La nostra biblioteca - Si scrive Norferville, si legge "violenza alle donne"

- di: Diego Minuti
 
Franck Thilliez non è un ultimo arrivato nel mondo del noir e, in un certo senso, è, tra gli scrittori di madre lingua francese, una sorta di continua ''conferma'', perché non fallisce mai, unendo il gusto della scrittura alla ricerca quasi esasperata della descrizione come componente essenziale delle sue storie.
E non fallisce nemmeno con il suo ultimo ''prodotto'', giunto in questi giorni in libreria, ''Norferville'' (Fazi - pag.380 - 19,50 euro), un luogo che non esiste realmente, ma che trova la sua ragione d'essere, viste le cose di cui diventa palcoscenico, in un punto indistinguibile del grande nord canadese, collocato idealmente nel Quebec, verso Terranova e Labrador, dove quel che non è inverno, lungo e implacabile, è mistero.
Il gelo che diventa esso stesso protagonista nel modo in cui si propone: neve, ghiaccio, laghi che punteggiano il territorio, foreste che non vedono orizzonte, animali che si muovono placidamente e i templi primigeni della civiltà industriale, le miniere di ferro.

La nostra biblioteca - Si scrive Norferville, si legge "violenza alle donne"

Ma è anche il luogo dove si confrontano, ma spessi si affrontano culture e visioni diverse della vita.
Un confronto che può essere anche scontro e, come ogni scontro, si lascia indietro qualcosa. Come un cadavere dilaniato, smembrato, abbandonato su un bianco tappeto di neve, macchiato di sangue, che tutto lascia pensare essere il lascito di un essere che anima gli incubi dei nativi.
Non cercate sulle mappe Norferville, fareste prima a trovare dolore e sofferenza, indifferenza e odio.

Ma se il Grande Nord canadese è, insieme, protagonista e comprimario o testimone, sono altri soggetti ai quali Thilliez, con la maestria di sempre, ritaglia ruoli e caratteri.
Come Léonie Rock, giovane agente di polizia di origini native, e Teddy Schaffran, detective e criminologo, anzi cacciatore di assassini seriali. Uniti da una morte inspiegabile per come è stata ''celebrata''.
La vittima si chiama Morgane, è francese ed è la figlia di Schaffran che, quando apprende dell'omicidio, da Lione raggiunge il Canada, il Quebec, il gelo, il silenzio, l'ostilità, la gente.
E quella ''gente'' Franck Thilliez ha voluto fossero gli indiani Innu, che diventano essi stessi il centro del romanzo.
Léonie e Teddy si ritrovano a battere le medesime strade, capendo - o forse non potendo fare altrimenti - che solo lavorando assieme potranno squarciare il velo del silenzio, capire le radici della contrapposizione latente tra i nativi e gli altri, quelli che sono arrivati dopo, i bianchi, gli europei, gli intrusi. Ma soprattutto quelli che, in virtù di un ruolo o soltanto di una divisa, si sentono sempre una spanna sopra gli altri, che diventano oggetti con cui giocare, sino alla morte.

Il progredire lento delle indagini porta a scoprire il lato più oscuro di Norferville, quel che tutti sanno o immaginano, ma che nessuno è disposto ad ammettere.
Come il fatto che le giovani donne di cui si perdono le notizie, improvvisamente, non scompaiono volontariamente, ma sono oggetto di un traffico di essere umani, segnatamente di un giro di prostituzione, che preclude ad una fine violenta, quanto gratuita, per soddisfare i desideri nascosti del malvagio di turno.

Thilliez, si potrebbe dire, non si è inventato nulla perché il Canada da decenni combatte con la piaga di giovani donne che scompaiono o sono vittime di omicidi irrisolti. Ma la cosa che, per sua stessa ammissione, ha colpito di più l'autore è che, dagli anni '80, più di quattromila donne native sono state uccise o sono sparite (che, poi, è è quasi sempre la stessa cosa) . Una piaga resa ancora più sanguinolenta dal fatto che a ricordarsi di loro sono soltanto le famiglie, mentre lo Stato ha altro a cui pensare. Un numero enorme in termini assoluti, ma che lo diventa ancora di più se paragonato a quello di donne non indigene che hanno subito la stessa sorte.
Con questo fenomeno il Canada sta facendo i conti. Nel 2015 è stata aperta una commissione d'inchiesta, sono state ascoltate più di 2.500 famiglie, con conclusioni consegnate nel 2019.
Il romanzo di Franck Thilliez, tenendo conto di questi eventi, è ambientato nel 2016, prima che scoppiasse lo scandalo. Un fenomeno che, sembra dire il romanziere francese, in Canada vien trattato, dagli scrittori, con un in spiegabile distacco e ''Norferville'', anche se non ha certo questa ambizione, colma questo vuoto.
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