Covid-19: niente turisti in Lapponia e Babbo Natale è disoccupato

- di: Emanuela M. Muratov
 
In un periodo difficile, come quello che stiamo vivendo, sapere che qualcuno ha due residenze in uno degli angoli più suggestivi del pianeta muove forse ad un pizzico di invidia. Se poi questo "qualcuno" è alto, grosso, con una lunga barba bianca e candidi capelli, indossa un abito di un rosso sgargiante e, per combattere l'inquinamento, si muove solo con una slitta trainata da renne, il piccolo mistero sulla sua identità è subito svelato.

Già, perché Babbo Natale, secondo consuetudine, abita a Korvatunturi, una piccolissima località finlandese, vicino al confine con la Russia, anche se per incontrare i tantissimi che, fino allo scorso anno, volevano stringergli la mano o auto-immortalarsi con lui in un selfie, ha anche una sede di rappresentanza a Rovaniemi, capitale della Lapponia.
Qui, ormai dal 1985, per ragioni pratiche - ma soprattutto commerciali - ha un suo ufficio dove saluta i visitatori.
E non parliamo di una sparuta pattuglia di visitatori o fans dell'uomo in rosso.

Lo scorso anno - e questi sono dati ufficiali - nell'aeroporto di Rovaniemi sono arrivati 700 voli charter, la maggior parte in inverno. E, sempre nel 2019, il numero di persone che hanno visitato il Villaggio di Babbo Natale ha superato il mezzo milione, con tutto quello che questo significa economicamente.
Questo fino al 2019, perché quest'anno gli effetti della pandemia si sono fatti sentire ed in modo molto pesante, dando un durissimo colpo all'industria turistica della Lapponia.
Cosa che, "tecnicamente", non impedirà a Babbo Natale, che con la sua slitta volante non ha problemi di trasporto o contagio, di raggiungere le case dei bambini di tutto il mondo, che aspettano con trepidazione il suo arrivo e, con lui, dei regali che tradizionalmente recapita a tutti, anche ai più monelli.

L'aeroporto di Rovaniemi, in questo periodo dell'anno tradizionalmente in piena attività, è pressoché deserto. Sui tabelloni elettronici di informazioni figurano infatti solo i tre voli giornalieri che lo collegano ad Helsinki. Per il resto, nulla e, purtroppo, nessun charter è atteso, tra quarantene, tamponi e profilassi a dettare i tempi della crisi. Una stagione che, ormai, dicono gli esperti, è compromessa, con una brutta ricaduta sull'economia locale.

E dire che il 2019, dal punto di vista dell'industria turistica, era cominciato bene. Anzi benissimo per questa che in molti considerano una "destinazione da sogno".
Sanna Kärkkäinen, presidente dell'organizzazione Visit Rovaniemi, dice che il 2019 era partito con i migliori auspici: "Abbiamo registrato un'attività record a gennaio e febbraio. L'estremo nord, con i suoi paesaggi innevati e la sua aurora boreale, è un sogno. La Finlandia lo ha capito e sta aumentando le sue campagne pubblicitarie. Babbo Natale è una risorsa importante, soprattutto in Cina, Giappone e Singapore".

Ma, da quando alla fine di gennaio il Covid-19 ha fatto la sua apparizione ufficiale in Finlandia, tutto è cambiato ed in peggio. Alla fine di gennaio un turista cinese, proveniente dalla Provincia di Wuhan (dove il virus si è manifestato per la prima volta), ed in visita a Rovaniemi, è stato diagnosticato come positivo. Il primo caso accertato nei Paesi del Nord Europa.

Un mese e mezzo dopo, il governo, guidato dalla socialdemocratica Sanna Marin, ha imposto il semi-lockdown, con le scuole chiuse ed il telelavoro generalizzato
. Ma, ed è questo che ha innescato la crisi del turismo, a nessuno era più permesso attraversare il confine, a meno che non avesse un passaporto finlandese o avesse una residenza nel Paese. Ormai, a meno che i vaccini non facciano il miracolo, la stagione è compromessa e quindi, almeno per quest'anno, Babbo Natale resterà disoccupato o quasi nella sua Lapponia.
Certo girerà per lasciare i regali, ma certo non è la stessa cosa.
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