in termini di qualità della vita (quindi non solo di guadagni economici), di attenzione all’humus ambientale e sociale e così via. Lei fa parte del Comitato Scientifico della Scuola, in cui sono presenti i membri della Commissione esaminatrice chiamata a valutare ogni anno i profili dei candidati. Davvero le ultime generazioni, in media, mostrano questi tratti di diversità sostanziale con le precedenti, dove erano il successo e il denaro a contare prima di tutto?

Sicuramente nella Generazione Z, ma anche in quella nei Millennials, vi è una maggior sensibilità ai temi della sostenibilità sociale, un maggiore desiderio di migliorare la società e di rigenerare un senso di ‘futuro’, ma soprattutto desiderio di certezza, stabilità nel lavoro ed equilibrio nella sfera personale. Spero di poter contribuire a rafforzare l’attenzione a questi valori  e aumentare la consapevolezza dei giovani mettendo a disposizione anche l’esperienza che deriverà dall’incarico di Presidente di Green Arrow Capital SGR, uno dei principali operatori indipendenti nel panorama degli investimenti alternativi che attraverso tre strategie - Clean Energy & Infrastructure, Private Equity e Private Credit - investe in Europa con un approccio sostenibile, in grado di generare valore e contribuire concretamente alla transizione e all’indipendenza energetica del Paese. La sostenibilità, infatti, è da sempre parte del Dna di Green Arrow Capital, pioniere in Europa dei valori ESG, attraverso un impegno che si esprime sia in termini ambientali, che sociali e di governance. Questo incarico mi dà l’opportunità di poter intervenire concretamente a sostegno del benessere dell’ambiente e a beneficio delle generazioni future. 

“Il nostro obiettivo primario – afferma la Scuola politica ‘Vivere nella Comunità’ - è formare una nuova generazione di professionisti che avverta la consapevolezza e la responsabilità di essere classe dirigente preparata, vale a dire civil servants al servizio della comunità sia nel pubblico che nel privato”. Quali sono oggi, a suo parere, le caratteristiche essenziali di un “civil servant” degno di questo nome?

Per formare una nuova generazione di professionisti in un mondo che cambia così velocemente bisogna puntare su un’istruzione qualificata che sia in grado di sviluppare in maniera costante la cultura della multidisciplinarietà. Il 2023 è l’anno europeo delle competenze. L’incipit deve essere la formazione e per coinvolgere un numero sempre più ampio di giovani sarà indispensabile una partnership tra pubblico e privato con l’obiettivo di aiutare concretamente e da subito i giovani ad aver contezza delle sfide che li attendono. Le caratteristiche essenziali di un ‘civil servant’ sono, a mio avviso: conoscenze, capacità personali e relazionali, empatia, umiltà, equilibrio di comportamento e di giudizio, onestà morale ed intellettuale, conoscenza delle lingue, capacità di comunicazione, persuasione, mediazione ed interazione con gli altri.

Molti dei giovani che frequentano la Scuola Politica diventeranno dei professionisti. È Presidente di EMAPI, Ente di mutua assistenza per i professionisti italiani, e quindi ha una finestra privilegiata di osservazione su questo mondo di cruciale importanza per la vita economica e sociale del Paese. Quale mondo delle professioni trovano oggi i giovani che escono dalla Scuola, con quali prospettive, quali problemi, quali opportunità, quali linee di cambiamento?

Effettivamente l’EMAPI rappresenta una finestra privilegiata di osservazione sul mondo dei liberi professionisti. L’Ente oggi raccoglie tutte le Casse di Previdenza e si rivolge ad una platea di oltre un milione e mezzo di iscritti. I giovani al termine degli studi trovano un mondo diverso, che cambia rapidamente ma al contempo offre molteplici opportunità. Come ho detto prima, è importante adottare un approccio multidisciplinare e consiglio di fare sin da subito un’esperienza all’estero per una conoscenza linguistica più ampia e ottimale.

A suo parere è vero o no che, in media, la qualità del ceto dirigente italiano, non solo quello politico, è scesa negli ultimi venti anni e in non pochi casi fino al livello della modestia? Da dove deriva questa diffusa percezione da parte dei cittadini? E su questo fronte, oltre alla Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, vede altre luci in fondo al tunnel?

È vero, la qualità del ceto dirigente italiano si è molto affievolita negli ultimi anni e questo a mio avviso è dovuto anche al fatto che spesso non si premiano il merito e le competenze. L’eccesso di burocrazia e la mancata semplificazione del nostro sistema legislativo allontanano sempre di più i cittadini da uno Stato che appare troppo spesso inefficiente. Sono un ottimista per natura e quindi vedo sicuramente una luce in fondo al tunnel.  Alcuni provvedimenti del Governo mi lasciano ben sperare. La politica però dovrebbe comprendere che, quando si propongono provvedimenti utili al Paese, le contrapposizioni non servono. Bisogna tutti remare nella stessa direzione per ‘Vivere (insieme e meglio) nella Comunità’.

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