Assonext: oggi più che mai è interesse delle PMI scegliere la via della quotazione in borsa

- di: Redazione
 
Una lettura originale, che guarda a lungo periodo e non solo al breve, dell’impatto dell’incertezza della situazione economica sui diversi attori del mercato, la convinzione che la crescita dei tassi di interesse possa spingere alla quotazione delle PMI che così si rafforzerebbero, l’affermazione per cui, anche guardando a quanto avvenuto nel passato, l’Italia abbia il dna per farcela. Realista ma ottimista, in questa intervista raccolta all’evento “PMI Award 2022” di Italia Informa, dal titolo “Le Strade dell’Eccellenza”, la valutazione di Giovanni Natali, Presidente di Assonext (oltre che Ad E Dg di 4Aim Sicaf), l’Associazione che è il punto di riferimento di tutto il mondo, dalle imprese ai professionisti, che si muove intorno al mercato Euronext Growth Milan, gestito da Borsa Italiana.

Intervista a Giovanni Natali, Presidente di Assonext

Lo scenario economico è pieno di incertezze. Come sta impattando sui mercati finanziari e, in particolare, quali segnali giungono dal mercato Euronext Growth Milan gestito da Borsa Italiana in cui sono quotate le PMI dinamiche e competitive di cui Assonext, l’Associazione che le presiede, è il punto di riferimento?
È vero che questo è un periodo complesso, difficile. Ma negli ultimi vent’anni ne abbiamo avuti altri, basti ricordare che il nuovo secolo si è aperto con le Twin Towers, poi abbiamo avuto la crisi dei finanziamenti subprime, la crisi greca, poi la Brexit. Quindi il mercato è abituato a reagire. Chiaramente, con questi sbalzi continui, le reazioni possono essere positive o negative. Il fatto è che il 2021 è stato un anno record ma l’inversione di tendenza degli indici, in particolare dell’indice Euronext Growth Milan, la si era già vista a ottobre, quando di guerra non si parlava ancora. Lo ripeto: il mercato sa reagire. Se possiamo citare un dato positivo è che, comunque, nel primo semestre 2022 la Borsa ha chiuso con una decina di quotazioni su Euronext Growth Milan, quindi le quotazioni si fanno, i prezzi sono ovviamente in calo perché le quotazioni dei comparable si sono ridotte e quindi i multipli si sono ridotti, però se un’azienda ha le caratteristiche giuste, ha la parola crescita nel suo Dna e ha un buon top management in Borsa ci può andare.

L’ultima volta che l’abbiamo intervistata era lo scorso aprile a Milano in occasione dell’assemblea dei soci di Assonext. Parlammo di come l’integrazione di Borsa Italiana ed Euronext ed il vostro ingresso in EuropeanIssuers facessero prevedere nel medio periodo l’accelerazione delle quotazione su Euronext Growth Milan e quindi la crescita del mercato finanziario italiano, portandolo ai livelli delle altre piazze finanziarie europee. Alla luce della situazione attuale queste prospettive secondo lei restano valide o no?
La strategia è ancora quella. Ricordiamo che in Italia fino al ’96 c’erano dieci Borse, le principali piazze provinciali italiane avevano una Borsa, ora ne è rimasta una sola quindi, guadando al futuro, io penso che nei prossimi dieci anni si andrà verso un’ulteriore integrazione: a livello europeo rimarranno due o tre Borse. Lo scenario che lei ha descritto paradossalmente dovrebbe favorire l’avvicinamento delle PMI, oggetto dell’evento PMI Award 2022 di Italia Informa, al mercato borsistico, perché la PMI italiana è tipicamente indebitata e quindi ha una carenza di capitali. Ci siamo un po’ seduti in questi anni sul fatto che il denaro costasse poco o nulla e, di conseguenza, il livello di indebitamento delle PMI è paradossalmente aumentato: questo, con i tassi in forte e velocissimo rialzo, porterà gli imprenditori alla ricerca di capitali e la ricerca di capitali sfocia nell’andare in Borsa a raccoglierli presso investitori istituzionali.

L’incremento dei tassi di interesse e l’accelerazione del timing di uscita dalle politiche monetarie espansive quale effetto avrà sugli investitori in mercati azionari come Euronext Growth Milan?
I tassi aumentano, è vero. Ed è vero che abbiamo l’inflazione. Ma io ricordo quando i tassi in Italia stavano sopra il 20%, di quando, da giovane manager finanziario, firmavo contratti di leasing al 23%, di quando l’inflazione oscillava intorno al 20%. In Italia abbiamo un po’ la mania di avere la visione del grafico corto e sui giornali, soprattutto quelli non specializzati, si fa vedere quanto sono cresciuti i tassi nel brevissimo periodo, senza guardare al lungo periodo. L’Italia queste cose le ha già affrontate e passate e ha il dna per potercela fare. Però, chiaramente, dal punto di vista finanziario l’incremento dei tassi per i conti economici delle società è un costo importante che le società stesse potrebbero anche non riuscire a sostenere e quindi ci sarà bisogno di ridurre il debito e aumentare i mezzi propri.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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