Lettera all'Unione Europea: "Prepariamoci per la prossima pandemia"

 
La pandemia da Coronavirus rappresenta indubbiamente uno degli eventi più significativi del nuovo millennio per il modo in cui ha condizionato la vita dei cittadini di tutti gli stati del mondo, con l'Europa che comincia a progettare la fase di convivenza con il virus nella speranza che il picco dei contagi sia passato.

Stando alle informazioni raccolte da Repubblica, oggi una lettera è stata inviata direttamente alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, su iniziativa della Danimarca ma firmata anche dei leader di Germania, Francia, Belgio, Spagna e Polonia. E il suo contenuto è perfettamente esplicato nel titolo: "Come assicurarsi che l'Unione Europea sia preparata alla pandemia".

Il testo mira a sollevare attenzione su come l'intera Unione abbia reagito alla pandemia da Covid-19 e sottolinea come sia necessario un approccio comune per il vecchio continente in modo che i paesi membri siano pronti sia a una possibile seconda ondata che a un'eventuale nuova pandemia. Preparativi che andranno a buon fine solo se si agirà come un unico elemento, portando avanti politiche comuni nel campo della ricerca, dell'industrializzazione e sul piano dei finanziamenti.

Il tutto incominciando ad assicurarsi forniture di strumenti sanitari protettivi, vaccini e farmaci prendendo esempio da quanto successo solo pochi mesi fa: la proposta dei sei stati firmatari della lettera è quella di introdurre degli stock minimi di materiale sanitario che ogni stato debba mantenere, rafforzando anche i corpi di protezione civile.

Un altro obiettivo è quello di rafforzare le ricerche nei vaccini e per farlo ci sarà bisogno di un approccio comune. Si pensa infatti a centralizzare la raccolta dati, sia per conoscere meglio l'evoluzione dei virus che per capire come affrontarlo. Il tutto legittimando ancora di più il ruolo dell'ECDC, il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Il modo in cui i corpi sanitari dei paesi membri si è mosso è stato disomogeneo, per questo nella lettera si suggerisce una maggiore convergenza fra le nazioni nel campo delle cure e della condivisione dei dati oltre che una possibile riforma sulle linee guida dell'antitrust da modificare in caso di pandemia per permettere "limitate collaborazioni fra aziende" che potrebbero ricevere incentivi per la produzione di prodotti medici. 

Un chiaro monito di alcuni dei paesi più influenti dell'Unione che nell'attesa di superare la crisi (ancora non alle spalle) dovuta al Coronavirus, spingono gli stati membri a farsi trovare pronti a un'eventuale nuova pandemia.
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